Scuole chiuse per crisi: da gennaio asili a rischio
L'allarme della Federazione italiana scuole materne, che associa oltre seimila realtà educative cattoliche. La richiesta ai partiti: "Garantire la gratuità per la frequenza alle scuole d'infanzia paritarie per il segmento 3-6 anni"
Scuole dell'infanzia e asili nido partitari a rischio chiusura nell'arco di pochi mesi, forse già da gennaio. L'allarme è lanciato dalla Federazione italiana scuole materne, che unisce 6.700 istituti dell'infanzia pubblici paritari cattolici o di ispirazione cristiana. Se il timore dovesse concretizzarsi si tradurrebbe in un bel grattacapo per le migliaia famiglie che hanno optato per le paritarie.
"Non è una minaccia, ma una reale possibilità se il Governo continuerà a ignorare la richiesta di aiuto - dice il presidente nazionale della Fism Giampiero Redaelli - . Le scuole non intendono più gravare sulle famiglie, sulle quali ricadrebbe l'inevitabile aumento dei costi riguardanti il rincaro delle bollette energetiche e gli aumenti provocati dall'inflazione".
La richiesta ai partiti in vista delle prossime elezioni è una: ''Attivarsi affinché sia garantita la gratuità per la frequenza alle scuole d'infanzia paritarie, per il segmento 3-6 anni, così come attualmente previsto per l'offerta pubblica in capo allo Stato, ai Comuni ma non per quella delle scuole paritarie''. La Federazione chiede i che i candidati si facciano promotori di iniziative per il ''raggiungimento della generalizzazione e gratuità per tutte le famiglie dell'accesso alla scuola d'infanzia superando il concetto di costo storico in termini di investimenti per passare a quello del raggiungimento dei fabbisogni standard. L'intento è quello di colmare ''il forte divario Nord-Sud e centro-periferia'' e puntando all'approvazione dei ''livelli essenziali delle prestazioni in campo di educazione ed istruzione per l'intero segmento 0-6''.
Redaelli spiega: "Avevamo proposto un emendamento specifico in vista della conversione in legge del decreto sostegni bis, ma siamo stati inascoltati" e sottolinea che "lo Stato non può ignorare la presenza di queste scuole, in particolare quelle che, svolgendo un servizio pubblico, garantiscono la scolarizzazione di oltre il 30% dei bambini 3 - 6 anni".