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Martedì, 16 Aprile 2024
A luglio vaccino ai 12-15enni?

42 giorni o 21: cosa succede con la seconda dose del vaccino Pfizer

L'azienda dice no al ritardo nella somministrazione. Ma il ministero della Salute ribadisce che è tutto ok. Mentre le Regioni cambiano il piano dei richiami. E il commissario Figliuolo studia il programma per l'immunizzazione dei 12-15enni

Qualche giorno fa una circolare del ministero della Salute indicava di spostare la seconda dose del vaccino Pfizer-BioNTech a 42 giorni di distanza dalla prima. La decisione del ministro della Salute Roberto Speranza arrivava per consentire di poter somministrare così a più persone possibile la prima dose. Ieri l'azienda farmaceutica ha detto che mancare il richiamo dopo 21 giorni può essere pericoloso perché il siero è stato studiato per essere somministrato entro quell'intervallo di tempo. Ma per ora il governo non sembra avere intenzione di cambiare idea. 

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La problematica scoppia mentre sono soltanto quattro le giornate tra fine aprile e maggio in cui la campagna di vaccinazione di massa ha raggiunto gli obiettivi fissati dal generale Francesco Paolo Figliuolo, ovvero 500mila dosi al giorno. E mentre il problema delle trombosi come effetto collaterale di AstraZeneca ha portato molte persone a rifiutare la somministrazione del vaccino anglo-svedese, lasciando così le dosi nei frigoriferi e le regioni alle prese con gli esuberi. E con gli Open Day come quello organizzato dalla Regione Lazio, che per il 15 e il 16 maggio ha annunciato un piano di somministrazione straordinaria per gli over 40 proprio allo scopo di smaltire più velocemente i preparati. 

Ma l'ultimo problema sul tavolo è adesso Pfizer. Ieri l'azienda ha bocciato l'allungamento a cinque settimane della finestra per l'iniezione e ha chiesto di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici che ne hanno permesso l'autorizzazione: l'azienda ha detto che "il vaccino è stato studiato  per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su un più lungo range di somministrazione al momento non ce ne sono se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito". Secondo la struttura commissariale invece per tutti gli altri - esclusi i fragili - è raccomandato lo spostamento a 42 giorni. Al momento il periodo tra i 21 e i 28 giorni di distanza per il richiamo è previsto solo in Val D'aosta, Abruzzo e Sardegna, mentre si arriva fino a 35 giorni per Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. In tutte le altre fino a 42 giorni.

Dal canto suo il governo risponde ricordando che la stessa Pfizer ha testato il suo farmaco con l'intervallo dai 19 ai 42 giorni e sulla base dei dati di quella sperimentazione ha chiesto e ottenuto le autorizzazioni in Italia e in Europa. Anche Francesco Vaia, direttore scientifico dell'ospedale Spallanzani, ieri si è schierato a favore del ritardo nella somministrazione: "Non bisogna spaventare le persone. In base agli studi effettuati da noi, ma anche in Israele e in Inghilterra, la prima dose di Pfizer è efficace per oltre l’80 per cento dunque non cambia spostarla di 10 giorni, tranne che nei soggetti più fragili, ad esempio gli oncologici, per cui vanno mantenute le tre settimane di intervallo". 

La campagna vaccinale apre ai 12-15 anni

Resta anche sul campo il problema che riguarda la raccomandazione di AstraZeneca per gli under 60. Il generale Figliuolo aveva chiesto di esplicitarla al ministero una settimana fa, il ministero aveva risposto investendo della questione il Comitato Tecnico Scientifico, che però non si è ancora espresso, chiedendo invece informazioni sul numero di soggetti ancora da vaccinare in quella fascia di età. E intanto l'Italia conta sul via libera dell'Ema al vaccino Pfizer per la fascia d'età tra i 12 e i 15 anni per far partire una campagna per l'immunizzazione già a luglio. Con l'obiettivo di vaccinare quanti più ragazzi possibile prima del ritorno a scuola che moltiplica le possibilità di contagio. 

Valentina Marino, direttrice medica Pfizer Italia, ha fatto il punto della situazione ieri a Sky Tg 24: "L'Fda ha approvato la somministrazione tra i 12 e i 15 anni quindi i ragazzi statunitensi saranno i primi ad essere vaccinati in tutto il mondo. In Ema abbiamo sottomesso la domanda il 30 aprile e di solito le tempestiche per un ampliamento di questo tipo, per qualsiasi farmaco, sono di 4 settimane per cui aspettiamo la risposta. In Europa ottimisticamente per giugno potrebbero esserci l'ok per l'estensione agli adolescenti. Poi comunque bisogna vedere cosa prevede il piano vaccinale italiano. Quello che è stato però detto dagli organi preposti a farlo è che la somministrazione per i ragazzi italiani comincerà a settembre. Non è l'azienda a decidere o incidere sul piano vaccinale". 

Per Pfizer "c'è già una risposta immunitaria nei 12 giorni successivi alla prima dose, come dimostrano i trial clinici. I ragazzi rispondono in maniera molto piu' efficiente rispetto alle fasce d'età più adulte quindi già tra la prima e la seconda dose c'è una buona risposta immunitaria. Ovviamente come per gli adulti per avere una completa risposta immunitaria bisogna aspettare una settimana dopo la seconda somministrazione come dimostrano i dati dei nostri trial clinici. In ogni caso a quel punto l'efficacia arriva al 100%", ha aggiunto Marino.

Affermazioni come quelle che abbiamo sentito ieri (da parte della Pfizer sul mantenimento dell'intervallo di 21 giorni fra la prima e la seconda dose ndr) rischiano solo di creare sconcerto e credo che sarebbero auspicabilmente evitabili". A dirlo il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), ad "Agora'" su Rai 3, sulle dichiarazioni della Pfizer dei tempi di intervallo tra la prima e la seconda dose.

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