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Giovedì, 28 Marzo 2024
Un milione e mezzo di persone in attesa

Il problema della seconda dose del vaccino AstraZeneca agli under 60

Oggi il ministero della Salute, l'Aifa e il Consiglio Superiore di Sanità si riuniscono per decidere se chi ha ricevuto la prima parte dell'immunizzazione potrà ricevere anche l'ultima. Gli under 60 in attesa sono prevalentemente lavoratori della scuola, dell’Università e delle forze dell’ordine. Si tratta di almeno un milione e mezzo di persone

C'è un problema che riguarda la seconda dose del vaccino AstraZeneca agli under 60. Oggi il ministero della Salute, l'Aifa e il Consiglio Superiore di Sanità si riuniscono per decidere se chi ha ricevuto la prima dose dell'immunizzazione potrà ricevere anche la seconda. L'indicazione deve arrivare in fretta perché le Regioni si stanno già muovendo per organizzare i richiami. Intanto il generale Francesco Paolo Figliuolo annuncia che è stato raggiunto l'obiettivo dei 500mila vaccini al giorno. 

Il dilemma della seconda dose del vaccino AstraZeneca agli under 60 

Come sappiamo, l'Agenzia Italiana del Farmaco aveva deciso a metà marzo di sospendere la vaccinazione con Astrazeneca in tutta Italia. La decisione è stata presa dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro della Salute Roberto Speranza dopo che il suo omologo tedesco Jens Spahn aveva avvertito quest'ultimo della decisione della Germania di fermare il vaccino. La Germania ha sospeso AstraZeneca perché il Paul-Ehrilch-Institut di Berlino ha comunicato di aver notato "un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca".

Successivamente, quando il ministero della Salute e l'Aifa hanno deciso che AstraZeneca fosse usato per gli over 60, le autorità sanitarie precisarono che per i richiami non sarebbe cambiato nulla. E quindi chi aveva ricevuto la prima dose di Vaxzevria avrebbe ricevuto anche la seconda. Il vaccino a vettore virale dell'azienda anglo-svedese consiste in due dosi separate. I dati attualmente disponibili indicano che già dopo 4 settimane dopo la prima dose si raggiunge un livello di protezione efficace che si mantiene fino alla 12esima settimana e che, quanto all'effetto della seconda dose, l'effetti appare più consistente quanto più ci si avvicina alla 12esima settimana. Per questo l'Aifa raccomanda che la seconda dose dovrebbe essere somministrata idealmente nel corso della 12esima settimana (da 78 a 84 giorni) e comunque ad una distanza di almeno 10 settimane (63 giorni) dalla prima dose.

Ora però le cose si complicano. Repubblica racconta oggi che la Commissione Tecnico Scientifica che si è riunita mercoledì si è occupata della questione per dare un'indicazione al ministero ma non ha dato un'indicazione chiara. Perché sulla questione ci sono più posizioni. Per questo il ministero della Salute ha ricevuto un verbale in cui si fanno quattro ipotesi: 

  • la prima è quella di somministrare AstraZeneca come richiamo;
  • la seconda prevede il rinvio di un mese per la seconda dose per attendere altri dati scientifici;
  • la terza prevede il richiamo con un vaccino diverso;
  • la quarta è quella di abbandonare la seconda dose e ricominciare l'immunizzazione da capo. 

L'attesa di un mese, in teoria, non sarebbe un problema perché la copertura in ogni caso non scompare dopo tre mesi esatti. Il tempo ci sarebbe. Ma le prime tre scelte porterebbero le regioni a problemi organizzativi piuttosto palesi. Oggi saranno il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, il direttore dell'Agenzia del Farmaco Nicola Magrini e il responsabile della Prevenzione del ministero Gianni Rezza a riunirsi per decidere. 

La decisione sulla seconda dose del vaccino AstraZeneca

Poi la decisione verrà comunicata al ministro Speranza. E per ora l'ipotesi più probabile sembra essere quella di fare il richiamo con AstraZeneca. Sono 4,6 milioni i vaccini di AstraZeneca distribuiti in Italia. Gli under 60 che li hanno ricevuti sono prevalentemente lavoratori della scuola, dell’Università e delle forze dell’ordine. Si tratta di almeno un milione e mezzo di persone che aspettano di capire se, come e quando faranno il richiamo.

Nei giorni scorsi sono stati intanto pubblicati una serie di studi sull'efficacia dei vaccini nel fermare il contagio dopo la prima dose. Uno dei primi, pubblicato sulla rivista The Lancet e condotto da National Institute for Health Research e Università di Oxford su più di 23.000 medici e infermieri, indica che il vaccino della Pfizer/BioNTech ha un'efficacia nel prevenire il contagio del 70% a 21 giorni dalla prima dose e delll'85% a una settimana dalla seconda dose. "La vaccinazione non elimina completamente il rischio di infezione - scrivono i ricercatori - e pertanto i dispositivi di protezione individuale e i test diagnostici si dovranno continuare a utilizzare fino a quando la prevalenza del virus SarsCoV2 sarà così bassa da ridurre il rischio di trasmissione".

Nell'articolo viene citato un dato analogo, pubblicato in precedenza proprio sul vaccino di AstraZeneca, per il quale risulta che l'efficacia nel ridurre la trasmissione dopo la prima dose è del 51%. Un'altra ricerca, condotta da Public Health England, l'Agenzia britannica per la promozione della salute, e ancora in attesa dell'esame della comunità scientifica, ha studiato i contagi che avvengono in famiglia. I dati, relativi a 24.000 nuclei familiari, indicano che una dose dei vaccini Pfizer o AstraZeneca riduceva fra il 38% e il 49% la probabilità di trasmettere l'infezione in chi si era contagiato a tre settimane dal vaccino. Un altro studio, di Università diOxford e Ufficio britannico di Statistica, indica che dopo una dose del vaccino di AstraZeneca o di Pfizer/BioNTech il rischio di contrarre l'infezione da SarsCoV2 è ridotto di circa due terzi.

L'ordinanza di Speranza oggi e le regioni in zona gialla, arancione e rossa da lunedì 3 maggio

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