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Venerdì, 19 Aprile 2024
Green pass obbligatorio

I tamponi ai lavoratori non vaccinati pagati dallo Stato?

La proposta di Beppe Grillo per gli occupati che non hanno ricevuto alcuna somministrazione anti covid. Quanto costerebbe e quanto spenderebbe al mese, di tasca propria, un lavoratore no vax per fare i test rapidi per andare al lavoro

Tra privato e pubblico ci sono ancora alcuni milioni di lavoratori senza vaccino. Un aspetto che dal 15 ottobre avrà ricadute importanti sul mondo del lavoro e sull'organizzazione dei test anti covid. Da venerdì infatti scatta l'obbligo del green pass per svolgere le attività lavorative e chi non è vaccinato dovrà fare o un tampone rapido ogni 48 ore, o un molecolare ogni 72. Ciò significa svolgere milioni di test ogni settimana. Ma le nostre strutture sanitarie (farmacie comprese), ha avvertito la Fondazione Gimbe, non hanno la capacità produttiva per rispondere a una simile richiesta, come abbiamo spiegato qui. Per il lavoratore che va in sede senza green pass le multe variano da 600 a 1.500 euro, mentre il datore di lavoro che non controlla rischia una sanzione da 400 a mille euro. In sostanza, per ottenere il green pass i lavoratori non vaccinati hanno solo due alternative:

  • esibire un documento che dimostri di aver superato l'infezione da Sars-CoV-2. In questo caso la durata della carta verde è di 6 mesi (estesa a 12 per chi ha fatto una dose di vaccino);
  • aver effettuato un tampone negativo. In questo caso la durata del green pass è di 48 ore per il test antigenico rapido e 72 per il molecolare. Il che vuol dire che un lavoratore senza vaccino dovrà fare 2-3 tamponi a settimana per lavorare. Un problema anche economico visto che i tamponi antigenici, benché venduti a prezzo calmierato, hanno comunque un costo di 15 euro.

Come fare? Oggi Beppe Grillo ha lanciato una proposta per fare in modo che lo Stato paghi i tamponi ai lavoratori senza vaccino. Secondo la sua stima, da qui a fine dicembre 2021 il costo potrebbe aggirarsi intorno a un miliardo di euro. "I lavoratori senza vaccino potrebbero essere 3-3,5 milioni, su 23 milioni di lavoratori, il 13%-15% circa. Se lo Stato decidesse, come auspicabile, di pagare i tamponi per entrare in azienda, per questi lavoratori, servirebbe circa 1 miliardo di euro fino a dicembre 2021", ha scritto il garante del Movimento 5 stelle sul suo blog, in un post intitolato "Su green pass serve pacificazione".

Per individuare i lavoratori senza vaccino e fare in modo che "il costo del tampone sia solo anticipato dall'azienda ma pagato a conguaglio da Inps, come succede in genere per la cassa integrazione ordinaria sui versamenti dei contributi aziendali", Grillo ha proposto uno scambio di dati tra Sogei (l'azienda che svolge servizi di consulenza informatica per la pubblica amministrazione e che detiene i dati sul green pass) e l'Inps. Un meccanismo del genere "non invaderebbe la privacy se non nei limiti strettamente necessari - ha spiegato Grillo - e comunque senza conseguenza alcuna per i lavoratori, se non ai fini di pagare il costo del tampone" e avrebbe "il doppio vantaggio: uno, di essere veloce, evitare file e controlli ai tornelli aziendali, durante i quali certamente i lavoratori vedrebbero in quel caso violati i loro spazi di libertà, e due, di essere gratuito per i lavoratori, e di individuare il costo e coprirlo con un bonus apposito, pagato dallo Stato".

Quanti sono i lavoratori non vaccinati?

Grillo ha scritto sul suo blog che "ad oggi, sono circa 41 milioni gli italiani con vaccinazione completa, che corrisponde all'80% della popolazione over 12. Uno dei migliori dati in Europa - ha continuato - che dovrebbe suggerire quindi che il popolo no vax in Italia è molto contenuto". Secondo i calcoli del fondatore del M5s, "sui 19 milioni mancanti circa 6 hanno meno di 12 anni, e altri 6 circa hanno tra 12 e 19 anni, e quindi sono in prevalenza studenti delle scuole superiori e non lavoratori. Si stima poi che ci siano circa 2,5 milioni di over 60enni senza vaccino, prevalentemente concentrati sui 60-69 anni. Tra questi oltre la metà sono pensionati e meno di 1 milione i lavoratori. Quindi dovremmo avere 19-12-1=6 milioni circa in età attiva. Non tutti questi sono lavoratori: potrebbero essere disoccupati, inattivi e non occupati, almeno per i 2/3, quindi 2,5-3 milioni", è la conclusione del calcolo di Grillo.

Diversi sono invece i numeri della Fondazione Gimbe: tra i circa 8 milioni di italiani over 12 che non hanno fatto nemmeno una dose, "ci sono 4-5 milioni di persone in età lavorativa". Un numero enorme di persone che da venerdì 15 ottobre dovranno ricorrere a un tampone rapido ogni 48 ore o a un test molecolare ogni 72 ore. Secondo il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, "bisognerebbe fare 12-15 milioni di test a settimana e questo non sarebbe proprio fattibile, perché non abbiamo questa capacità". Secondo Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, sarebbero invece "più di due milioni e mezzo" i lavoratori non ancora vaccinati. Da qui la richiesta al premier Mario Draghi di posticipare l'entrata in vigore del green pass.

Il costo dei tamponi rapidi e quanti test servirebbero

Facciamo ordine. Su un totale di 8 milioni di italiani al momento senza green pass, dal 15 ottobre la stima dei lavoratori in presenza, tra pubblico e privato, è di circa 3 milioni. Prendendo in considerazione una settimana lavorativa di cinque giorni con, di conseguenza, almeno tre tamponi antigenici rapidi a settimana al prezzo calmierato di 15 euro l'uno, un lavoratore no vax spenderebbe 45 euro a settimana - 180 euro al mese - per fare i tamponi per andare al lavoro. Una stima sul costo totale mensile dei tamponi rapidi a tutti i lavoratori che ne dovranno fare uso, elaborata da SkyTg24, è di 500 milioni di euro. E quanti tamponi serviranno dal 15 ottobre? Si stimano due milioni a settimana di test rapidi, fino a un massimo teorico di 10 milioni in sette giorni. Nell'ultima settimana in Italia sono stati eseguiti in media 300mila tamponi giornalieri. La nostra capacità di testare tutti i lavoratori senza vaccino potrebbe rivelarsi insufficiente.

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