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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso

Il ritorno del fotomontaggio di Salvini prigioniero delle Br

Il deputato Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture e commissario Lega Liguria: "Il post è comparso sul profilo del militante genovese intorno alle 23 e nel corso della notte è stato cancellato". I precedenti - identici - nel 2016 e nel 2017

Un fotomontaggio atroce, l'ironia è un'altra cosa. "Matteo Salvini è finito nuovamente nel mirino. Questa volta a dedicargli un post choc ci ha pensato un militante genovese de “La Sinistra” che sul suo profilo Facebook ha postato una foto che ritrae il leader della Lega imbavagliato e con la bandiera delle Brigate Rosse alle spalle col commento "Non succede… ma se succede…”, seguito dal pugno chiuso. Un atteggiamento che richiama subito alla memoria il rapimento del presidente Aldo Moro. Il post è comparso sul profilo del militante genovese intorno alle 23 e nel corso della notte è stato cancellato" commenta il deputato della Lega Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture e commissario Lega Liguria.

Il fotomontaggio di Matteo Salvini come Aldo Moro

"Scorrendo sul profilo La Sinistra - Liguria, è evidente la militanza di F.P con tanto di foto del maggio 2019 a un banchetto del partito durante una campagna elettorale, affiancato anche da Davide Ghiglione, oggi capogruppo della sinistra al V Municipio di Genova - aggiunge Rixi -. Un post che inneggia e promuove la finalità del terrorismo degli anni di piombo nei confronti di un leader democraticamente eletto e che oggi rappresenta il primo partito in Italia. Un'azione che nulla ha a che vedere col confronto politico usato per fomentare l'odio e cavalcare l'ignoranza. Ora ci attendiamo da stampa Digos e magistratura di Genova la stessa attenzione riservata ad altri fatti dei giorni scorsi con indagini sull'autore del gesto e una forte presa di posizione contro il terrorismo rosso, senza fare pesi e misure diversi. Inoltre auspichiamo un serio dibattito sull'odio e l'istigazione alla violenza che trovano spazio sui social, con indagini vere e approfondite sull'autore di questo gravissimo gesto".

Salvini stesso su Facebook commenta il fotomontaggio: "'Non succede... ma se succede'. Questo il post delirante di un militante della Sinistra genovese, uno di quelli 'buoni', bandiera della pace sempre in vista, che auspica io venga assassinato dalle Brigate Rosse». E ancora:«Sulla violenza politica e sulle ferite profonde della nostra storia nazionale non si scherza. Se pensano di spaventarmi con queste minacce, hanno trovato la persona sbagliata. Avanti a testa alta!".

I precedenti nel 2016 e nel 2017

Non è la prima volta che lo stesso fotomontaggio torna al centro delle cronache. Nel giugno del 2016 la foto di Matteo Salvini imbavagliato e dietro lo striscione con la stella a cinque punte e la scritta Brigate rosse,  immagine che ricorda quelle che segnarono il rapimento di Aldo Moro da parte delle Br, era stata postata da un esponente dei giovani del Pd di Sarzana. Il caso venne segnalato alla Digos, arrivarono le scuse e la solidarietà al leader del Carroccio da più parti.

Stessa storia a dicembre 2017, quando su un account Twitter fu riproposta la stessa foto che ritrae il segretario della Lega imbavagliato con il commento "Ho un sogno". "Incredibile. Questa è vera violenza - commentava Salvini in un post -. Non mi fanno paura, mi danno ancora più forza: andiamo a governare!". Anche quella volta in molti espressero solidarietà all'attuale segretario leghista.

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