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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Lo sfogo della specializzanda del Policlinico di Bari: "Cosa sarà di noi fra 15 giorni?"

In un post su Facebook Lucilla Crudele racconta la difficile situazione in ospedale (“in questi giorni, non a marzo”) tra malati e personale sanitario già allo stremo, mentre ci sono ancora quelli che fanno “i complottisti con i morti degli altri”

Un terribile dejà vu, un incubo da cui ancora non ci si è svegliati e che continua a tormentare e spaventare. In un post su Facebook diventato in poco tempo virale, una giovane specializzanda del Policlinico di Bari ha raccontato come si vive in ospedale la seconda ondata, alla faccia dei negazionisti e complottisti. “Io li ho visti. In questi giorni, non a marzo”, scrive Lucilla Crudele. E parla dei “giovani sani, non gli anziani superobesi”, delle “signore con la manicure fatta e la piega in ordine e non quelle trasandate di cui pensi che magari sono disattente a loro stesse”. E poi ci sono anche “i figli terrorizzati”, e “le mamme positive in ospedale con i bambini a casa”, come pure “i ricoverati a cui nessuno può portare i cambi della biancheria perché tutta la famiglia è in quarantena”. “E le ho ascoltate le videochiamate che abbiamo ricominciato a fare”, dice la specializzanda.

Lo sfogo della specializzanta: "Tutti complottisti con i morti degli altri. A ‘sto giro, gli altri siamo noi"

“Li ho visti e fuori fa ancora caldo, possiamo far cambiare aria alle stanze e prendere il caffè all'aperto. Cosa sarà di noi fra 15 giorni?”, si chiede.

“Perché io li ho già visti i 118isti stremati, i colleghi in burnout e gli infermieri a pezzi. La prospettiva è la guerriglia fuori dagli ospedali per un posto letto. Perché intanto chi doveva decidere, programmare, prevenire e risolvere ha pensato bene di sminuire, smentire, rassicurare senza alcun fondamento, visto che anche ad agosto c’erano i positivi in giro ma la campagna elettorale era più importante”, scrive Lucilla Crudele, in un post pubblicato domenica mattina, un paio d’ore prima che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presentasse l’ultimo Dpcm.

“Quindi smettiamola di dire che 15 giorni di #lockdown o restrizioni dure sono la fine della nostra economia perché nel caso stiamo solo rinviando di qualche giorno l’inizio di sei mesi di morte, crisi irreversibile (che non si basa solo sul vostro pareggio di cassa) e disordini sociali. Quelli veri, non quelli programmati dalla camorra. E nel mentre, tutti complottisti con i morti degli altri. A ‘sto giro, gli altri siamo noi”.

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