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Giovedì, 25 Aprile 2024
La riforma

Tempi più rapidi per separazione e divorzio, cosa cambia

Con la riforma Cartabia sul diritto di famiglia, dirsi addio diventa più facile. Soprattutto se gli ex non hanno figli o trovano un accordo. Cosa fare per mettere la parola fine al matrimonio

Separazioni e divorzi, cambia tutto. Le coppie che dopo essersi promesse amore eterno decidono di dividere le proprie strade adesso hanno davanti a loro un cammino più breve rispetto al passato. Questo almeno se c'è un accordo tra i due ex o non ci sono figli. È frutto della riforma che porta a firma dell'ex ministro della Giustizia, Cartabia. L’obiettivo è quello di accorciare i tempi arrivando al divorzio non più in tre anni ma in circa 8 mesi. Vediamo cosa cambia per separazioni, divorzi e figli. 

Separazione e divorzio, i tempi della riforma

Il governo Meloni ha deciso di anticipare alla fine di febbraio (120 giorni prima del previsto, ndr) la parte della riforma sul diritto di famiglia. A partire dal prossimo giugno entrerà in vigore la riforma sulla mediazione assistita, nel 2025 sarà operativa la nuova sezione del "Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie", che sarà competete nelle cause che attualmente sono ripartite tra tribunale ordinario, giudice tutelare e tribunale per i minorenni. Per l'operatività del nuovo sistema è stata fissata una fase transitoria fino al 31 dicembre 2024. Data entro la quale il Governo deve adottare le necessarie norme di coordinamento delle disposizioni in vigore con quelle previste dalla riforma anche per trattare in modo rapido i processi pendenti.

Separazione e divorzio, le fasi della nuova procedura

La "rivoluzione" per le coppia che intendono dirsi addio per sempre legalmente inizia già dal momento in cui si rivolgono agli avvocati. I legali devono raccogliere tutti gli elementi per chiedere la separazione, inclusa la memoria con le ragioni del proprio cliente e le informazioni sulla posizione economica (reddito, proprietà).Se la coppia ha figli, nel fascicolo gli avvocati devono inserire anche il "piano genitoriale": uno schema con le attività relative alla scuola e ad eventuali attività extrascolastiche, di frequentazioni dei parenti e un piano delle vacanze.

Tutta la documentazione arriva al giudice, che deve convocare l'udienza per la separazione entro tre mesi. Entro i 90 giorni il giudice si deve pronunciare con una decisione provvisoria e da quel momento decorreranno i termini perché il tribunale possa procedere anche con il divorzio (12 mesi). 

Attenzione, madri e padri rischiano la sanzione se accettano il piano ma poi non lo rispettano. Stessa cosa per chi mente mente sulle proprie condizioni economiche per risparmiare sull'assegno, quando c'è la richiesta di un contributo economico o in presenza di figli minori.

Rispetto al passato, in pratica, si anticipa tutta la fase di "confronto" tra marito e moglie. Si elimina il passaggio davanti al presidente del tribunale con il tentativo di conciliazione e quello successivo con il giudice istruttore. Se il giudice ritiene che i documenti siano sufficienti e c'è accordo tra gli ex, può essere emessa la sentenza di separazione già alla prima udienza.

Seconda novità. Finora il divorzio poteva essere chiesto solo tre anni dopo la separazione. Adesso invece la domanda di divorzio può essere inserita all'interno della causa di separazione (rimane però la possibilità di tenerle separate). Significa accorciare i tempi, fare una causa e non due. Quanto ai costi, con una sola causa dovrebbero diminuire. Il condizionale è d'obbligo. Il compenso degli avvocati non è detto che diminuisca, perché anche con il procedimento unico, gli atti da produrre restano gli stessi.

Un'altra novità interessa i figli. I minori dovranno sempre essere ascoltati. La riforma mantiene ovviamente le tutele e l'ascolto deve avvenire in forma "protetta". Se ci sono figli minori il tribunale di competenza sarà quello di residenza dei figli, ma se non sono presenti e la separazione è giudiziale sarà quello del coniuge che "subisce" la richiesta di separazione-divorzio.

Separazione e divorzio consensuale, come fare

Un'altra novità riguarda le separazioni consensuali e i divorzi congiunti. Come fatto durante la pandemia, è possibile sostituire le udienze davanti al giudice con le note scritte degli avvocati. Si tratta però di una possibilità e non di un obbligo. Da quel momento si calcolano i 6 mesi per poter domandare il divorzio che, se congiunto, potrà avvenire sempre con note scritte. 

Resta anche la possibilità per marito e moglie che decidono per la separazione e poi per il divorzio consensuale e che non hanno figli (minori o maggiorenni non autosufficienti) di recarsi nel Comune di residenza anche senza avvocati e presentare la domanda. In questo caso il requisito è non avere richieste patrimoniali da fare all'ex.

Separazione e divorzio, i limiti della riforma

Ci sono però dei problemi che riguardano la gestione della nuova procedura. Con la riforma le istruttorie non potranno essere più delegate ai giudici ordinari e i tribunali per i minorenni sono sopraffatti da lavoro con poco personale. I fascicoli nelle cancellerie si accumulano perché manca chi, fisicamente, le deve lavorare. Serve poi il tempo per formare il personale che c'è, così come servono gli strumenti informatici per attuare la riforma.

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