rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
La genesi

L'accusa: "Lombardia travolta dal Covid nel 2020 per impreparazione delle autorità"

L'analisi della rivista scientifica inglese The Lancet con le accuse alle autorità italiane per la diffusione del Covid in Europa

La terza guerra mondiale, così è stata definita la pandemia Covid dall'Istituto superiore della sanità, sarebbe iniziata dal focolaio scoppiato in Lombardia a febbraio 2020. Tutta colpa delle autorità italiane, dunque, se il virus da lì si è diffuso in tutta Italia prima e in Europa poi. Questa la pesante accusa lanciata dalla rivista scientifica inglese The Lancet all'Italia, in uno studio intitolato 'Riconoscere gli errori del Covid nella sanità pubblica in risposta al Covid-19'. La popolazione della Lombardia "fu sconvolta dagli eventi e dall'inconsistenza della risposta da parte della sanità pubblica e delle autorità di governo, oltre che da un piano pandemico obsoleto e non attuato", si legge nel rapporto.

Le accuse di The Lancet

Tutto sarebbe partito dalla "decisione di non creare la zona rossa ad Alzano e Nembro da parte del governo e della Regione Lombardia quando il Covid-19 fu diagnosticato ad alcune persone alla fine di febbraio 2020". Questa mancanza viene vista da The Lancet "come direttamente responsabile della diffusione dell'infezione in altre città attraverso la provincia di Bergamo (in modo particolare la Val Seriana) e poi in tutta Europa". La provincia di Bergamo, ricorda la rivista inglese, è diventata "famosa nella primavera del 2020 per i cadaveri ammucchiati in ospedali, chiese e cimiteri e trasportati da camion militari ai crematori". La Lombardia era nel pieno caos: "I cittadini lombardi vennero messi di fronte all'orrore: ai propri affetti morti in casa senza cure e soli in ospedale, alla scarsità di ossigeno e bombole e alla confusione nell'identificare i corpi cremati".

L'elogio all'associazione 'Sereni e sempre uniti'

La rivista scientifica loda invece la società civile di Bergamo, che "si organizzò in un movimento per avere giustizia, verità, risarcimento, dignità e per offrire un supporto emotivo in risposta al dolore, alla confusione e alla rabbia delle famiglie". In particolare, un elogio va all'associazione 'Sereni e sempre uniti', organizzatasi per raccogliere informazione e ricostruire quanto accaduto ai propri familiari vittime del Covid durante la prima ondata. Il 2 novembre 2021, i membri dell'Associazione #Sereni (nota anche come Sereni e sempre uniti) hanno manifestato a Roma contro l'omertà istituzionale (cioè la legge del silenzio) e per il ripristino di una commissione parlamentare per esaminare la gestione dell'epidemia. Nei quattro mesi precedenti l'associazione ha raccolto ben 520 denunce contro il governo nazionale, il Ministero della Salute e gli amministratori della regione Lombardia.

Fondamentale il ruolo delle associazioni per correggere errori

The Lancet ha riconosciuto il ruolo fondamentale che le associazioni, come quella dei familiari italiani delle vittime del Covid, hanno per le istituzioni "al fine di identificare e correggere gli errori nella risposta della sanità pubblica, necessaria per supportare le comunità a prepararsi a future minacce infettive, come raccomandato dalla Community Preparedness Unit dell'OMS". Naturalmente  il discorso vale per tutte le malattie infettive, ricorda la rivista scientifica riportando le esperienze in Africa con il virus Ebola e l'Aids.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'accusa: "Lombardia travolta dal Covid nel 2020 per impreparazione delle autorità"

Today è in caricamento