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Giovedì, 28 Marzo 2024
Siccità al nord

Siccità, l'accusa dell'autorità del Po: "Anziché diminuire il prelievo, lo aumentano"

Le piogge di lunedì 28 giugno rimandano di una decina di giorni le decisioni più drastiche. Acqua dal mare penetrata di oltre 30 km

La pioggia di martedì in varie zone del nord Italia ha fatto 'respirare' i fiumi e, di conseguenza, il Po, le cui stazioni di rilevamento indicano comunque uno stato di grave siccità. Ma il problema del deficit di acqua (ed in particolare del provvedimento più drastico, cioè lo stop al prelievo) non è scongiurato: è solo rimandato di una decina di giorni. Lo dice Meuccio Berselli, segretario generale dell'autorità del bacino del Po, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe. E puntando il dito contro le decisioni non prese o non messe in pratica, nonosatnte gli studi dei tecnici, e l'aumento osservato 'sul campo' del prelievo di acqua del 10 per cento, nonostante la raccomandazione di diminuirlo del 20 per cento.

La pioggia di martedì, in particolare in Piemonte e Liguria, ha toccato anche i 58-60 mml, consentendo in poche ore di passare da 161 a 200 metri cubi al secondo alla stazione di rilevamento di Pontelagoscuro, nel Ferrarese. Per ora viene scongiurata la peggiore conseguenza, cioè un preventivo stop al prelievo di acqua. Ma la situazione resta comunque critica. Rispetto alla media, infatti, le cinque stazioni di monitoraggio del Po riportano ancora valori inferiori: Piacenza -0,88 metri, Cremona -8,20 metri, Boretto -4,37 metri, Borgoforte -3,83 metri e Pontelagoscuro -7,16 metri.

Acqua salata penetrata per 30 km

Gli unici dati positivi riguardano l'acqua proveniente dal lago Maggiore (tornato in quota), oltre che dal lago di Garda (che già beneficiava di un buon quantitativo invasato) e dal rilascio aggiuntivo di acqua dai bacini idroelettrici, grazie ad un accordo tra le regioni e i gestori dei bacini stessi. Continua invece a preoccupare l'ingresso dell'acqua di mare nel Po, arrivata mercoledì 29 giugno ad oltre 30 chilometri all'interno, dalla costa adriatica, cosa che mette in pericolo l'agricoltura locale, l'habitat e la biodiversità. Per dare un'idea della velocità con cui questo accade, il 20 giugno l'acqua salina era 'penetrata' per 21 chilometri. 

Prelievi aumentati

Ma, come si diceva più sopra, l'autorità di bacino ha rilevato che non è stata di fatto osservata la decisione, presa una decina di giorni fa, di diminuire del 20 per cento il prelievo di acqua, ma addirittura questo è aumentato del 10 per cento. Se invece fosse stato osservato quanto deciso, scrive l'autorità in una nota, si sarebbe raggiunto un livello di circa 300 metri cubi al secondo alla foce, cosa che avrebbe permesso di 'respirare' fino a luglio inoltrato, riducendo anche l'ingresso dell'acqua di mare.

Ed è particolarmente significativa la previsione di scenari elaborata dall'autorità il 16 giugno e confrontata con ciò che è stato effettivamente osservato. Con la stessa quantità di prelievi al giorno 16, oggi la portata a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, sarebbe di circa 220 metri cubi al secondo, contro i 230 del 16. Con uno scenario di diminuzione del 20 per cento, sarebbe di oltre 280 metri cubi al secondo. Invece, prima delle ultime piogge, si attestava, come detto, su 161 metri cubi. L'autorità precisa però anche che, dal 16 al 20 giugno, la curva è ulteriormente crollata, rispetto agli scenari ipotizzati, perché in quei giorni i rilasci naturali dei grandi laghi sono a loro volta diminuiti.

Lo sfogo: "A cosa serve studiare e decidere?"

"A cosa serve - si sfoga Berselli - prendere decisioni, organizzare e coordinare incontri utili con tutti i portatori di interesse, fare ricerche approfondite che costano lavoro ed impegno agli staff tecnici, se nessuno prende i provvedimenti amministrativi più adeguati e mette in pratica le decisioni prese aumentando, nei numeri, il prelievo ognuno badando così esclusivamente al proprio interesse ed orticello?". Domanda che per ora non ha risposte.

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