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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Saviano "dietro le sbarre" sotto casa di Salvini (e il ministro torna all'attacco)

L'opera si intitola "Sogno di un ministro in una notte di mezza estate" e allude, parafrasando Shakespeare, alla denuncia che Salvini ha presentato contro Roberto Saviano

Roberto Saviano dietro le sbarre. E' come viene rappresentato lo scrittore nell'opera di Cristina Donati Meyer affissa sotto la casa milanese di Matteo Salvini. Il quadro, dal titolo "Sogno di un ministro in una notte di mezza estate", "cita Shakespeare, ma allude direttamente alla denuncia penale che Salvini ha presentato contro lo scrittore Roberto Saviano", scrive l'artista su Facebook.

Per Cristina Donati Meyer "una battaglia culturale e politica dovrebbe essere esente dalla chiamata in causa di tribunali e caserme. Il Ministro degli Interni dovrebbe avere un ruolo istituzionale scevro da chiamate in tribunale o richieste di ammanettare la gente (cosa che Salvini ha fatto sia nei confronti di migranti, sia verso Saviano). Altrimenti, il prossimo passo è l'olio di ricino somministrato a chi ne contesta, anche aspramente, le politiche".

"Non condivido tutte le opinioni espresse da Saviano (come quelle sull'Amministrazione napoletana di De Magistris o le uscite stucchevoli sulla questione israelo-palestinese) - precisa l'artista - ma il diritto all'espressione del mondo della cultura e dell'arte non può essere messo a repentaglio dalle minacce di querele, di manette o di manganelli. Oggi sono dalla parte di Saviano”. Ieri in serata l'opera è stata donata alla città e affissa sui Navigli a Milano.

"Spesso l'arte anticipa la realtà o, come in questo caso, la esorcizza - ha scritto Saviano in un post su Facebook -. Grazie a Cristina Donati Meyer per il 'Sogno di un ministro in una notte di mezza estate'".

Ieri, intanto, nuovo affondo di Salvini contro Saviano. Dal palco della Festa della Lega a Cervia, il vicepremier e ministro dell'Interno è tornato ieri sera a parlare dello scrittore senza mai nominarlo. "Sono al governo da due mesi - ha detto il leader del Carroccio - e mi hanno denunciato circa 35 volte. Un record: insulti, minacce, di tutto. Non ho querelato quasi nessuno. Ne ho querelato uno - ha spiegato riferendosi all'autore di 'Gomorra' -, ma non perché ce l'ho con lui ma perché mi puoi contestare ma non ti puoi permettere di dire che aiuto la mafia, la camorra, la 'ndrangheta perché prima ti sciacqui la bocca. Perché io - ha sottolineato - la mafia, la camorra, la 'ndrangheta la voglio vedere finire sul fondo del mare in mutande e voglio portargli via fino all'ultimo centesimo".

Salvini avverte Saviano: "Valutiamo se gli serve ancora la scorta" 

Parlando delle polemiche seguite all'annuncio della querela, Salvini ha raccontato: "Mi hanno detto alcuni giornalisti come sia incredibile che un ministro dell'Interno abbia denunciato uno scrittore" che ha espresso delle idee. Salvini si è quindi interrotto. Alla ripresa del discorso è arrivato l'affondo contro Saviano: "Scrittore... un copiatore". "Ma come delle idee? Mi ha dato del delinquente, dell'assassino e del mafioso - ha continuato il vicepremier - non è un modo diverso di pensare il mondo".

Il leader della Lega è anche tornato a parlare della questione scorta. "Fortunatamente non decide il ministero dell'Interno. Decidono gli uffici competenti in base ad analisi tecniche", ha precisato Salvini, sottolineando come sia giusto che scelte simili non siano fatte "su criteri politici o su simpatia e antipatia". "Vi posso dire - ha aggiunto rivolgendosi alla platea - che ho chiesto di dare un occhio non ad una ma a tutte le 600 scorte perché un bel po' non servono a niente e a nessuno e tolgono dalle strade 2000 poliziotti e 2000 carabinieri". "Poi quel signore lì - ha detto ancora riferendosi a Saviano - sicuramente sarà a rischio e la scorta se la terrà , non dipende da me. Non fatemi litigare - ha concluso -, sono in vacanza".

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