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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Pugno duro

Le regole sugli spostamenti tra comuni nei giorni di festa non cambiano: nessuna deroga dal governo

La misura è stata contestata da alcuni governatori, dalle province e dall'opposizione. L'esecutivo tira dritto: "Le regole che abbiamo stabilito sono quelle e quelle rimangono". A Natale, Santo Stefano e Capodanno è concesso spostarsi solo per necessità comprovata

In aggiunta alle restrizioni legate alle diverse fasce di rischio in cui per il momento resta suddivisa l'Italia (gialla, arancione e rossa, anche se a breve ci si aspetta l'intero Paese in zona gialla), con l'ultimo Dpcm del 3 dicembre e con un decreto legge ad hoc l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha introdotto ulteriori divieti in vista delle festività. Per quanto riguarda gli spostamenti:

  • dalle ore 22.00 alle ore 5.00 del giorno successivo, nonché dalle ore 22.00 del 31 dicembre 2020 alle ore 7.00 del 1° gennaio 2021 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute;
  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, e nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 è vietato altresì ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute;
  • è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1°gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune.

Le regole sugli spostamenti nei giorni di festa che "penalizzano i piccoli comuni"

Le regole dunque diventano ancora più stringenti nei giorni 25, 26 dicembre e 1 gennaio, giornate in cui il divieto riguarda gli spostamenti tra un comune e l’altro. Da più parti nei giorni scorsi è stato proposto un allentamento di questa misura: alcuni governatori (in particolare quelli di Piemonte, Veneto, Lombardia, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna) hanno fatto notare al governo che ad essere penalizzati dalla norma sono i piccoli comuni rispetto ai grandi centri urbani. In alcuni casi, sottolinea chi chiede una deroga, sono permessi spostamenti molto più lunghi (ad esempio a Roma o a Milano all'interno della stessa area metropolitana), mentre saranno vietati gli spostamenti di pochi chilometri tra piccoli comuni vicini.

"La nostra proposta - ha detto il presidente dell'Unione delle province italiane, Michele De Pascale - è di una correzione alle ultime disposizioni sul Natale: concedere la possibilità di spostamenti tra comuni all'interno della stessa provincia nelle giornate delle festività. Sarebbe una soluzione di buonsenso, una mediazione tra sicurezza e umanità". "Dal punto di vista epidemiologico - ha detto il governatore della Lombardia Attilio Fontana - non ha senso che sia considerato sicuro muoversi per le visite nel proprio Comune e sia definito pericoloso andare a trovare qualcuno che abita nel paese di fianco. Mi auguro che il Parlamento abbia un sussulto e sistemi questa norma, che mi sembra veramente una sciocchezza. Siamo ancora in tempo. Ho chiesto al premier Conte di intervenire".

L'idea che potrebbe diventare una proposta parlamentare è quella di inserire il divieto di spostamento a livello provinciale e non più comunale nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, con un emendamento al decreto legge del 4 dicembre scorso. "Stiamo cercando di convincere il governo a fare come in altri Paesi, per non dividere gli italiani. Il Natale non è un lusso per ricchi: sì alla prudenza, ma no alla prigione. Poter uscire dal proprio comune ad esempio entro un raggio di 50 chilometri sarebbe una misura di buonsenso", ha scritto su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini.

Il governo non concede deroghe sul divieto di spostamento tra comuni

Il governo tuttavia tira dritto: per ora nessuna deroga, le regole non cambiano, malgrado il pressing che arriva da governatori, province e opposizione. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha ribadito che "le misure sono queste e le confermiamo e le norme restano queste. In questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili e il messaggio del governo vuole essere questo: nei giorni più caldi, dove c'è più rischio che salga la mobilità, chiediamo un sacrificio alle persone".

Il concetto del rigore e del "no" ad una deroga sugli spostamenti tra comuni nei giorni di festa è stato ribadito anche dal viceministro dell'Interno Matteo Mauri. "Le regole non cambiano. A meno che la curva dei contagi non cambi radicalmente in pochi giorni, le regole che abbiamo stabilito sono quelle e quelle devono rimanere - ha detto stamattina ai microfoni di Radio24 -. Non è una questione formale ma sostanziale, capisco che chi abita nei centri più piccoli guardi a chi vive nelle grandi città e ha maggiore libertà di movimento, ma la verità è che i due terzi degli italiani risiede proprio nei comuni medi e piccoli: di conseguenza, se si dovesse lasciare libertà di circolazione tra i comuni la maggioranza dei cittadini sarebbe libera di spostarsi. Senza contare che sono tantissimi, ad esempio, quelli che vivono nelle grandi città e hanno parenti fuori: farebbero lo stesso".

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