I sanitari no vax in Lombardia
Sono l'11% in questa prima fase della vaccinazione. E la percentuale di non adesione degli operatori non sanitari degli ospedali, delle Asl e delle Rsa è del 17%
Più di un medico o un infermiere su dieci ha detto "no". La percentuale di non adesione del personale sanitario al vaccino anti covid in regione Lombardia è dell'11% in questa prima fase della vaccinazione. Quella degli operatori non sanitari degli ospedali, delle Asl e delle Rsa (amministrativi, addetti alle pulizie, chi lavora nelle cucine etc) è del 17%. I dati sono sati resi noti oggi dalla vice presidente della regione Lombardia e assessore al Welfare Letizia Moratti, intervenuta durante un'audizione in commissione Sanità.
L'11% del personale sanitario non ha fatto il vaccino in Lombardia
Replicando a una domanda del consigliere di Azione, Niccolò Carretta, la titolare del Welfare lombardo ha spiegato che "il personale sanitario ha aderito per l'89%, gli operatori non sanitari per l'83%, gli ospiti delle Rsa per il 91% e gli operatori delle residenze sanitarie assistenziali per 82%".
Nei giorni scorsi aveva fatto discutere il caso dell'Azienda socio sanitaria territoriale Santi Paolo e Carlo di Milano, che gestisce gli ospedali San Paolo e San Carlo, dove il 28% dei medici di base ha deciso di non partecipare alla campagna di vaccinazioni anti covid e, di conseguenza, di non farsi iniettare il siero Pfizer-BioNtech. A renderlo noto era stato il direttore generale dell'Asst, Matteo Stocco, che in una nota aveva fatto il punto della situazione. I dottori e pediatri di base assegnati al San Paolo e San Carlo sono 316, più gli eventuali assistenti di studio, e a tutti loro è stata richiesta l'adesione alla campagna vaccinale. "Di questi il 28% ha dichiarato la non adesione - aveva spiegato Stocco - e dall'8 gennaio, giorno di avvio delle vaccinazioni per questa categoria, a seguito delle prenotazioni confermate, alla data del 12 gennaio avremo 139 medici e 37 assistenti di studio vaccinati".
Letizia Moratti ha spiegato che fino al 26 gennaio sono state vaccinate 246.271 persone su 305.820 dosi consegnate, pari al 78,5%. Con questi numeri, il termine della fase 1 è previsto per il 5 marzo 2021, dopodiché si potrà partire con quella che è stata definita fase 1 bis, riguardante le residenzialità psichiatriche, l'assistenza domiciliare e i loro operatori, i centri diurni, i farmacisti, le professioni odontoiatriche, la sanità militare e il personale da utilizzare nelle fasi successive, come la polizia di stato, gli ambulatori accreditati, i medici liberi professionisti, gli informatori scientifici del farmaco e altri operatori. "La fase 1 bis dovrebbe chiudersi attorno al 25-26 marzo - ha detto l'assessore Moratti -. Da quel momento potrebbe partire la fase 2 che riguarda gli ultra ottantenni (circa 700mila persone), le persone dai 60 ai 79 anni (2 milioni) e i cronici fragili indipendentemente dall'età". Letizia Moratti ha infine rassicurato sul fatto che le seconde dosi di vaccino, "alle consegne attuali", sono certe per tutti secondo questa tabella di marcia.