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Mercoledì, 24 Aprile 2024
la mappa dell'emergenza

Le piogge non bastano, la siccità incombe su altre regioni: la mappa dell'emergenza

L'emergenza siccità si sta spostando, aumentando il numero delle regioni coinvolte: ecco quali

Questo finesettimana buona parte dell'Italia ha vissuto una tregua dal caldo africano, ma le piogge non sono bastate a ristorare i territori colpiti dalla siccità, in alcuni casi senza precedenti. L'emergenza siccità continua e altre regioni potrebbero aggiungersi a quelle che hanno già chiesto lo stato di emergenza, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte 

La mappa dell'emergenza siccità in Italia

Le piogge degli ultimi giorni sono state abbondanti, ma in alcuni casi troppo estreme con ulteriori danni per territori già interessati nelle ultime settimane dall'emergenza siccità. In più, un terreno arido ci mette più tempo ad assorbire l'acqua e delle piogge occasionali non risolvono nulla. Ora, dal Nord-Italia, la parte del paese più in emergenza, la siccità si sta lentamente spostando verso Sud. In Campania, la siccità aggredisce il bacino idrografico dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno, mentre permane una situazione di rischio in quello del Sele, come segnala l’Osservatorio Anbi sulle risorse Idriche, registrando che, rispetto a 7 giorni fa, si segnalano in deciso calo i volumi dei bacini del Cilento (-18,7% sull’anno scorso) e del lago di Conza, mentre i fiumi hanno portate diversificate con il Garigliano ai minimi in anni recenti.

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Nel Lazio la situazione continua a peggiorare: le portate di tutti i corsi d’acqua continuano a diminuire (Tevere, Liri, Sacco ai minimi dal 2017 ed Aniene praticamente dimezzato) il lago di Nemi è circa un metro più basso dell’anno scorso, mentre quello di Bracciano è 31 centimetri in meno sul 2021, arrivando a toccare la soglia limite per la captazione dell’acqua dal lago.

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A Giugno, nella confinante Umbria, sono caduti mediamente solo poco più di 6 millimetri di pioggia, rispetto ai 30 registrati nello stesso periodo dell'anno scorso. Nel medio-basso Tevere, dall’inizio dell’anno, i pluviometri non superano i 140 millimetri: una situazione di grave sofferenza, di cui sono specchio la diga di Maroggia ed il lago Trasimeno largamente ai livelli minimi in anni recenti.

In Puglia gli invasi hanno distribuito, in una settimana, circa 18 milioni di metri cubi d’acqua, leggermente più di quanto registrato in Basilicata (Mmc. 17 ca.), dove il deficit rispetto al 2021 supera ormai i 40 milioni di metri cubi.

Nel Centro Italia, permane molto grave la situazione dei corsi d’acqua toscani (tutti sotto media), dove il Serchio registra valori inferiori al Minimo Deflusso Vitale e l’Ombrone è praticamente prosciugato. La Regione Toscana si appresta entro la prossima settimana a chiedere al governo il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, per "la peggiore siccità degli ultimi 100 anni"

mappa siccità toscana-2I fiumi marchigiani, fatta eccezione per il Tronto, segnano valori inferiori al già critico 2021 ed il Sentino continua a registrare storici primati negativi, scendendo di ulteriori 2 centimetri al di sotto del precedente record. Assolvendo alla loro funzione di riserva idrica per le campagne, in una settimana i bacini delle Marche sono calati di quasi 2 milioni di metri cubi d’acqua, avvicinandosi ai livelli dell’anno scorso.

In Sardegna, i livelli degli invasi sono complessivamente in linea con l’anno scorso, c’è preoccupazione per il sistema idrico di Alto Cixerri, Alto Coghinas, Sardegna Nord occidentale e Posada; la zona Nord Ovest dell’isola è quella, dove si registra il maggior deficit pluviometrico.

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La situazione al Nord

Ad eccezione del Maggiore, al Nord crollano i livelli dei Grandi Laghi (tutti abbondantemente sotto media) con il Lario, che scende addirittura oltre 32 centimetri sotto lo zero idrometrico, superando il minimo storico, registrato nel 1976; il Garda è sotto il 50% di riempimento (47,9%). In Valle d’Aosta, le recenti piogge non bastano a fare uscire la regione da uno stato di siccità estrema, soprattutto nei territori centrali, ma almeno aumentano le portate di Dora Baltea e torrente Lys, che restano sopra la media mensile.

Rimane una situazione “a macchia di leopardo” in Piemonte, dove crescono i flussi di Orco, Sesia e Stura di Lanzo, mentre Tanaro e Stura di Demonte calano; il deficit pluviometrico di Giugno è stato di oltre il 60% nei bacini Agogna Terdoppio, Scrivia Curone e Tanaro, mentre le piogge sono aumentate nelle zone di Toce, Ticino, Sesia e Dora Baltea. Nella regione decrescono le portate del fiume Po, che invece hanno timidi segnali di ripresa nel tratto fra Lombardia ed Emilia Romagna; a Pontelagoscuro, nel ferrarese, le portate di Giugno hanno mediamente registrato -85% sulla media, mentre ai rilevamenti di Cremona, Piacenza e Boretto rimangono abbondantemente al di sotto del minimo storico, fin qui registrato.   

In Lombardia resta praticamente invariata l’insufficiente portata dell’Adda, mentre le riserve idriche restano inferiori di oltre il 61% alla media storica e -65,2% rispetto all’anno scorso. In Friuli Venezia Giulia la prossima settimana si riunirà un tavolo tecnico definito di "guerra" con l'Arpa, i gestori del servizio idrico, una rappresentanza dei comuni (Bassa friulana, Pordenonese e Isontino), la Protezione civile, l'Università di Trieste e l'Ordine dei geologi, per una crisi idrica "che nessuna persona in vita ha mai visto".

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Nel Veneto, dove nel mese di giugno sono caduti mediamente 51 millimetri di pioggia ( -47% sulla media storica), la provincia di Rovigo resta “a secco” (caduti circa 4 millimetri). I bacini fluviali tra Livenza e Piave e quelli del Sile, del Fissero-Tartaro-Canal Bianco, nonché del bacino scolante nella laguna di Venezia registrano deficit pluviali, superiori all’80%. Da Ottobre a Giugno, cioè nell’anno idrologico, sul Veneto sono caduti 339 millimetri d’acqua in meno ed anche in questo caso è la provincia di Rovigo ad esserne maggiormente colpita (piogge inferiori ai 250 millimetri). Tra i fiumi soffre l’Astico (-74% sulla portata media), ma altezze inferiori agli anni scorsi si registrano anche per tutti gli altri fiumi della regione: a Giugno, il Bacchiglione ha avuto portate inferiori dal 60 all’80% rispetto alla media, mentre quelle della Livenza sono state al di sotto dei minimi storici.

In Emilia Romagna, infine, permane l’emergenza idrica con le portate dei fiumi Reno (mc./sec. 0,5) e Secchia (mc./sec. 1,1) sotto i minimi storici, mentre i bacini piacentini di Mignano e Molato risultano invasati, alla fine di Giugno, rispettivamente per il 46,7% e 21,2% con volumi idrici complessivi, praticamente dimezzati rispetto all’anno scorso.

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