Danze e balletti virali su motivetti musicali ridondanti, voci comiche fuori campo, coincisi discorsi e slogan pronunciati anche da importanti politici. Con i suoi video di pochi secondi, TikTok è diventato in breve tempo uno dei social più utilizzati al mondo e radicato nella cultura delle giovani generazioni e non solo.
Eppure l'app di proprietà della cinese ByteDance è al centro di una perfetta lotta geopolitica che da un lato del ring vede Pechino e dall'altro Washington, Bruxelles e Ottawa unite per lanciare restrizioni e limitazioni all'uso del social network, a causa del timore che possa essere utilizzato nella raccolta di dati per conto della Cina. Un timore che potrebbe essere condiviso da 154 governi dei paesi in cui la piattaforma è disponibile.
"Disinstallate TikTok"
Più viene usato e più è temuto. Dopo gli allarmi sui dati degli utenti l'attenzione su TikTok è salita ai massimi storici. Dagli Stati Uniti all'Europa, ma anche in Asia, diversi governi nel mondo hanno imposto ai propri dipendenti limitazioni e divieti all'uso di TikTok. Il dibattito è arrivato anche in Italia: il Ministero della Pubblica amministrazione starebbe pensando a una misura simile a quella adottata da Commissione e Parlamento Ue per i propri dipendenti, anche se le polemiche non mancano, persino tra gli esponenti del governo Meloni.
TikTok è diventata una questione di sicurezza. Per "rafforzare la sicurezza informatica", la Commissione Europea ha deciso che tutti i suoi dipendenti dovranno disinstallare l'applicazione di TikTok dai dispositivi aziendali o personali utilizzati per lavoro, per "proteggere la Commissione dalle minacce e dalle azioni di cybersicurezza che possono essere sfruttate per attacchi informatici contro l'ambiente aziendale della Commissione".
Anche il Parlamento Europeo ha vietato l'uso di TikTok sui telefoni del personale. Il divieto riguarda anche i dispositivi privati con e-mail del Parlamento: "Dal 20 marzo 2023 TikTok non potrà più essere installato sui telefoni aziendali del Parlamento europeo", si legge in una nota ufficiale dell'Europarlamento. Chi possiede l'app dovrà disinstallarla. Anche l'accesso a TikTok dal Wifi del parlamento o dai computer del Parlamento sarà vietato. I dipendenti che non faranno quanto richiesto non potranno utilizzare le app aziendali, come la casella email della Commissione e Skype.
In Europa alcuni governi si sono già mossi su TikTok, come la Danimarca, che ha raccomandato a tutti i membri del parlamento di rimuovere l'app per ragioni di cybersicurezza. Nei Paesi Bassi l'uso di TikTok è stato sconsigliato al personale governativo, mentre la Germania ne ha espressamente vietato l'uso ai funzionari del governo. Anche il Belgio ha vietato TikTok a Ministri e funzionari federali.
Anche in Germania via TikTok dai telefoni dei funzionari del governo
"Avete un pallone spia nel telefono"
Arriviamo all'altra sponda dell'Oceano. Negli Stati Uniti TikTok è utilizzato da oltre 100 milioni di persone e da oltre due terzi degli adolescenti. La crescente penetrazione nella società e i legami dell'azienda proprietaria ByteDance con la Cina hanno spinto l'amministrazione statunitense ad aumentare i controlli sull'app. Per ultima la Casa Bianca, che ha dato 30 giorni di tempo alle agenzie federali per disinstallare TikTok dai dispositivi governativi. Più della metà degli Stati americani ha ordinato ai propri funzionari di fare lo stesso.
In più, la Commissione per gli Affari Esteri della Camera a guida repubblicana ha presentato un disegno di legge che, se approvato da entrambe le Camere del Congresso, darebbe al presidente Joe Biden l'autorità di vietare l'uso generico di TikTok negli Stati Uniti. "Chiunque abbia scaricato TikTok sul proprio dispositivo ha dato alla Cina una porta d'ingresso sulle proprie informazioni personali", ha Michael McCaul, presidente repubblicano della commissione per gli affari esteri della Camera. "È un pallone spia nel loro telefono", ha aggiunto.
