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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"La scuola apra a gennaio ma con orari diversi e lezioni anche sabato e domenica"

Gli enti locali chiedono al governo di non far rientrare in classe i ragazzi da mercoledì 9 dicembre ma di attendere l'Epifania. La ministra De Micheli risponde proponendo l'entrata a mezzogiorno e le lezioni nei giorni festivi

Le Regioni e i comuni chiedono di tornare alla scuola in presenza a gennaio e non da mercoledì 9 dicembre come prevedeva il governo sulla spinta della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Ma c'è di più, perché la ministra dei trasporti Paola De Micheli propone intanto di cambiare radicalmente l'orario delle lezioni prevedendo anche l'entrata in tarda mattinata (e quindi l'uscita nel tardo pomeriggio) e le lezioni di sabato e persino di domenica. 

"La scuola apra a gennaio ma con orari diversi e lezioni anche sabato e domenica"

Con ordine. Ieri le Regioni nel punto stampa convocato dopo l'incontro con il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, l'Anci e il responsabile della Salute Roberto Speranza "unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza", come ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti.  "Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto Toti - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata". 

La linea già in mattinata era stata anticipata oltre che dallo stesso Toti anche dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "Penso sia rischioso aprire la scuola il 9 dicembre e chiudere subito dopo. Concentriamoci invece ad un'apertura più solida dopo l'Epifania, se è possibile. Perchè tutto dipende dall'infezione". Dello stesso parere anche l'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, "la strada è lunga e serve prudenza anche sul tema della riapertura delle scuole". Mentre il virologo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell'Università di Padova suggerisce di "verificare prima l'impatto della riapertura sui contagi". 

Spingono per la riapertura subito anche LeU con Nicola Fratoianni e il MoVimento 5 Stelle, mentre nei giorni scorsi il Partito Democratico era apparso più prudente. Intanto il Consiglio di Stato ha confermato in via cautelare l'obbligo delle mascherine per i più piccoli a scuola: con questo decreto monocratico il giudice ha respinto l'istanza dei genitori di alcuni bambini - tra i 6 e gli 11 anni - che chiedevano sospensione dei Dpcm riguardanti l'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso, per bimbi di età superiore ai sei anni.

Paola De Micheli: "In classe anche sabato e domenica. Non basta avere più bus"

La novità però è che stamattina, in un'intervista rilasciata a Repubblica, la ministra De Micheli, sulla graticola perché le Regioni la incolpano sui trasporti pubblici, ha proposto una rivoluzione degli orari e dei giorni di scuola in presenza che farà discutere. De Micheli prima ha detto che ci saranno diecimila bus aggiuntivi "privati, a noleggio. Da sette e nove metri. Dodici per l'extraurbano. Abbiamo a bilancio 500 milioni di euro, duecento sono per il 2021". Questo, spiega, serve perché la capienza del 50% per i trasporti pubblici dovrà durare almeno fino all'estate. Poi chiede lo scaglionamento degli ingressi delle scuole. Che oggi prevede ingressi sfalsati dalle 8 alle 9, ma per la ministra sono "largamente insufficienti": "Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15. Dobbiamo spalmare l'entrata e l'uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20". 

Questo significa che per alcune scuole si potrebbe entrare alle 11 o a mezzogiorno per lasciare la scuola all'ora di cena: "Lo dicono le aziende di trasporto. È inutile inviare cinque bus ogni cinque minuti tra le 7 e le 7,25 se l'orario di ingresso per tutti è quello delle 8. Gli studenti si ammassano sulle ultime due corse, le 7,20 e le 7,25. Per arrivare a scuola dieci minuti prima della campanella, non mezz'ora prima". Per la ministra bisogna fare lezione in presenza "anche il sabato", e quando Corrado Zunino le chiede se è necessario abbattere anche il tabù della domenica, risponde così: "Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati". 

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