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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Le cose da sapere

Quando si accendono i termosifoni quest'anno: il nuovo calendario

Il decreto firmato dall'ex ministro della transizione energetica Roberto Cingolani stabilisce alcune limitazioni all'uso dei riscaldamenti, per abbassare i costi e l'impatto sulle bollette. A causa delle temperature elevate e superiori alle medie stagionali, tuttavia, molti sindaci hanno deciso di rimandare la data prevista

Come stabilito dal decreto firmato dall'ex ministro della transizione energetica Roberto Cingolani, l'accensione del riscaldamento in case ed edifici è stata rinviata e limitata per far fronte al caro energia. Nel dettaglio, si legge nel decreto del 6 ottobre scorso, il periodo di funzionamento per l'inverno 2022/2023 si riduce in totale di 15 giorni: la data di accensione è stata spostata per tutti di 8 giorni e quella di spegnimento è stata anticipata di 7. Inoltre, i riscaldamenti funzioneranno un'ora in meno al giorno. Cosa significa in concreto? E soprattutto: quando si accendono i termosifoni quest'anno? L'Italia è suddivisa in fasce dalla A alla F, come stabilito da un dereto del presidente della Repubblica del 1993. Più il clima è caldo, più in là sarà acceso il riscaldamento. In base al piano di risparmio energetico del ministero, nel dettaglio:

  • nella zona A i riscaldamenti potranno essere accesi per 5 ore al giorno dall'8 dicembre al 7 marzo;
  • nella zona B per 7 ore al giorno dall'8 dicembre al 23 marzo;
  • nella zona C per 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo;
  • nella zona D per 11 ore giornaliere dall'8 novembre al 7 aprile;
  • per la zona E per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile;
  • per la zona F non è prevista alcuna limitazione.

Quando si accendono i termosifoni quest'anno?

Tra le località più calde, inserite nella fascia A (in cui si potranno accendere i riscaldamenti per massimo 5 ore al giorno) rientrano ad esempio le isole di Lampedusa e Linosa, in Sicilia, o la zona di Porto Empedocle nell'agrigentino. Si tratta di una ridotta porzione del paese. All'estremo opposto troviamo le località più fredde dell'arco alpino di Belluno e Trento (come Bressanone, in Alto Adige, o Courmayeur, in Valle d'Aosta), inserite nella zona F: per loro non è prevista di fatto alcuna restrizione. Rientrano nella fascia F anche alcune località dell'Appennino, come Abetone, in provincia di Pistoia: anche qui per il riscaldamento della case non cambierà nulla, in considerazione del clima particolarmente rigido.

Nella zona E, invece, i termosifoni si possono accendere dal 22 ottobre al 7 aprile, per un massimo di 13 ore al giorno. Qui ricadono province come Alessandria, Bergamo, Brescia, Bolzano, Milano, Padova, Torino, Bologna, L'Aquila, Parma, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Arezzo, Perugia e Potenza. Nella zona D, la data di accensione del riscaldamento è l'8 novembre e il periodo va avanti fino al 7 aprile, con un orario massimo di funzionamento che non può superare le 11 ore. Questa zona comprende, tra le altre, le province di Avellino, Caltanissetta, Firenze, Genova, Livorno, Pisa, Roma, Siena e Vibo Valentia.

Nella zona C, invece, il riscaldamento si accende dal 22 novembre al 23 marzo, fino a 9 ore al giorno. Qui ci sono le città della fascia adriatica nord e le province di Bari, Cagliari, Cosenza, Napoli, Oristano, Salerno e Taranto. Chiudono le aree con il clima più mite: nella zona B c'è il via libera ai termosifoni dall'8 dicembre al 23 marzo, per un massimo 7 ore al giorno. Qui ricadono le province di Agrigento, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.

Le limitazioni citate non si applicano ad alcune strutture specifiche: ospedali, cliniche o case di cura, strutture protette per l'assistenza e il recupero dei tossicodipendenti, sedi delle rappresentanze diplomatiche e di organizzazioni internazionali (solo se non ubicate in stabili condominiali), scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili, ed edifici adibiti ad attività industriali e artigianali.

Tuttavia, a causa delle temperature elevate e superiori alle medie stagionali, in questi giorni alcune città hanno deciso di posticipare ulteriormente l'accensione dei riscaldamenti. È il caso di Milano, che rientra nella zona E e avrebbe potuto iniziare il 22 ottobre: il sindaco Giuseppe Sala ha firmato un'ordinanza che posticipa la data al 29 ottobre. Lo stesso posticipo ha riguardato Bergamo e Cremona:anche in questi comuni, perciò, i termosifoni si accenderanno il 29 ottobre. Sempre in Lombardia, Varese aspetta la fine del mese: 31 ottobre. Ordinanza firmata anche a Torino dal sindaco Stefano Lo Russo: accensione posticipata dal 22 ottobre al 29 ottobre.

Bologna fa parte della zona E che prevede l'accensione per il 22 ottobre, ma l'amministrazione ha predisposto il rinvio al 2 novembre. Lo stesso ha fatto Imola e tutto l'hinterland bolognese. In Veneto, il sindaco di Verona Damiano Tommasi ha firmato l'ordinanza necessaria al rinvio fino al 2 novembre. Posticipi anche in Friuli Venezia Giulia: Pordenone accenderà i riscaldamenti a partire da venerdì 28 ottobre.

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