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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il tampone rapido dal medico di famiglia

Trenta milioni per effettuare i test antigenici dal medico di base e dal pediatra. Il costo sarà a carico dello Stato e non del paziente

Nuovi record per contagi e vittime nelle ultime 24 ore in Italia. I positivi sono 21.994 a fronte di 174.398 tamponi. I morti sono 221 (ieri erano 141), secondo i dati del ministero della Salute. Balzo dei pazienti in terapia intensiva per Covid-19 in Italia: sono 127 in più nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, per un totale di 1.411 persone in rianimazione. Nei reparti ordinari ci sono ora 13.955 pazienti, con un incremento di 958. Gli attualmente positivi sono arrivati a 255.090, ben 18.406 più di ieri.

Il tampone rapido dal medico di famiglia

Per decongestionare il sistema di testing e riuscire ad individuare tempestivamente i nuovi contagi da coronavirus, presto sarà possibile sottoporsi ai tamponi rapidi nello studio dei medici di base. Il governo, infatti, punta sui medici di famiglia e sui pediatri per effettuare i test antigenici, con un finanziamento di 30 milioni di euro nel decreto Ristori. Nel dettaglio, se il test sarà eseguito nello studio del professionista è prevista una remunerazione per i medici di base di 18 euro, che dovrebbe scendere a 12 euro se il tampone rapido sarà effettuato in una struttura delle Asl. Il costo dei test sarà a carico dello Stato e non del paziente.

La comunicazione dell'esito del tampone avverrà attraverso referto elettronico, che sarà "comprensivo dei dati di contatti, imprescindibili per adottare i provvedimenti di sanità pubblica" come l'isolamento e la quarantena e fondamentali anche per le procedure di tracciamento, si legge ancora nella bozza del Decreto Ristori.

La trattativa tra sindacati dei medici e governo

Questo sarebbe quanto previsto dall'accordo con i sindacati del medici, attualmente ancora in via di definizione, per i tamponi rapidi per il coronavirus negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. I sindacati dei medici sono stati convocati nel pomeriggio di oggi, 27 ottobre, dalla Sisac (Struttura interregionale sanitari convenzionati) per discutere sui termini dell’accordo.

Quando bisogna fare il tampone se si accusano i sintomi del coronavirus (o in caso di contatto con positivo)

Secondo quanto appreso dall'Ansa, sarebbero stati stanziali 30 milioni di euro a questo scopo. Il testo confluisce nell'Accordo collettivo nazionale stralcio (il contratto di lavoro dei medici convenzionati) e potrebbe prevedere l'obbligatorietà per tutti i medici di medicina generale di eseguire i test rapidi. Tuttavia, secondo quanto riporta la fonte, i sindacati avrebbero chiesto che l'adesione sia esclusivamente su base volontaria. Vi sarebbero state invece delle modifiche del testo iniziale in relazione agli strumenti per la diagnostica che verranno consegnati dalle Regioni agli studi medici: non sarebbero più a carico dei professionisti la formazione e la manutenzione delle apparecchiature.

L'aumento dei casi e il punto di Gianni Rezza

E mentre prosegue la trattativa tra i medici di famiglia e il governo, nel pomeriggio di oggi nel corso di una conferenza stampa organizzata dallo stesso Ministero insieme all'Istituto Superiore di Sanità, per fare il punto della situazione a proposito dell’emergenza sanitaria nel nostro Paese, Gianni Rezza, il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, ha sottolineato come a fronte dell’incremento dei casi di coronavirus nella Penisola le terapie intensive siano ancora sotto il livello di guardia. "Oggi ci troviamo in una situazione diversa da marzo, noi eravamo i primi a sperimentare la pandemia, oggi altri Paesi fanno da battistrada e noi li osserviamo con grande attenzione - ha spiegato -. Questo perché a marzo altri hanno imparato dalla nostra esperienza, noi oggi possiamo capire dove potrebbe andare l'epidemia se non adottiamo determinate misure".

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