Nel resto del mondo, il divieto di uso di TikTok per i dipendenti del governo è stato imposto anche a Taiwan, mentre in Iran e Afghanistan TikTok è proibito per chiunque - in aggiunta ad altri social -. Altri divieti temporanei sono stati imposti in Pakistan, Bangladesh, Indonesia, Armenia e Azerbaigian, in generale per la circolazione di contenuti non graditi ai governi.
Da un lato c'è chi si muove con cautela, dall'altro c'è chi utilizza la piattaforma di intrattenimento cinese per contese geopolitiche. Il governo indiano, per esempio, ha vietato TikTok nel 2020 perché il social è ritenuto - come altre decine di app cinesi - un "elemento ostile alla sicurezza nazionale e alla difesa dell’India". Più cautela è stata invece osservata da altri paesi, come l’Australia e il Regno Unito, che hanno deciso invece di non adottare alcuna misura per limitare l'app sui dispositivi governativi. In questi casi, le autorità hanno ammorbidito le loro posizioni dopo aver ottenuto un maggior controllo sui contenuti in questione.
Dalla Cina al mondo intero
L'arrivo di TikTok nel mondo non è stato silenzioso e spontaneo. La piattaforma di intrattenimento cinese è stata lanciata nel settembre 2014, inizialmente con il nome musical.ly, fondata in Cina da Alex Zhu e Luyu Yang. Poi il trampolino di lancio nel novembre 2017 quando il colosso cinese ByteDance, sviluppatore dell'aggregatore di notizie Toutiao, ha acquistato musical.ly per una cifra che si aggirava intorno ai 750 milioni di euro. Qualche mese dopo, il 2 agosto 2018, ByteDance ha rinominato musical.ly in TikTok al fine di allargare la sua base di utenti. I numeri dei nuovi iscritti al social network cinese testimoniano il successo della misura imprenditoriale.
Dopo diversi anni dalla sua comparsa, TikTok è entrata nell'olimpo dei social network più diffusi al mondo, tallonando - e talvolta superando - giganti del calibro di Youtube, Google, Facebook e Instagram. Ma il social si è distinto dalla concorrenza durante il periodo della pandemia: nel primo trimestre del 2020, TikTok, considerato la principale piattaforma di intrattenimento, ha registrato un impressionante aumento del +58% dei download.
Quantificare il numero preciso degli utenti del social è una corsa contro il tempo: tra il 2018 e il 2021, l'app ha più che raddoppiato la sua base di utenti attivi in tutto il mondo arrivando a toccare, in soli tre anni, quota 507 milioni di utenti dagli iniziali 55 milioni.
Nel settembre del 2021, TikTok ha salutato un miliardo di utenti attivi in tutto il mondo, di cui moltissimi vivono in Europa e negli Stati Uniti (da questi vengono esclusi gli utenti cinesi di Douyin, la versione cinese di TikTok). E, considerate le potenzialità di guadagno del social network, tutto lascia presagire che i numeri possano raddoppiarsi in poco tempo.
Ma qual è la sua chiave di successo? TikTok offre la possibilità di condividere e intrattenersi guardando video di breve durata o altri contenuti che rispondono agli interessi del singoli utenti attraverso un preciso algoritmo. In cambio, l'azienda raccoglie enormi quantitativi di dati personali molto precisi, che permettono di mostrare loro pubblicità mirate. È vero: la piattaforma di ByteDance raccoglie numerose informazioni sui consumatori, inclusi dati personali e comportamentali dall'attività sull'app, ma non è tanto diversa da altre società di social media.
