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Sabato, 20 Aprile 2024
L'allarme

La sanità sull'orlo del baratro: "Presto ci saranno pazienti di serie A e B"

La denuncia del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri: "Il Servizio sanitario nazionale non regge più, siamo all'anticamera della fine"

La sanità italiana è al collasso e, senza gli investimenti necessari, c'è il rischio di cadere in un sistema che lascia indietro i cittadini più poveri. È la denuncia di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), che ha commentato uno dei dati del sondaggio Ipsos per Amref, dal quale emerge che la maggioranza degli italiani, il 58%, apprezza la sanità pubblica del nostro Paese, ritenendola di "buona qualità" (50%) o di "ottima qualità" (8%). Anelli non mette in discussione l'ottima qualità della nostra sanità pubblica, ma si dice convinto che "se non riusciremo a trovare le risorse per avere personale sufficiente e motivato" sarà "la fine del Ssn" e lo scivolamento verso sistemi assicurativi che lasceranno indietro i meno abbienti.

"Siamo in una situazione - ha sottolineato Anelli - in cui il Servizio sanitario nazionale non regge più, siamo sull'orlo di un baratro e ci vorrà molto poco per scivolare nel burrone verso la fine del sistema solidaristico e universalistico. Il sistema non regge perché mancano i presupposti: i medici se ne stanno andando, sia quelli ospedalieri sia quelli di famiglia, perché il sistema non è più attrattivo, la loro qualità di vita è peggiorata e preferiscono andare a lavorare in una cooperativa o all'estero piuttosto che essere costretti a carichi di lavoro insostenibili. In questa prospettiva il grido di allarme vero è che siamo all'anticamera della fine del Ssn".

"Già oggi molti italiani dei ceti medio-alti utilizzano il sistema assicurativo come sostitutivo di quello dello Stato, e se non si investiranno risorse per mantenere o attrarre professionisti, il servizio sanitario nazionale sarà sempre meno efficiente ed efficace e un sistema assicurativo sarà il passo successivo. A quel punto - ammonisce il presidente Fnomceo - una parte importante della popolazione avrà problemi di assistenza, perché si svilupperà una sanità di serie A e una di serie B".

"Cure gratis per tutti come dice la Costituzione"

"La nostra Costituzione - ha proseguito il presidente della Fnomceo - dice che ogni individuo è uguale davanti alla Repubblica, anche riguardo al diritto alla salute che va assicurato a tutti. Su questo tema le azioni dello Stato devono essere maieutiche, educative nei confronti dei cittadini perché se non lo sono, chi altro deve farlo? Nel momento in cui questi principi vengono in qualche modo messi in discussione da atteggiamenti 'altri' dello Stato stesso, delle Regioni o di altre istituzioni il cittadino va in crisi. Ormai in Italia la Costituzione non viene spiegata da nessuna parte, neanche più a scuola, quindi va 'spiegata' con atti concreti".

"L'altra questione - ha concluso- è che accanto al tema dell'universalità - c'è anche quello della solidarietà che contraddistingue il nostro Ssn, dove i livelli di diseguaglianza sono incredibili, e dove ancora oggi non troviamo una soluzione per la sanità della Calabria, per me paradigma del fatto che le regioni non sono riuscite, in questi 20 anni di regionalizzazione della sanità, a trovare una soluzione per colmare le disparità. Dunque, se da una parte i cittadini sono indotti, anche in maniera indiretta, all'egoismo, all'individualismo, la solidarietà non viene esercitata, e se viene messo in discussione il diritto alla tutela della salute dei migranti prevista su tutto il territorio nazionale, compreso i ponti delle navi che sono in territorio italiano, questa società si sfilaccia".

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