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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Tribunale restituisce la scorta al capitano Ultimo: "Disprezzo per chi non ha fatto nulla"

Accolto il ricorso di Sergio De Caprio che nel 1993 arrestò Totò Riina: "Tar coraggioso"

Il Tar del Lazio ha restituito la scorta al colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il capitano Ultimo che nel 1993 arrestò Totò Riina, boss di Cosa Nostra. Il Tribunale amministrativo regionale ha infatti accolto il ricorso presentato da De Caprio contro il ministero dell'Interno per l'annullamento, previa sospensiva, di tutti gli atti relativi alla revoca della misura di protezione disposta il 3 settembre. Il ricorso verrà trattato nel merito l'11 giugno prossimo. Secondo i giudici amministrativi "al sommario esame proprio della presente fase" di giudizio, "si ravvisano i presupposti per l'accoglimento dell'istanza, dovendosi assegnare preminenza, allo stato, nel bilanciamento degli opposti interessi, al mantenimento del dispositivo di tutela in favore" del Capitano Ultimo, "nelle more della decisione sul merito del ricorso".

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Il Tar ha quindi sospeso l'efficacia di tutti gli atti riguardanti la revoca della scorta al colonnello del Noe, compreso il provvedimento con cui è stata rigettata la domanda fatta dall'ufficiale al prefetto di accesso agli atti. Proprio martedì la questione della scorta di Ultimo era tornata alla ribalta: a ridosso della casa famiglia fondata dal colonnello e gestita da un'associazione di volontari è stata infatti incendiata una vettura. Secondo alcuni si è trattato di un avvertimento, considerate le numerose minacce ricevute da De Caprio negli anni da parte di Cosa Nostra, e sia i suoi sostenitori sia alcuni esponenti politici avevano chiesto la riassegnazione del dispositivo di protezione.

"Oggi con coraggio il Tar di Roma ha arginato l'illegittima prevaricazione che alcuni funzionari della sicurezza pubblica hanno esercitato contro il diritto alla vita, alla sicurezza ed alla difesa di un cittadino e di un carabiniere", ha dichiarato all'Ansa il Capitano Ultimo, tramite il suo avvocato Antonino Galletti, aggiungendo di provare "disprezzo" per chi non ha fatto nulla.  

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