Proprio la pratica di raccolta dei dati e di protezione della privacy degli utenti di TikTok ha messo in allarme i governi e le istituzioni occidentali che riconoscono una opacità da parte dell'azienda cinese. Il caso è diventato geopolitico, come caduto con Huawei. Ma è necessario un antefatto. I social media occidentali sono bloccati in Cina e gli utenti dentro la Muraglia possono accedervi solo attraverso il sistema di VPN (Virtual Private Network); TikTok, invece, è l’unica piattaforma davvero diffusa in Occidente che appartiene a un’azienda cinese. Una presenza che sta diventando ogni giorno più pesante e minacciosa anche per i competitor occidentali.
Anche l'Italia si sta muovendo, ma c'è scetticismo
Anche l'Italia sta pensando di vietare ai dipendenti pubblici l'uso di TikTok. Nello specifico, il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha detto che "le opzioni prevedono di muoversi come si è mossa la Commissione europea o eventualmente di assumere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea". I dipendenti pubblici interessati sarebbero 3,2 milioni. Sul tema si è già mosso il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che lo scorso dicembre aveva avviato un'indagine conoscitiva su TikTok. Ora tocca al governo Meloni definire la linea d'azione.
Dietrofront del governo italiano: per ora nessun blocco di TikTok
Nel frattempo, le reazioni sono state immediate. Con oltre 850mila followers, Matteo Salvini è uno dei politici italiani più attivi su TikTok e si è detto contrario a una misura del genere: "Bloccare TikTok? È un interrogativo che coinvolge sicurezza e democrazia. Io sono perplesso e sono contrario a ogni tipo di censura, in una società liberale prima di arrivare a 'blocchi' radicali bisogna riflettere bene", ha detto. Perché tanta reticenza da parte del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti? Il leghista - tra i protagonisti della contestata adesione di Roma alla Nuova Via della Seta cinese nel 2019 durante il governo Conte I - sembra non riconoscere che il problema del social network cinese non riguarda la libertà d’espressione, bensì la sicurezza nazionale messa continuamente a rischio dai sempre più frequenti cyberattacchi alle infrastrutture tecnologiche.
Bloccare TikTok?
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 25 febbraio 2023
È un interrogativo che coinvolge sicurezza e democrazia. Io sono perplesso e sono contrario ad ogni tipo di censura, in una società liberale prima di arrivare a “blocchi” radicali bisogna riflettere bene. Voi che ne pensate? pic.twitter.com/VEaxIOm8d7
Anche i sindacati però si mostrano cauti. Contattato da Today, il sindacato Cigil Fp ha commentato: "Per noi è un argomento delicato - la posizione di Cgil Fp -. Al di là del fatto che sui reali rischi per la sicurezza non c'è alcuna informativa né una discussione pubblica, agire sui devices dei dipendenti pubblici pone diversi problemi: se sono in dotazione da parte dell'amministrazione si può regolamentare l'accesso alle piattaforme in quanto 'strumenti di lavoro' e va applicato lo statuto dei lavoratori, ma se sono strumenti personali viene da chiedersi se può lo Stato intervenire con un blocco d'accesso alla rete. Se c'è un problema di sicurezza nazionale riguarda tutti, non solo i pubblici dipendenti. Se il Governo paventa problemi di sicurezza, dovrebbe informare le organizzazioni sindacali di quali siano i rischi reali e le misure di prevenzione. Se ci sono rischi così importanti da agire su 3,2 milioni di dipendenti pubblici, gli stessi rischi non valgono per il resto del sistema istituzionale e privato che lavora con la Pa?". Domande a cui l'esecutivo italiano sarà chiamato a rispondere.
Ma perché diversi governi in Europa e nel mondo stanno correndo ai ripari facendo di TikTok una questione di sicurezza nazionale?
C'è davvero la presenza dello Stato cinese?
Gli Stati e le istituzioni occidentali sono preoccupati per la comprovata presenza del governo cinese nelle aziende private. E dato che la Cina viene vista dagli Stati Uniti come un "paese ostile" e una minaccia per la sicurezza nazionale, molti senatori e deputati americani temono che il social di ByteDance possa essere utilizzato dal governo cinese per spiare gli utenti, promuovere i propri interessi politici e intromettersi negli affari interni di altri paesi. Insomma, TikTok potrebbe fungere da cavallo di Troia per eventuali attività di spionaggio o di sabotaggio, ma anche per operazioni di censura di discussioni sfavorevoli nei confronti della politica cinese, e di promozione di una narrazione più morbida sui temi sensibili a Pechino come le violazioni dei diritti umani nella regione autonoma dello Xinjiang.
