I tamponi rapidi conteggiati nel "nuovo" bollettino
Il governo cambierà il modo di registrare i dati, come richiesto dalle regioni. Lo anticipa Luca Zaia in un'intervista in cui parla del "caso Veneto" e lo conferma Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico
Sono 2.782 i nuovi casi positivi al coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Veneto, che portano così a 243.434 il totale dei contagiati dall'inizio della pandemia. Secondo il bollettino della regione, aggiornato alle ore 8 di oggi, si registrano poi 69 decessi in più rispetto a ieri, che portano il totale dei morti dal 21 febbraio ad oggi a 6.107. Cresce la pressione sui reparti ospedalieri non critici, con 3.007 ricoverati, 77 in più rispetto a ieri, mentre nelle terapie intensive ci sono quattro pazienti in meno, per un totale di 387 ricoverati. Cosa sta succedendo in Veneto? La regione continua in questa seconda ondata ad avere un numero molto alto di contagiati.
I tamponi rapidi conteggiati nel "nuovo" bollettino: così cambia il modo di registrare i dati
"Il Veneto paga un prezzo particolare sui contagi di questi giorni, una regione che è rimasta in zona gialla per diverse settimane, che ha assunto alcune decisioni peculiari ma legittime, e che tuttavia ha ben organizzato la medicina sul territorio regionale". Lo ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ospite di Alessandra Sardoni ad Omnibus su La7. La notizia però è un'altra. "I tamponi rapidi verranno conteggiati nella nuova circolare", ha aggiunto inoltre Miozzo, confermando quanto detto dal presidente Luca Zaia in un'intervista al Corriere della Sera di oggi.
"In Veneto tanti contagi? Qui facciamo migliaia di tamponi"
"In Veneto la situazione è assolutamente seria, e lo sarà fino a quando avremo dimesso l'ultimo paziente. Il Covid è un incubo. Ma da qui al leggere i dati senza la necessaria consapevolezza, ce ne corre". Così Luca Zaia sui dati diffusi negli ultimi giorni, che danno la regione da lui guidata in testa alla classifica per contagi. "Tra pochi giorni i nostri contagi si abbasseranno. Il governo cambierà il modo di registrare i dati, come richiesto dalle regioni - dice il governatore veneto al Corriere della Sera -. Noi da sempre facciamo un gran numero di tamponi rapidi. Che però, sulla base della circolare del febbraio scorso, non possono essere inclusi nella statistica. O meglio: i positivi sono contati, ma il loro numero viene caricato sui soli tamponi molecolari. Ma nei prossimi giorni, questo cambierà. Il ministero ci ha inviato la bozza della circolare che sostituirà quella di febbraio, che include i tamponi rapidi. La verità è che la nostra regione a ottobre aveva il 5% dei positivi sui test, a novembre e dicembre l'8%. Mentre la media nazionale è del 12,48%. Il tasso di positività oltre il 36% non esiste".
Il boom di contagi che si sta registrando in Veneto, dove nelle ultime 24 ore pure ci sono stati 2.782 positivi, non dipende dalla nuova variante inglese del Covid ma dalla zona gialla. Ne è convinto il professor Andrea Crisanti che intervenendo a L'Aria che tira su La7 ha spiegato come il numero dei casi sia dovuto ad "una maggiore circolazione delle persone che favorisce la trasmissione del virus. L’altro elemento è legato ai tamponi rapidi, che hanno un’affidabilità bassa. Si è puntato sui tamponi rapidi, il personale delle rsa è stato ‘screenato' con i tamponi rapidi e nelle rsa abbiamo contagi senza precedenti. Più tamponi si fanno e più si interrompe la catena di trasmissione, ma questo dovrebbe essere seguito dalla diminuzione dei casi e dei morti. Qui abbiamo un aumento di casi e di morti senza precedenti".
Come funzionano e quanto sono accurati i diversi test per il coronavirus
In attesa della nuova circolare ministeriale che includerà nel conteggio dei casi anche quelli con tampone rapido, ecco una breve guida sui diversi test esistenti per individuare un'eventuale positività al Sars-Cov-2, su come funzionano e quanto sono accurati.
