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Venerdì, 29 Marzo 2024
Senz'acqua

Siccità, Dpcm in arrivo: le regioni in zona rossa e l'ipotesi delle notti senz'acqua

La lunga estate "a secco" è solo all'inizio. Un decreto che arriverà la prossima settimana (non prima) stabilirà i parametri per lo stato di emergenza idrica, che è altra cosa rispetto allo stato di calamità. Screzi tra Regioni, ordinanze comunali in ordine sparso e prime denunce per furti d'acqua: cosa sta succedendo

Un decreto che arriverà la prossima settimana (non prima) stabilirà i parametri per lo stato di emergenza idrica. Governo e Protezione civile sono al lavoro, il tema è oltremodo delicato, oltre che urgente, perché di mezzo ci sono indennizzi e razionamenti. I tempi a dire il vero sono fumosi: è stato affidato alle Regioni il compito di individuare i criteri da far pervenire alla Protezione civile che predisporrà il testo del Dpcm per poi trasmetterlo al Consiglio dei Ministri. Diversi attori, non sempre in sintonia. E tempi che inevitabilmente si allungano. 

Nel Nord Italia la situazione è molto grave quasi ovunque, Liguria esclusa: secondo una prima analisi degli esperti, in attesa di stabilire i parametri con precisione, nell'area "rossa" dell’emergenza ci dovrebbero finire il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, praticamente tutta la Pianura Padana. Ma al Centro in difficoltà ci sono anche le Marche e il Lazio. Sono queste le sei regioni più attenzionate.

Decreto siccità, stato di emergenza e calamità

In ogni caso lo stato di emergenza non servirà per interventi strutturali, bensì soprattutto per far avere i ristori alle aziende agricole che rischiano di perdere una parte cospicua del raccolto e per mettere a disposizione le risorse necessarie per far intervenire le autobotti laddove si dovessero seccare i rubinetti. "È stato riconosciuto che il Piemonte, che versa in condizioni difficili soprattutto dal punto di vista idropotabile, ha tutti i requisiti per poter ottenere lo stato di emergenza" ha  detto il presidente Alberto Cirio. Nel Nord-Ovest gli invasi sono infatti ai minimi storici, con una riduzione fino al 50% della loro portata, mentre un livello così basso del Po non lo si vedeva da poco dopo la seconda guerra mondiale. Si susseguono i comuni che firmano ordinanze per ridurre gli sprechi d’acqua.

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Cosa ci sarà in concreto nel Dpcm a cui i tecnici stanno lavorando in questi giorni? Si procede in due direzioni: da una parte si deve salvare il comparto agricolo. Lo "stato di eccezionale avversità atmosferica" (che prevede indennizzi) sarà proclamato se il danno provocato dalla siccità supererà il 30% della produzione lorda vendibile. Uno scenario purtroppo realistico. Dall'altra parte c'è il problema dell’approvvigionamento idrico in aziende e abitazioni. Con lo stato di emergenza la Protezione civile potrebbe emettere ordinanze per attingere dagli invasi delle società idroelettriche ma nessuno si sente ormai di escludere del tutto misure di razionamento dell’acqua ad uso domestico, perlomeno di quello ritenuto non essenziale. L'obiettivo dell'esecutivo è lavorare con gli strumenti a disposizione sul doppio binario dello stato di emergenza e di quello di calamità per affrontare la contingenza e arrivare alla migliore gestione possibile della risorsa acqua. Il ministro Stefano Patuanelli ha detto al Sole 24 Ore: "Stiamo lavorando a un coordinamento per agevolare l’adozione dello stato di emergenza, misura che va oltre l’agricoltura e coinvolge anche altre attività economiche oltre che la popolazione. Cosa diversa è invece lo stato di calamità che viene decretato in agricoltura e prevede forme di ristoro solo per le aziende che abbiano subito danni superiori al 30% del valore della produzione".

Per lo stato di emergenza il perno è la Protezione civile. "È un dato di fatto - continua Patuanelli - che al momento nessuna regione ha ancora formalizzato lo stato di emergenza. È necessaria, infatti, la formalizzazione di una richiesta motivata e la definizione puntuale delle attività da affidare alla Protezione civile, tutto questo è in atto. Ma detto questo non vedo contrapposizioni. Stiamo remando tutti nella stessa direzione. E comunque ritengo che tanto nella gestione dell’emergenza quanto dello stato di calamità sarà importante una sintesi e un coordinamento a livello centrale".

