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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Seconde case: le Regioni che si blindano per Pasqua

Il governo Draghi ha permesso di andare (con alcuni paletti), ma da nord a sud diversi governatori hanno deciso di adottare misure più severe

Anche nei giorni di Pasqua quando tutta l’Italia sarà in zona rossa ci si potrà possibile spostare con la famiglia nell’abitazione in cui si è soliti passare alcuni periodi dell’anno. Fino al 6 aprile dunque gli italiani avranno via libera. Sia nelle zone rosse che in quelle arancioni è infatti consentito il rientro presso le seconde case ubicate dentro e fuori regione. 

Sul sito di Palazzo Chigi viene chiarito che è necessario provare "di avere effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile anteriormente all’entrata in vigore del Decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2". In poche parole basta avere un atto di compravendita firmato dal notaio o un contratto di affitto con data anteriore al 14 gennaio. "Naturalmente - si legge -, la casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti al nucleo familiare convivente con l’avente titolo, e vi si può recare unicamente tale nucleo". 

Fin qui i (pochi) paletti decisi dall'esecutivo. Attenzione però alle ordinanze più restrittive firmate da molti presidenti di Regione che hanno deciso di blindarsi per ridurre ulteriormente la mobilità. In Valle d’Aosta, Sardegna e provincia autonoma di Bolzano ad esempio gli spostamenti verso le seconde case sono stati vietati a coloro che non risiedono nella Regione. La Campania ha vietato dal 18 marzo al 5 aprile gli spostamenti verso le seconde case in ambito regionale, "salvo che per comprovati motivi di necessità urgenza". Anche in Toscana sarà in vigore il divieto di recarsi nelle seconde case per chi arriva da fuori Regione, mentre per i residenti sarà possibile andare nelle seconde case solo a scopo di manutenzione. Vediamo le ordinanze nel dettaglio. 

Sardegna

La Sardegna, zona arancione da lunedì 22 marzo, ha disposto il divieto di entrare in regione fino al 6 aprile da parte di persone non residenti nell’Isola. Consentito, spiega l'ordinanza del governatore della Regione Christian Solinas, solo in presenza di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. In ogni caso, rimane in vigore l'Ordinanza regionale che prevede che si sia effettuato o si effettui allo sbarco un tampone o si sia in possesso della certificazione di avvenuta vaccinazione anti Covid. I vettori e gli armatori, prevede l’ordinanza, prima dell'imbarco dei passeggeri acquisiscono e verificano, oltre alla ricevuta dell’avvenuta registrazione dei passeggeri sull’applicazione "Sardegna Sicura", la documentazione attestante il possesso dei requisiti previsti dal Dpcm dello scorso 2 marzo per gli spostamenti dalle Regioni di provenienza e vietano l'imbarco nel caso in cui la documentazione non sia completa o i passeggeri non siano in possesso dei requisiti.

Campania

In Campania zona rossa, il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha chiarito che il divieto di andare nelle seconde case riguarda anche residenti fuori Regione. "Quando abbiamo deciso che in Campania non si va nelle seconde case lo abbiamo deciso perché la situazione sanitaria che abbiamo è delicata, e qualunque processo di mobilità in più rischia di determinare un'ulteriore diffusione di contagio - dice il governatore - Chiarisco che è vietato andare nelle seconde case per i nostri concittadini ma anche per chi è residente fuori Regione". "Chi arriva per motivi gravi o di salute - aggiunge De Luca - deve comunque certificare la propria vaccinazione o di aver fatto il tampone e di essere risultato negativo. Ma è vietato andare nelle seconde case, e chiedo ai sindaci di fare i controlli più rigorosi possibili, altrimenti nella settimana di Pasqua avremo decine di migliaia di persone in movimento, e cominciamo da zero ad avere di nuovo un'onda d'urto di contagi che si diffonde. Capisco che preferiremmo fare altre cose, ma non è possibile farlo, bisogna essere responsabili".

Toscana

Fino all'11 aprile stop a chi arriva nelle seconde case in Toscana se non ha la residenza. Lo prevede la nuova ordinanza che il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha firmato oggi e che consente l’ingresso in Toscana con la finalità di recarsi presso le cosiddette seconde case solo in presenza di motivi di salute, lavoro, studio o gravi situazioni di necessità.

L’ordinanza stabilisce che l’ingresso in Toscana per recarsi presso le seconde case da parte di persone non residenti è consentito solo in presenza di motivi di salute, di lavoro, di studio oppure per comprovate e gravi situazioni di necessità e/o di indifferibilità documentata. Giani ha anche precisato che "il raggiungimento della seconda casa da parte di residenti in Toscana è permessa secondo i limiti indicati dal Dpcm, quindi per attività di manutenzione".

Sicilia

In Sicilia chi vuole potrà recarsi nella sua seconda casa, ma "resta la regola del tampone: chi arriva sull’isola deve esibire il risultato negativo di un test effettuato 48 ore prima dell’arrivo. Altrimenti - spiegano dalla Regione -, per chi non si vuole sottoporre a tampone o test rapido, c’è sempre la possibilità di sbarcare ma restare in quarantena".

Valle d'Aosta

In Valle d'Aosta l'ordinanza emanata dalla giunta vieta "a coloro che non risiedono nel territorio della Regione", "gli spostamenti in entrata per recarsi presso le proprie abitazioni diverse da quella principale (cosiddette seconde case)". "Questo provvedimento – ha detto il presidente della Regione Erik Lavevaz – è una misura temporanea, che chiede sacrifici sia ai valdostani sia a coloro che hanno scelto la Valle d’Aosta come luogo dove recarsi spesso. Speriamo di poter tornare presto a essere un luogo di incontro e di scoperta reciproca: è un risultato che possiamo raggiungere solo con uno sforzo collettivo e basato sul rispetto gli uni degli altri".

Alto Adige

Misure rigide anche Alto Adige, dove il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha firmato l'ordinanza numero 15 che vieta a chi non risiede in Provincia di Bolzano di raggiungere le seconde case sul territorio altoatesino, a meno che non vi siano comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità.

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