Il test molecolare
Il test molecolare è il cosiddetto "tampone” ed attualmente è il test più affidabile. Con un lungo bastoncino, simile a un cotton-fioc, viene prelevato un campione delle vie respiratorie del paziente che viene poi analizzato attraverso metodi molecolari molto accurati che amplificano i geni del virus. In questo modo si rileva la presenza del materiale genetico del virus nell’organismo del paziente. Il tampone può essere effettuato solo in laboratori altamente specializzati e formalmente individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle due alle sei ore anche se, a causa della stragrande richiesta, il risultato viene dato al paziente in genere entro 24-72 ore.
Il test antigenico o tampone rapido
L’antigenico è il test definito comunemente come "tampone rapido". La modalità di prelievo è la stessa del test molecolare ma non vengono cercati e individuati i geni del virus bensì le sue proteine (gli antigeni). I risultati del test si hanno in tempi molto brevi (circa 30 minuti) ma la sensibilità e specificità di questo test sono inferiori a quelle del test molecolare. Questo "tampone rapido" è stato recentemente introdotto per le situazioni dove è importante avere una risposta in tempi rapidi, per esempio nello screening dei passeggeri negli aeroporti.
Il test sierologico
Il test sierologico (o immunologico) rileva la presenza nel sangue degli anticorpi specifici che il sistema immunitario produce in risposta ad un’eventuale infezione da Sars-Cov-2, la loro tipologia (IgG, IgM, IgA), ed eventualmente la loro quantità. Il test richiede un prelievo di sangue venoso e viene effettuato presso laboratori specializzati. Il sierologico indica se si è entrati in contatto con il virus, ma non è adatto a diagnosticare un'infezione in atto.
Il test sierologico rapido
I test sierologici rapidi si basano sullo stesso principio di quelli classici, ma sono semplificati e danno risposte solo di tipo qualitativo, dicono cioè soltanto se nell'organismo sono presenti gli anticorpi specifici per il virus. Il prelievo di sangue capillare avviene attraverso il “pungidito”. I risultati del test si hanno in tempi molto brevi (circa 15-20 minuti) ma l'affidabilità di questo tipo di test è tuttavia molto variabile e l'Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente non ne raccomanda l'utilizzo.
Recentemente sono stati proposti test che utilizzano come campione da analizzare la saliva. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare (che rilevano cioè la presenza nel campione dei geni del virus) e di tipo antigenico (che rilevano nel campione le proteine virali).
Il test salivare molecolare
Il test salivare molecolare utilizza uno dei sistemi correntemente utilizzati per i tamponi naso-faringei. Si effettua mediante prelievo della saliva. Questa tipologia di test, sebbene più comoda per il paziente, non ha una processività elevata: si riescono cioè ad analizzare pochi campioni alla volta. Tuttavia i tempi di analisi dei campioni sono più brevi del tampone classico, ossia sono di circa un'ora. L’utilizzo di questo test è pertanto indicato soltanto in casi particolari, come per esempio la conferma urgente di positività riscontrate nel corso di test antigenici.
Il test salivare antigenico
Il test salivare antigenico può avvenire in due soluzioni. La prima soluzione ha mostrato livelli di sensibilità simili a quelli dei tamponi antigenici rapidi, ma il test deve essere effettuato in laboratorio, quindi, a meno che non si attivino unità di laboratorio presso i punti dove viene effettuato il prelievo, non è utilizzabile in contesti di screening rapido (per esempio gli aeroporti). La seconda soluzione non richiede strumentazione di laboratorio e dà i risultati in pochi minuti, ma sembrerebbe risultare meno performante rispetto al test molecolare standard.
In conclusione:
- I test sierologici non possono essere utilizzati per la diagnosi di infezione in atto: a tal fine occorre utilizzare i metodi diagnostici che rilevano la presenza diretta del genoma del virus o delle sue proteine (antigeni);
- I test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come il tracciamento dei contatti di casi positivi o lo screening rapido di numerose persone, ma non hanno la stessa sensibilità e specificità del test molecolare;
- I test antigenici e molecolari su campioni di saliva al momento difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone in quanto richiedono un laboratorio attrezzato;
- Il test molecolare rimane a tutt’oggi il gold standard per la diagnosi; gli altri metodi vanno utilizzati se non si dispone della possibilità di accedere al test molecolare classico, oppure per scopi diversi dal contesto diagnostico, quale la sorveglianza epidemiologica.