Comuni e Regioni si muovono per ora in ordine sparso con ordinanze per ridurre l’utilizzo di acqua per cose non indispensabili, come pulire la macchina, innaffiare le piante o riempire le piscine. Il sindaco di Livorno ha fissato una multa da 100 e 500 euro per chi venga sorpreso ad utilizzare l’acqua per fini che non siano quelli strettamente domestici. Il sindaco di Ronzo-Chienis, in Trentino, ha chiuso i rubinetti delle case dalle 23 alle 6 e probabilmente è questa la via che molti altri sindaci seguiranno a breve.

E poi ci sono le scintille tra le singole Regioni, non un gran bello spettacolo: il Piemonte ha chiesto più acqua alla Valle d’Aosta, il Veneto lo ha fatto con il Trentino, ma la richiesta è stata negata perché - sintetizziamo - a giugno i nevai sono già sciolti come ad agosto. Il presidente della Basilicata Vito Bardi ha annunciato di essere pronto a firmare un provvedimento per dare l’acqua alle imprese lucane prima che a quelle di altre regioni, come ad esempio la vicina Puglia. "Sicuramente per ora abbiamo gestito nel migliore modo possibile la situazione senza eccessivi danni, è chiaro che rischia di precipitare" se non arriverà la pioggia. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. La siccità è "di una gravità che in Lombardia non si era mai verificata". "Per l'uso civile la situazione è abbastanza sotto controllo, ma ogni giorno che passa peggiora, ci sono maggiori problemi per l'irrigazione, stiamo cercando di concordare da mesi il momento della semina con gli agricoltori per rilasciare l'acqua dai laghi nel momento in cui hanno bisogno, abbiamo sottoscritto accordi con i gestori di bacini idroelettrici per avere un maggiore rilascio di acqua. Per il lago Maggiore dobbiamo parlare con la Svizzera" ha aggiunto.

La lunga estate senz'acqua è solo all'inizio. Si segnalano le prime denunce per furti d'acqua: un agricoltore pavese di 43 anni avrebbe sottratto acqua da un canale di irrigazione per garantire maggiore portata alla sua azienda. 

La mappa dettagliata della siccità

Dal Nord Italia la crisi idrica sta ampliandosi giorno dopo giorno al Centro Italia, dove l’epicentro sta caratterizzandosi nel Lazio: grave è la situazione nel territorio dei Castelli Romani, dove i due laghi vulcanici, non avendo immissari naturali, dipendono principalmente dagli apporti pluviali, calati localmente di oltre il 75%, segnando il dato peggiore da inizio secolo. Proprio nel territorio dei Colli Albani, alimentato dagli acquedotti Simbrivio e Doganella, circa 180000 persone rischiano turnazioni idriche. Per quanto riguarda l’acqua potabile, al momento  le turnazioni riguardano 22 comuni in provincia di Frosinone, mentre altri 18 hanno avuto un abbassamento della pressione, interessando complessivamente 21.000 persone;  si prevede che nel Viterbese, prossimamente, saranno  14 comuni e 60.000 abitanti ad avere problemi di approvvigionamento  potabile, così come potrebbero essere 70.000 in provincia di Rieti (oggi ne sono toccate circa 10.000 persone). In linea con questo trend negativo è anche la provincia di Roma, dove attualmente la pressione idrica è stata ridotta nelle condutture di 5 comuni. Sulla regione ed  in generale lungo la fascia tirrenica centro—settentrionale, l’indice SPI (Standardized Precipitation Index) fotografa una situazione peggiore di quella del siccitosissimo 2017, impattando negativamente anche sulle disponibilità d’acqua in falda. Continuano a calare vistosamente anche fiumi e bacini laziali: l’Aniene ha portata dimezzata, il Tevere è ai livelli minimi in anni recenti, il Sacco è sempre più a secco;  il livello del lago di Nemi precipita  a -1,88 metri  (l’anno scorso era a +1,6 metri) ed anche il lago di Bracciano registra un’ulteriore decrescita. Marcato è il calo di precipitazioni sul Lazio: il record negativo è di Ladispoli (solo 83 mm caduti dall’inizio del 2022, quando la media si aggira su mm. 300), ma anche a Roma si registrano cali del 63%, che sfiorano il 100% a Maggio sull’Agro Pontino.

