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Venerdì, 19 Aprile 2024
Green pass e aziende

"Dipendenti no vax paghino le loro scelte": il plauso di Burioni per l'AD di Kiko

Netta presa di posizione dell'azienda di cosmetici. Esulta il virologo: "per la prima volta entro in profumeria!". Ma il governo discute sui test gratuiti

Continua la querelle sui tamponi gratis o pagati dalle aziende in vista dell'introduzione del green pass obbligatorio da venerdì 15 ottobre. L'ultima, netta, presa di posizione arriva da Cristina Scocchia, amministratore delegato dell’azienda di cosmetici Kiko, che ha opposto un deciso rifiuto alla possibilità di pagare i test ai dipendenti. "Chi decide di non vaccinarsi deve pagare le spese di questa decisione, per questo non finanzieremo i tamponi ai nostri dipendenti”, ha annunciato l'ad nel corso della trasmissione televisiva Otto e Mezzo condotta da Lilli Gruber. Posizione subito rilanciata sui social e accolta con entusiasmo dal virologo Roberto Burioni. "Cosmetici Kiko. Se esiste una linea per uomo da domani per la prima volta nella vita entro in profumeria. Bravi!", ha twittato l'esperto.

Tamponi gratis, tweet di Roberto Burioni-2

L'ad di Kiko ha spiegato che la sua è soprattutto una posizione di principio. "Non siamo dell'idea di pagare i tamponi", ha argomentato durante la trasmissione. "Non ne facciamo una questione economica ma di principio. Siamo a favore del green pass perché siamo a favore della vaccinazione. E' ovvio che, visto che non c'è un obbligo, tutti devono poter essere liberi di non vaccinarsi, però riteniamo che chi decide di non vaccinarsi debba pagare le spese di questa decisione. Non può essere né l'azienda né la collettività ad assumere questo costo."

Tamponi gratis fanno discutere il governo

La questione continua a far discutere anche all'interno del governo. Una cauta apertura è arrivata dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ospite di 'L'aria che tira' su La7. "Io credo che il tampone pagato dallo Stato possa avere uno spazio da valutare in determinate fasce della popolazione: quelle più povere che hanno una fragilità economica e probabilmente anche per aiutare la popolazione studentesca, perché laddove c'è il diritto allo studio probabilmente un'apertura può essere fatta".

Più intransigente l'altro sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, secondo cui "la via maestra che ha scelto il Governo per uscire dalla pandemia è il vaccino, non il tampone. E dobbiamo dire grazie ai 43 milioni di cittadini che hanno compreso e si sono vaccinati, non solo per mettere a riparo la propria vita, non solo per mettere a riparo la vita degli altri, ma per consentire al Paese di ritornare alla normalità. Con il tampone gratuito si rischia di non tener conto di questi 43 milioni che invece hanno avuto fiducia nel Governo". Piuttosto "darei il tampone gratuito a chi si è vaccinato, per permettergli un costante monitoraggio".

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