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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Terapie intensive, le 12 regioni oltre la soglia critica

I dati elaborati da Agenas: nei reparti ordinari un ricovero su due è per Covid

La soglia del 30% di posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19, definita "critica" dal ministero della Salute nell'emergenza coronavirus è stata ormai ampiamente superata. Stando ai dati elaborati dall'Agenas, l'Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali (e aggiornati al 10 novembre) la media italiana è infatti salita rapidamente negli ultimi giorni attestandosi al 37%, ma è allarme rosso in 11 regioni e nelle 2 Province autonome del Trentino Alto Adige, che l'hanno ampiamente superata.

In cima alla 'lista nera' l'Umbria che ha toccato ormai il 57% di saturazione dei suoi posti letto di intensiva, seguita da Piemonte (56%), Provincia autonoma di Bolzano e Lombardia al 54%. 

  • Abruzzo 26%
  • Basilicata non pervenuta
  • Calabria 16%
  • Campania 33%
  • Emilia Romagna 38%
  • Friuli Venezia Giulia 27%
  • Lazio 27%
  • Liguria 44%
  • Lombardia 54%
  • Marche 46%
  • Molise 21%
  • Piemonte 56%;
  • Pa Bolzano 54%,
  • Pa Trento 42%
  • Puglia 30%
  • Sardegna 30%
  • Sicilia 27%
  • Toscana 47%
  • Umbria 57%
  • Valle D’Aosta 50%
  • Veneto 20%

In tutto dunque in 12 regioni il livello di guardia è stato raggiunto o superato: Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Puglia 30%, Sardegna 30%.

Un ricovero su due è per Covid

La media dei pazienti Covid in area non critica ha invece raggiunto il 52%. In altre parole più della metà dei ricoveri nei reparti di area medica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia) degli ospedali italiani riguarda pazienti Covid. Una percentuale media, quella italiana, che supera di molto la soglia del 40% definita 'critica' dal ministero della Salute. E che è ampiamente 'sforata' da 11 regioni, con punte massime del 99% nella Provincia autonoma di Bolzano, del 92% in Piemonte, dell'86% in Valle d'Aosta, seguita dalla Lombardia con il 75%. 

La lettera dei medici: "Afflusso di pazienti abnorme, la situazione è drammatica"

Intanto va registrato l'ennesima presa di posizione dei camici bianchi e degli operatori sanitari. Gli ospedali italiani "sono ormai vicini al collasso a causa di due fattori concomitanti: carenza di personale sanitario e mancanza dei posti letto, a fronte dell'abnorme afflusso di malati per la rapida e vertiginosa diffusione dell'infezione virale". Lo segnalano in una lettera aperta le società scientifiche degli internisti, Fadoi e Simi, dei geriatri, Sigg e Sigot, e l'associazione degli infermieri di Medicina interna, Animo, denunciando la "drammatica situazione ospedaliera" dovuta alla pandemia da Covid-19. "E' corretto e logico monitorare la crescente saturazione dei posti letto nelle terapie intensive - scrivono i presidenti delle società - ma in tante regioni i tassi di occupazione dei reparti di Area medica sono ormai superiori al 100%, considerando anche la presenza dei malati non Covid che continuiamo ad assistere, ma le cui possibilità di accesso agli ospedali si stanno riducendo. Una conseguenza probabile, se non certa - avvertono i medici - sarà l'incapacità di garantire gli standard qualitativi per le cure a tutti i malati cronici e ai malati acuti non Covid, oltre a ulteriori criticità e ritardi nel campo della prevenzione".

"La situazione sanitaria è drammatica - ripetono gli specialisti - e noi medici e infermieri di Area medica, sia nei nostri reparti sia in altri reparti ultra-specialistici rapidamente riconvertiti in Unità Covid, ci prendiamo cura di oltre il 70% dei malati Covid ricoverati in ospedale, garantendo tutte le cure, compresa l'ossigenoterapia e la ventilazione non invasiva, cercando di strappare il paziente all'intubazione o alla morte". Per questo "sentiamo il dovere di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla reale situazione che viviamo ogni giorno negli ospedali".

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