Come cambiano i rapporti di forza nella famiglia Berlusconi dopo l'apertura del testamento
Le ultime volontà del Cavaliere sono note. Nessuno dei figli ha il controllo assoluto di Fininvest eppure due di loro hanno un ruolo di primo piano. Cosa succede all'impero economico
Nulla lasciato al caso e nessuna decisione dell'ultima ora. Silvio Berlusconi aveva un'idea ben chiara dell'assetto da dare al suo immenso patrimonio e l'ha chiaramente indicata nel testamento. Un equilibrio non facile: parliamo di un impero fatto di quote societarie e immobili, ma anche di 5 figli. La storia insegna che gli equilibri anche quelli apparentemente solidi non sempre lo sono davvero. Un esempio su tutti le liti dopo la morte di Gianni Agnelli.
Berlusconi ha fatto in modo che nessuno degli eredi da solo possa avere il controllo di Fininvest. Eppure due di loro, insieme, hanno il controllo. Ha legato a doppio filo Marina e Pier Silvio. Vediamo meglio cosa ha deciso Berlusconi.
Cosa c'è nel testamento di Silvio Berlusconi
Il testamento di Berlusconi
"Lascio la disponibile in parti uguali a Marina e Pier Silvio e tutto il resto in parti uguali ai miei cinque figli", scrive il 2 ottobre 2006 con mano ferma il Cavaliere ad Arcore (pochi giorni dopo il suo settantesimo compleanno). Il lascito viene integrato il 5 ottobre del 2020, quando Berlusconi è appena guarito dal Covid, con una donazione a favore del fratello Paolo di 100 milioni di euro.
Il 19 gennaio 2022, nuova modifica. Berlusconi sta per andare all'ospedale per un altro ricovero ed evidentemente l'ex premier teme il peggio. Stavolta il tono è diverso. Berlusconi scrive: Cara Marina, Pier Silvio, Barbara ed Eleonora, sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue", mette nero su bianco il leader azzurro la richiesta ai figli suoi eredi legittimi di versare 100 milioni di euro alla compagna Marta Fascina, 30 milioni di euro all'amico di sempre Marcello Dell'Utri e 100 milioni di euro al fratello Paolo, "per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me".
Esclude solo Luigi, l'ultimogenito, che molti considerano il suo "pupillo", forse perché il più piccolo. Per alcuni gli "fa un favore", perché, carte alla mano, i lasciti disposti per il fratello minore, la fidanzata e Dell'Utri non dovrebbero essere presi dalla sua eredità. "Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà", è il messaggio d'amore finale.
Marina, Pier Silvio e il colosso Fininvest
"Lascio la disponibile in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei 5 figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi", scrive Berlusconi.
Che significa "la disponibile"?. C'è una quota dell'eredità che per legge deve essere divisa in parti uguali a tutti gli eredi legittimi. In questo caso i figli e non Marta Fascina perché non si sono sposati legalmente. Una restante quota di patrimonio resta "libera" e può essere divisa come si vuole (a meno di non ledere gli altri eredi). Così Berlusconi dispone che questa parte "in più" vada ai figli maggiori Marina e Pier Silvio. Sono i due nati dal matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio. Questa quota si aggiunge a quella che giù tocca loro per legge, così il Cavaliere consegna loro le chiavi di Fininvest.
Nessuno dei cinque figli controllerà da solo Fininvest, come precisato da una nota ufficiale della famiglia. Insieme però, Marina e Pier Silvio, hanno il 53% assegnato. I due figli maggiori potranno prendere le decisioni ordinarie e straordinarie. Fininvest è una "scatola" ricca: ha il controllo di Mfe (ex Mediaset) con il 50%, è presente nell’editoria con il 53,3% di Mondadori, partecipa al 30% Mediolanum, detiene il 100% del Teatro Manzoni e, dopo la cessione del Milan, possiede il Monza calcio. Il 47% assegnato a Barbara, Eleonora e Luigi conta poco. O meglio, non basta a bloccare qualora lo volessero i due fratelli maggiori. Lo statuto Fininvest non prevede maggioranze qualificate per assumere decisioni. Basta la maggioranza semplice che, appunto, hanno i due figli maggiori. L'unico caso in cui è prevista la maggioranza di due terzi è l’assemblea straordinaria in seconda convocazione, opzione che viene messa in pratica solo se non si dovesse raggiungere il quorum costitutivo che è pari a più della metà del capitale.
Sarà dunque centrale nel futuro il sodalizio tra Marina e Pier Silvio. Silvio Berlusconi ha palesemente confidato nella loro unita d'intenti. Difficile oggi dire se ha avuto ragione.