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Giovedì, 28 Marzo 2024
Quanti ostacoli

Scuola, il ritorno in classe è in bilico: cosa succede nelle Regioni zona rossa o arancione

Il Tar della Lombardia ha accolto un ricorso contro l’ordinanza che stabiliva la didattica a distanza al 100% fino al 24 gennaio: ma la riapertura è comunque in bilico. E' invece diverso il discorso per le aree che diventeranno "arancio". Un italiano su due è d'accordo con i governatori che hanno rimandato il momento di riportare gli studenti in aula

La didattica a distanza ha i giorni contati, a meno di recrudescenze del contagio? Sì, pare proprio di sì. Il 13 gennaio il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha accolto un ricorso del comitato «A scuola!» contro l’ordinanza della regione che stabiliva la didattica a distanza al 100% fino al 24 gennaio, per le scuole superiori. Come mai? Il tribunale regionale ha sospeso l’ordinanza perché ha ritenuto irragionevoli le motivazioni per cui era stata decisa la didattica a distanza (il rischio di assembramenti fuori dalle scuole). L'ordinanza secondo il Tar "anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado".

Scuola, quando si torna in classe anche nelle regioni in zona rossa?

Il tema è sentito in tutta Italia, da nord a sud. Dalla Lombardia voliamo infatti fino in Sicilia.  Il Tar dell'isola al ricorso di una settantina di famiglie di Catania ha risposto che la didattica a distanza ha ragion d'essere entro dei confini definiti e definibili: è legittima purché sia di carattere temporaneo, ed è altrettanto indispensabile l’obbligatorietà dell’apertura delle scuole, indicata come "necessaria" (senza però specificare date precise). L’Ufficio scolastico della Lombardia, scrive oggi il Corriere della Sera, ha chiesto ai licei di aspettare fino a lunedì per la riapertura "al fine di consentire al tra- sporto pubblico e agli istituti scolastici di disporre di tempi congrui per un’organizzazione adeguata". Staremo a vedere. 

C'è un piccolo problema di fondo. Lunedì 18 gennaio 2021 la Lombardia potrebbe rientrare in zona rossa: se così fosse gli studenti delle superiori, ma anche delle seconde e terze medie, in base alle norme vigenti su tutto il territorio nazionale, non potrebbero tornare in classe. E in Sicilia è stato Musumeci stesso a chiedere due settimane di zona rossa al governo dal weekend in poi (altrimenti firmerà un'ordinanza ad hoc).

Secondo la bozza del nuovo Dpcm gli studenti di licei e scuole superiori torneranno sui banchi dal 18 gennaio, in presenza al 50%, fino al 75%. "Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado - si legge infatti nella bozza del Dpcm sottoposta alle Regioni - adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, in modo che il 100 per cento delle attività siano svolte tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 187 gennaio 2021, almeno al 50 per cento e fino ad una massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l'attività didattica in presenza. La restante parte dell'attività didattica è svolta tramite il ricorso alla didattica a distanza".

Zona arancione: la data del rientro a scuola per gli studenti delle superiori

In base al calendario aggiornato delle varie ordinanze, a meno di scossoni dell'ultim'ora  dovrebbero rientrare il 18 gennaio tutti gli studenti delle superiori di Piemonte, Lazio, Puglia, Liguria e Molise. Se tali regioni saranno zone arancioni non c’è contrasto con la riapertura.

Altri dieci giorni "da casa" per gli studenti di Emilia- Romagna (che però rischia di finire in zona rossa) Campania e Umbria: 25 gennaio è la data attuale per tornare sui banchi. In Veneto, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Calabria e Basilicata se ne riparla il 1° febbraio. 

''La crisi ha pesato e pesa in modo diverso sui nostri studenti. Chi appartiene alle fasce deboli paga due volte questa emergenza che ha aumentato i divari sociali, rendendo ancora più urgente la necessità di garantire pari opportunità ai gruppi sociali più fragili'' ha ricordato la Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, presentando al Ministero gli interventi per contrastare le povertà educative che saranno realizzati in collaborazione con il Terzo settore e l'associazionismo nei prossimi mesi. Un italiano su due è d'accordo con le regioni che hanno rimandato il momento di portate gli studenti in classe. La gran parte però, ben l'80%, pensa anche che la didattica a distanza penalizzi fortemente gli studenti: emerge da un sondaggio diffuso ieri da Emg-Different/Adnkronos.

EDIT - Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio. Passano in area rossa la provincia autonoma di Bolzano e le regioni Lombardia e Sicilia. Passano in area arancione le regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto. In zona gialla Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana e provincia di Trento.

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Il crollo dei contagi in Puglia coincide con la chiusura delle scuole

Una drastica riduzione dei casi di contagio nelle scuole in Puglia a partire da fine ottobre, ossia dalla sospensione delle attività didattiche in presenza, fino ad oggi. E' quanto emerge dalla analisi dei grafici realizzati dai tracciatori dell'Eic, Epidemic intelligence Center, centrale operativa della sorveglianza sanitaria del Dipartimento di prevenzione della Asl Bari, attivo nel monitoraggio Covid nelle scuole. La curva dei contagi tra docenti e alunni degli istituiti di ogni ordine e grado - come si evince dai grafici - in provincia di Bari ha subito una impennata tra il 19 ottobre e il 2 novembre, in concomitanza con l'avvio della seconda ondata. Il 26 ottobre la Regione Puglia ha poi emanato l'ordinanza di sospensione delle attività didattiche in presenza e nei dieci giorni successivi alla chiusura delle scuole, che è in media il periodo di incubazione del virus, la curva dei contagi sia tra docenti che alunni ha cominciato a scendere in maniera significativa. ''Il mondo scuola è uno degli ambiti più importanti e sensibili su cui abbiamo concentrato il lavoro della sorveglianza sanitaria, con un monitoraggio quotidiano dei contagi in tutti gli istituti - spiega il dg Asl Bari, Antonio Sanguedolce - i nostri tracciatori continuano a svolgere una attività puntuale che permette di intervenire in maniera tempestiva non appena si verifica l' insorgenza di un caso indice, a seguito del quale scatta l'isolamento per la classe o le classi coinvolte dal contagio compreso il personale docente e/o scolastico, e viene avviato tracciamento dei contatti stretti''. Sono in particolare gli istituti secondari di secondo grado - ossia le scuole superiori - a far registrare il calo più vertiginoso, passando da un andamento che dal 28 settembre al 2 novembre è in continuo aumento ad uno sviluppo regolare nelle settimane successive fino ad abbassarsi a partire dal 23 novembre e mantenersi stabile fino ad oggi.

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