rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Business

Russia, il 70% delle imprese italiane ha deciso di restare

A quali rischi andranno incontro le aziende italiane che hanno deciso di non abbandonare la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina?

A quasi due mesi dall'inizio della guerra e dopo 5 pacchetti di sanzioni Ue contro Mosca sono ancora molte le aziende italiane che hanno deciso di non abbandonare la Russia. Dopo la Cina e la Francia siamo il terzo Paese al mondo a guidare questa classifica negativa, con il 70% delle imprese che ha deciso di restare. Da segnalare che nessun paese ha posto dei divieti in tal senso e che la decisione di restare, di ridurre l'attività o di andare via dal Paese è stata presa in piena autonomia dalle aziende private estere, per motivi politici o morali. 

Le sanzioni cominciano a fare davvero male alla Russia

500 imprese straniere hanno lasciato la Russia

Dal 24 febbraio 2022, primo giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, sono quasi 500 le imprese straniere che hanno deciso di ritirarsi dalla Russia. Secondo la Yale School of Management, stiamo parlando di circa due terzi (63%) del totale delle imprese censite che ammonta a 773. Il 17% invece ha deciso di rimanere, il 12% di aspettare ancora prima di prendere una decisione e l'8% di ridurre la propria attività. Interessante notare che il 75% delle imprese cinesi ha deciso di non abbandonare la Russia, ma a sconvolgere è soprattutto il fatto che al secondo posto ci sono quelle francesi con il 68% e poi quelle italiane con il 64%.Impres estere rimaste in Russia-2

Anonymous attacca Nestlé, la società che non lascia la Russia

Il 70% delle imprese italiane in Russia non intende lasciare il Paese

In Russia operano circa 480 aziende italiane, 30 delle quali con impianti produttivi stabili, 150 con cooperazioni produttive o attraverso joint venture, 300 imprese con uffici di rappresentanza. Tra queste il 69% ha deciso di non abbandonare la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina, percentuale che si confronta con il 42% della media mondiale. Secondo i dati rielaborati dalla Livolsi & Partners, quali il 36% delle aziende italiane in Russia ha deciso di continuare ad operare nel Paese (contro il 21% del mondo). Il 20%, invece, ha deciso di rinviare gli investimenti (contro il 12% del mondo), il 13% di ridurre al minimo l'attività (contro il 9%). Tra queste ci sono colossi del calibro di Todini Costruzioni, Barilla, Pirelli, Marcegaglia, Leonardo, Tecnimont, Coeclerici, Costa Crociere, Enel, Eni, Danieli, Parmalat, Mapei, Menarini, Salini, Perfetti, Angelini, Alfasigma, Chiesi, Kedrion, Italfarmaco, Recordati, Zambon, Dompé. A quali rischi andranno incontro le aziende italiane che hanno deciso di non abbandonare la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina? Secondo Alberto Conforti, managing director e responsabile del dipartimento internazionalizzazione della Livolsi & Partners, le grandi imprese potrebbero avere problemi a fare rientrare in Italia i propri profitti, le piccole e medie imprese andranno incontro ad una riduzione dei profitti a causa della svalutazione del rublo mentre le piccole imprese commerciali saranno penalizzate dai prezzi della logistica e dalla svalutazione del rublo.

Tutte le notizie sulla guerra in Ucraina in diretta

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Russia, il 70% delle imprese italiane ha deciso di restare

Today è in caricamento