I grandi bacini del Nord sono ai livelli minimi: i laghi di Como (13,5% di riempimento)  e d’Iseo sono ormai vicini al record negativo, già più volte superato invece  dal  lago Maggiore oggi riempito al 20%. L’anno scorso, già caratterizzato al Nord da una sempre più ricorrente siccità, i bacini settentrionali erano in questo periodo  ancora oltre il 90% del riempimento e la neve sui  monti era abbondante ben oltre la media. Il fiume Po continua a registrare una magra epocale lungo tutto il corso: al rilevamento finale di Pontelagoscuro, la portata si è dimezzata in 2 settimane, scendendo a poco più di 170 metri cubi al secondo, quando la soglia critica per la risalita del cuneo salino  è fissata a mc/s 450. In Piemonte, ad eccezione della Stura di Lanzo, decrescono tutti fiumi ed il Tanaro è al 30% della portata di 12 mesi fa. In Valle d’Aosta, la Dora Baltea si attesta sui valori minimi in anni recenti ed è ormai siccità estrema nelle zone centro-orientali della regione. In Lombardia, le portate del fiume Adda, nel cui bacino idrografico le precipitazioni sono state finora di 270 millimetri contro una media di mm. 460, sono inferiori del 67% al consueto così come sono -54% sul Brembo, -63% sul Serio , -64% sull’Oglio; sciolta in anticipo tutta la neve in montagna, la riserva idrica regionale è il 60% della media. Non va meglio a Nord-Est dove, in Veneto, il fiume Adige ha un’altezza idrometrica, inferiore di 2 metri e mezzo rispetto all’anno passato (!!)  e di circa 20 centimetri rispetto all’ “annus horribilis” 2017; anche la Livenza è a -2 metri rispetto al livello 2021. In Friuli, i serbatoi nei bacini della  Livenza e del Tagliamento mantengono valori prossimi od inferiori ai minimi storici del periodo.

Temperature anomale (+2 gradi sulla media del mese) fanno del mese di maggio 2022, il più caldo dall’800 nell’Italia centrale, con siccità estrema nei territori di Alto Tevere, Basso Tevere e Costa Tirrenica; il versante orientale degli Appennini, già in grave sofferenza  idrica nel 2021, torna a mostrare sintomi di crisi. In Toscana, il livello nel bacino di Massaciuccoli (il lago di Puccini) cala di 4 millimetri al giorno ed è a soli 2 centimetri dal minimo storico (-13,1), mentre al confine tra Umbria e Toscana, il lago di Chiusi ha una quota idrometrica inferiore a quella (m. 248,5 s.l.m.), per cui è prevista la sospensione dei prelievi. Continuano a ridursi le portate dei fiumi Arno (ad Empoli mc/s 7,38) e Serchio, mentre nell’Ombrone scorrono appena malapena 640 litri d’acqua al secondo. Desta infine grande preoccupazione, la scarsità d’acqua nella falda costiera livornese, oggi al di sotto dei minimi storici. Nelle Marche, dove il deficit pluviometrico a Maggio ha raggiunto il 40%, i fiumi registrano cali, che li portano a valori simili, se non inferiori (Esino e Sentino, ad esempio) a quelli dell’anno scorso. Le dighe trattengono 47 milioni di metri cubi, volume sicuramente superiore al 2021, ma inferiore al triennio precedente. In Umbria, la portata del fiume Tevere  è ben al di sotto della media storica, garantendo solo il deflusso minimo vitale così come il Chiascio e il Chiani, mentre è praticamente azzerata è la portata del Paglia.

Il deficit pluviometrico di maggio in Abruzzo arriva a toccare il 100% in diverse stazioni di rilevamento; da inizio anno, i record negativi si registrano  nella Marsica, al confine con il Lazio: l’acqua caduta è stata tra i 280 ed i 350 millimetri in meno. In Campania calano i livelli idrometrici dei fiumi Volturno e Sele, ma soprattutto Garigliano, così come sono in discesa i volumi trattenuti nei bacini del Cilento, permanendo così il rischio di siccità. In Basilicata, questa settimana, dai bacini sono stati distribuiti 11 milioni di metri cubi d’acqua (12 mesi fa furono 8 milioni e mezzo). Infine, in Calabria, è in media con gli anni scorsi, la quantità di risorsa idrica, stoccata nell’invaso della diga di monte Marello, mentre il bacino Sant’Anna ad  Isola Capo Rizzuto registra la peggiore performance degli ultimi 7 anni.

Non resta che pregare?

Dopo la preghiera per la pioggia dell’arcivescovo di Milano, ieri anche l'Ucoii invitava i musulmani a pregare affinché piova in abbondanza sull'Italia ormai a secco. Un po' di acqua dal cielo è effettivamente in arrivo. Per oggi, venerdì 24 giugno, è allerta meteo gialla in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e settori di Piemonte e Trentino Alto Adige. 

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