La scuola "trema" ogni 4 giorni di lezione (e vi spiego il perché)
Parliamo di 40.293 edifici scolastici italiani. Il 55% di questi non possiede un certificato di prevenzione incendi. Il 58% non ha un certificato di agibilità
Catania. Crolla il tetto: evacuata la scuola. Pisa: Crolla un’intera parete dell’aula del liceo. Milano: il tetto assorbe la pioggia come una spugna: 300 bambini a casa. Questi sono i titoli di alcune notizie delle nostre testate locali che ahimè potrete leggere ogni 4 giorni di lezione e vi spiego perché.
Questi sono i numeri della scuola italiana oggi. Scuola che ha il 42% di plessi costruiti prima del 1976, ovvero che hanno quasi mezzo secolo di storia alle spalle. Ma c’è addirittura un mezzo migliaio di scuole che possiamo considerare praticamente edifici storici, datati prima del 1800. Numeri che fanno tremare. Perché a tremare, letteralmente, ogni 4 giorni di lezione appunto sono proprio i muri di queste scuole. Soffitti malconci, parti di intonaco che si staccano…scuole che si sbriciolano mentre Cittadinanza attiva presenta il ventesimo Rapporto dell’osservatorio civico sulla sicurezza a scuola.
I crolli da settembre 2021 ad agosto 2022 sono stati 45. 16 sono avvenuti nelle regioni del Sud e nelle Isole, 10 nelle regioni del Centro e 19 nel Nord. La regione con più crolli è però la Campania che ne conta 7 in un anno. Tutto questo avviene anche nel panorama delle cosiddette “classi pollaio”, dove 9.974 classi della secondaria di secondo grado contano all’appello più di 26 studenti, pari all’8% del totale delle classi.
Cosa verrà fatto. Certamente il Pnrr offre un’opportunità unica, anche se non risolutiva, secondo il report di cittadinanza attiva. Le risorse destinate all’edilizia scolastica ammontano complessivamente a 12,66 miliardi. La fetta più grande di 4,6 miliardi va ad asili nido e scuole dell’infanzia. 3,9 miliardi andranno per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole. 2,1 miliardi guarderanno all’innovazione dei laboratori, il resto sarà spartito tra nuove costruzioni e potenziamento di mense e strutture sportive. Tempi per la conclusione dei lavori: 2026.
Una visione, quella dell’osservatorio però, che mira già al post-Pnrr, guardando al personale educativo da formare ma anche alla cosiddetta spesa corrente, gravosa in particolare per nidi e scuole dell’infanzia. Crolla il soffitto, scuola chiusa da due settimane. Al momento, riporta NapoliToday in queste ore, non ci sono certezze su quando gli studenti potranno tornare a scuola e i genitori sono, ormai, sul piede di guerra: “Diritto allo studio negato e nessuno ci dà una risposta”.