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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le disposizioni

Chi torna a scuola domani 7 aprile in zona rossa e arancione

Con il decreto legge n.44 dal 7 al 30 aprile è assicurato in presenza in tutta Italia - zone rosse comprese - lo svolgimento dei servizi educativi per l'infanzia e dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado. Le regole e le eccezioni

Dal 7 aprile circa 5,3 milioni di studenti rientreranno a scuola per seguire le lezioni aula. Si torna alle lezioni in presenza, anche nelle zone rosse, per i bambini delle scuole materne e primarie e per i ragazzi del primo anno delle medie. Sempre in zona rossa, per gli studenti del secondo e terzo anno delle medie e per quelli delle superiori di secondo grado è prevista esclusivamente la modalità a distanza. Nelle regioni in zona arancione invece gli studenti del secondo e terzo anno della scuola secondaria di primo grado tornano in presenza, mentre per quelli delle scuole secondarie di secondo grado sarà garantita la presenza tra il 50 e il 75%. 

Scuole aperte dal 7 aprile, chi torna in classe in zona rossa e arancione

Sono in zona rossa Lombardia, Piemonte, Toscana, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Puglia. Sono arancioni Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto e le Province autonome di Bolzano e Trento. Fino alla 30 aprile nessuna regione sarà in zona gialla. 

Secondo il decreto legge n.44 del 1 aprile, “dal 7 aprile al  30  aprile  2021 è assicurato inpresenza sull'intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l'infanzia (…) e dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola  primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado". 

Ci sono però delle situazioni particolari. Il decreto legge n. 44 del 1 aprile 2021 esclude che tali disposizioni possano essere derogate da ordinanze locali emesse dai presidenti delle regioni o dai sindaci ma al tempo stesso consente la deroga “solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica”. Questi provvedimenti di deroga “sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento ala possibilità di limitare l’applicazione a specifiche aree del territorio”. 

Il caso della Puglia di Emiliano (e non solo)

Tra i primi ad applicare la deroga consentita dal decreto legge c’è stato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che con un’ordinanza firmata il 4 aprile ha disposto che le scuole dovranno garantire la didattica digitale integrata alle famiglie che ne faranno richiesta al posto delle attività in presenza (con decorrenza da mercoledì 7 fino al 30 aprile). I dirigenti scolastici degli istituti pugliesi stanno già raccogliendo le richieste delle famiglie e sui loro siti internet sono in pubblicazione in queste ore i moduli da compilare e da trasmettere alle scuole entro oggi o domani. “Sicuramente oltre il 50% degli alunni della scuola primaria tornerà a frequentare in presenza, anche se un quadro completo potremo averlo solo domani”, è la previsione di Roberto Romito dell'Anp, l’associazione nazionale presidi Puglia. Alcuni dirigenti scolastici hanno predisposto circolari che, pur consentendo la libertà di scelta, invitano i genitori a valutare la ddi. È il caso ad esempio dell'istituto comprensivo Umberto I-San Nicola e della scuola secondaria di primo grado Carducci di Bari, che suggerisce “di proseguire la modalità online fino al 9, in modo da predisporre l'organizzazione didattica” considerando “l’andamento negativo dei contagi nella nostra regione” e pertanto “per l'eventuale ritorno in presenza dal 7, in sicurezza sanitaria, si confida nel senso di responsabilità e consapevolezza dei signori genitori, all'indomani del periodo di festività appena trascorso". 

In Veneto invece dal 7 aprile le scuole secondarie di secondo grado saranno in presenza al 50%. In Calabria, che sarà zona rossa fino al 21 aprile, le attività didattiche del secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado, nonché le attività didattiche della scuola secondaria di secondo grado si svolgono esclusivamente in modalità a distanza

In Campania diversi sindaci hanno già emanato ordinanze in deroga a quanto stabilito dal decreto legge n.44. Le scuole resteranno chiuse in alcuni comuni del casertano (come Parete e Alife) e dell’avellinese. È il caso ad esempio del comune di Serino, piccolo centro in provincia di Avellino, dove da diversi giorni si segnala un aumento dei contagi e dove il sindaco Vito Pelosi ha annunciato l’intenzione di firmare oggi l’ordinanza per “la sospensione delle attività didattiche in presenza finto a nuova comunicazione”. Sulla pagina Facebook di “Serino bene comune”, la lista del sindaco Pelosi, si informa che “l’amministrazione comunale, attraverso una attenta analisi della situazione epidemiologica sul territorio, a tutela della salvaguardia della salute di tutta la comunità, aspetto fondamentale e prioritario in questo momento, ha deciso la sospensione delle attività didattiche in presenza fino a nuova comunicazione”. Scuole chiuse anche a Santa Maria la Carità, in provincia di Napoli.

Decisioni simili anche in Sicilia. Il sindaco di Caltanissetta, Roberto Gambino, ha espresso l’intenzione di chiedere al presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci di prorogare la zona rossa e ha inoltre annunciato che le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse fino al 14 aprile. A Ragusa il sindaco Giuseppe Cassì ha sospeso le attività in presenza nella scuola “Mariele Ventre” dal 6 al 9 aprile dopo l'accertamento di un focolaio nell’istituto, per garantire l'isolamento e il corretto tracciamento dei soggetti positivi al Covid e la sanificazione degli ambienti scolastici.

In Sardegna, ad Alghero, il sindaco di Mario Conoci ha deciso di sospendere in via precauzionale l'attività didattica in presenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado e negli asili nido fino al 12 aprile compresi, mentre si segnalano 21 classi e 550 persone attualmente in quarantena tra studenti e docenti. 

Il rischio legato alle varianti del coronavirus

Le scuole, ha ribadito questa mattina Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale presidi, "sono state messe in sicurezza da tempo, quello che si può fare all'interno delle scuole lo abbiamo già fatto: distanziamento, uso delle mascherine e igiene e sanificazione delle mani” ma resta il problema delle nuove varianti più contagiose, contro cui queste misure potrebbe risultare insufficienti. "La garanzia di vaccinazione per il personale mette questo al sicuro e d'altro canto limita la diffusione. Certamente non si può impedire però che il virus passi da una famiglia all'altra grazie al contatto tra bambini".

La campagna di vaccinazione del personale scolastico intanto prosegue. Per Giannelli il numero degli operatori scolastici vaccinati “è molto elevato, siamo oltre l’80%”. Rispetto a quando si è chiuso le scuole, "quello che è cambiato è il numero di persone vaccinate nel Paese” mentre “per quanto riguarda altre condizioni, come l'esistenza di un piano di screening degli studenti e la messa in sicurezza dei mezzi di trasporto pubblici, devo dire che non registro particolari passi avanti”. Quanto allo screening degli studenti, “credo che ci sia sostanzialmente un problema logistico, nel senso che effettuarlo su tutta la popolazione studentesca in presenza è effettivamente un'operazione di grandi dimensioni” e “probabilmente i numeri degli operatori e dell'organizzazione logistica non sono ancora sufficienti per condurla, fatto sta che non si sta portando avanti, se non in realtà isolate".

“La scuola deve riaprire ma in sicurezza. Il problema è che mancano i dati”

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