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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il via libera

Siccità, varato lo stato di emergenza per 5 regioni

Stanziati 36,5 milioni di euro per i primi interventi

Varato lo stato di emergenza per far fronte al problema siccità. E’ arrivato oggi pomeriggio il via libera del Consiglio dei ministri allo stato di emergenza per le 5 regioni che lo avevano richiesto: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte. Stanziati 36,5 milioni di euro per i primi interventi: 10,9 milioni per Emilia Romagna, 4,2 milioni per il Friuli Venezia Giulia, 9 milioni per la Lombardia, 7,6 milioni per il Piemonte e 4,8 milioni Veneto.

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"Siamo grati al premier per aver raccolto le nostre sollecitazioni e le richieste delle Regioni e delle organizzazioni agricole – ha commentato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio - I provvedimenti presi oggi dal Consiglio dei ministri riconoscono la gravità della situazione che affligge molte aree del nostro paese. Grazie allo stato d'emergenza deliberato per le Regioni maggiormente colpite, che lo hanno richiesto, saranno possibili interventi prioritari e misure strutturali nel medio e lungo termine".

"Siamo stati tra i primi - ricorda Centinaio - a chiedere con forza un rapido intervento di Palazzo Chigi per far fronte alla drammatica emergenza causata dalla siccità che sta mettendo in ginocchio il paese, con settori come l'agricoltura e la zootecnia che stanno pagando il prezzo più alto. Quanto approvato oggi è anche una risposta a chi ha minimizzato o addirittura continua a negare - come i No Sic - l'entità di una crisi che non ha precedenti e che è sotto gli occhi di tutti, testimoniata dal livello dei nostri laghi e fiumi, a iniziare dal Po. L'Italia è alle prese da mesi con assenza di precipitazioni e temperature superiori alla media, un surriscaldamento culminato nella tragedia della Marmolada. Il riconoscimento dello Stato di emergenza è un primo passo non solo per garantire i ristori a quanti sono stati danneggiati, ma anche per avviare un processo di riforma infrastrutturale che possa garantire al Paese un futuro in cui l'acqua sia una certezza e per non doverci più trovare ad affrontare situazioni come quella attuale", conclude Centinaio.

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