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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tamponi rapidi: dove fare i test antigenici per il Green Pass a 8 e 15 euro

Firmato il protocollo d’intesa che garantirà la somministrazione dei test antigenici rapidi, validi per l’emissione della certificazione digitale, a prezzo calmierato da parte delle farmacie aderenti. Le cose da sapere e l'elenco delle farmacie

I tamponi a prezzo calmierato, ma non gratis. Il nuovo decreto green pass prevede infatti - oltre all'estensione del green pass ai luoghi di lavoro dal 15 ottobre - l'obbligo per le farmacie di effettuare tamponi a prezzi calmierati: 15 euro e 8 euro per i minorenni. Saranno invece gratuiti i tamponi per tutti i soggetti fragili che non si possono vaccinare. Il testo prevede una sanzione da 1.000 a 10mila euro per le farmacie che non rispettano i prezzi calmierati. Il vaccino Covid non è obbligatorie quindi, come abbiamo spiegato nel dettaglio, vivere con il green pass ma senza fare il vaccino è assolutamente possibile.

È stato firmato il protocollo d’intesa che garantirà la somministrazione dei test antigenici rapidi, validi per l’emissione della certificazione digitale, a prezzo calmierato da parte delle farmacie aderenti. L’accordo è stato predisposto dal Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo d’intesa con il Ministro della Salute Roberto Speranza ed i presidenti di Federfarma, A.S.SO.FARM. e FarmacieUnite.

I tamponi a 8 e 15 euro per il Green Pass

Il documento prevede che presso le farmacie aderenti al protocollo d’intesa il prezzo del test a favore dei minori di età compresa tra i 12 e i 18 anni sarà pari a 8 Euro, mentre per gli over 18 tale prezzo è fissato a 15 Euro. In particolare, per i test eseguiti in favore dei minori tra i 12 e i 18 anni, le farmacie aderenti riceveranno un contributo da parte dell’Amministrazione Pubblica pari a 7 Euro. La remunerazione complessiva per le farmacie sarà pari a 15 Euro, di cui 8 a carico dell’utente e 7 quale quota di contribuzione pubblica.

I 15 Euro comprendono - oltre alla prestazione professionale legata alla somministrazione e al rilascio della certificazione digitale - i costi di approvvigionamento dei test antigenici rapidi, del materiale di consumo, degli oneri logistici e ogni altro onere accessorio. Le prenotazioni, la gestione degli appuntamenti e l’esecuzione dei test verranno eseguiti autonomamente dalle farmacie, con priorità alla fascia di età 12-18 anni. Il protocollo sarà valido fino al 30 settembre 2021 e l’elenco delle farmacie aderenti sarà pubblicato sul sito internet istituzionale del Commissario Straordinario all’emergenza Covid-19.

L'elenco delle farmacie dove fare i tamponi a prezzo calmierato

E' giusto che i lavoratori paghino i tamponi?

Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini, i tamponi non dovrebbero essere pagati dai lavoratori non vaccinati contro Covid che devono fare continui test ai fini del Green pass, perché - sostiene - è come dire che una persona deve pagare per lavorare. "Pagare per lavorare? Perché, non si paga l'autobus per andare al lavoro?", è il commento del virologo Andrea Crisanti, secondo cui non andrebbe vista così la questione, spiega all'Adnkronos Salute. Aggiungendo un appunto: "Però non chiamiamoli evasori vaccinali. Prima di tutto perché chi non fa il vaccino non lo è, semplicemente perché non c'è nessuna disposizione che li obbliga", fa notare.

"Io penso che sia una rappresentazione sbagliata che non tiene conto di tante persone che hanno semplicemente paura", riflette il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, entrando nel dibattito aperto dalle dichiarazioni dell'immunologo Sergio Abrignani del Cts, secondo cui dare la possibilità di fare tamponi gratis a quelli che definisce evasori vaccinali è come dare un condono a un evasore fiscale. "Vanno tenute in considerazione le paure delle persone", dice Crisanti, che possono nascere "anche grazie a una comunicazione fatta male. Penso che in Italia dovremmo tutti imparare a rispettare chi non è d'accordo. Anche se è un no vax. C'è sempre dietro un essere umano". Per Crisanti, questo è "un argomento molto complesso. E penso che posizioni troppo estreme siano polarizzanti e divisive e creino un solco che non favorisce il dialogo - aggiunge - Io per prima cosa metterei in chiaro le cose: il Green pass serve per indurre le persone a vaccinarsi, non è una misura di sanità pubblica. E così va bene". Detto questo, è giusto che le persone che non si vaccinano si paghino i tamponi perché "sono liberi, ma la loro libertà non deve essere un costo sociale", puntualizza il virologo.

E' giusto imporre il Green pass per andare al lavoro? "A dire il vero in molti ambienti e in molte fabbriche usano le mascherine e non ci sarebbe bisogno del Green pass, perché le mascherine sono più sicure del Green pass, se usate correttamente. Quindi, dipende da situazione a situazione", risponde l'esperto. "Se il Green pass è proposto come uno strumento per far vaccinare le persone va bene, ma non è uno strumento per creare ambienti sicuri - ribadisce Crisanti - Pure il fatto che sia stato esteso a 12 mesi lo dimostra, se è vero ciò che i dati di Israele ci dicono, e cioè che dopo 7 mesi non si è così protetti dall'infezione e dalla trasmissione. Quindi di che parliamo?".

"Una volta introdotto il Green pass la terza dose di vaccino anti-Covid diventa una conseguenza logica. Se infatti dopo un certo lasso di tempo con la doppia dose non sei più protetto, come emerge dai dati, le due cose dovrebbero andare di pari passo: se fai il Green pass devi fare pure la terza dose. Non ha senso fare uno senza l'altra". Una scelta obbligata? "Penso che ormai il Governo si sia infilato in un vicolo cieco", dice. L'esperto, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, commenta all'Adnkronos Salute i dati di Israele, che mostrano un calo dei casi gravi e dei contagi con la terza dose negli over 60. Serve dunque un richiamo per tutti, a giudicare da queste evidenze? "Mi piacerebbe vederli un po' più consolidati questi dati di Israele - puntualizza Crisanti - Nel giro di massimo un mese li avremo, e saremo tutti più tranquilli sulla terza dose. Ma, in ogni caso, sta nella logica del Green pass".

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