Un timore che potrebbe trovare spiegazione nei provvedimenti legislativi cinesi in materia di conservazione e protezione dei dati. Il 1° marzo del 2022 l’ente regolatore della sicurezza informatica in Cina, la Cyber Security Administration of China, ha introdotto nuove norme per regolamentare gli algoritmi affinché la navigazione degli utenti (cinesi) non venga influenzata dalla macchina del marketing o dalla violazione della privacy.
La nuova guerra fredda corre sui social
Si tratta di provvedimenti che rafforzano un più ampio impianto legislativo per regolamentare l'industria dei big data, con il doppio obiettivo di implementare la sicurezza informatica e reindirizzare gli sforzi produttivi dei colossi tecnologici in settori più utili all’interesse nazionale. Guardando a prospettive nazionali, Pechino ha messo in campo due norme, la legge sulla sicurezza dati, la Data Security Law (DSL) e la legge sulla privacy, la Personal Information Protection Law (PIPL). La PIPL definisce un nuovo sistema per la protezione delle informazioni personali degli utenti, concedendo a questi ultimi la possibilità di dare il proprio consenso per la raccolta e gestione dei dati; tuttavia, la norma introduce disposizioni con effetto extraterritoriale, limitando il trasferimento dei dati al di fuori della Muraglia.
La normativa cinese viene spesso associata all'impianto europeo per il trattamento dei dati personali, il GDPR. Ma ci sono sostanziali differenze. Mentre nel Vecchio Continente la protezione dei dati viene ampiamente intesa come tutela delle informazioni personali degli utenti, in Cina il controllo dei dati è finalizzato a salvaguardare la sicurezza nazionale per promuovere e garantire la visione del benessere collettivo. Un solco tracciato negli ultimi anni che potrebbe culminare a breve con l'istituzione di un nuovo ufficio centrale per la supervisione dei dati digitali (tradotto: maggiore centralizzazione del Partito).
Quanto sono al sicuro i dati degli utenti di TikTok?
I provvedimenti messi in campo da Pechino pongono un interrogativo: "Sono al sicuro i dati degli utenti di TikTok?". Ci ha pensato il social network a rispondere al quesito posto dai diversi governi occidentali. L'app di ByteDance nega di raccogliere più dati rispetto alle altre società di social media, e respinge le accuse di garantire alle autorità cinesi l'accesso ai dati dei suoi utenti. Ma è andata oltre: TikTok ha infatti affermato che l'archiviazione dei dati degli utenti non avviene in Cina, ma negli Stati Uniti - dove i dati degli iscritti statunitensi vengono instradati attraverso l'infrastruttura cloud gestita dalla società statunitense Oracle - a Singapore e a Dublino. L'azienda ha recentemente annunciato un progetto per tutelare i dati degli utenti del Vecchio continente, lanciando due nuovi data center, in Irlanda e in Norvegia, nell'ambito del progetto Clover "che creerà un'enclave europea autonoma".
TikTok corre ai ripari: proteggerà i dati in una 'enclave'
Al di là delle accuse e delle risposte incrociate tra azienda cinese e governi occidentali, prevale la sensazione di muoversi ancora nel campo del sospetto. Alcune società di sicurezza informatica però hanno cercato di fare un po' di luce nelle zone d'ombra dei dati a rischio. Recenti rapporti della Norton e della Malcore elencano quali sono i contenuti che dallo smartphone dell'utente potrebbero finire nel database di TikTok: dai dati identificativi della Sim, ai contatti salvati in rubrica e gli indirizzi email, fino all'indirizzo IP (che potrebbe indicare la posizione geografica). Poi ci sono i primi piani del viso dell'utente e, quindi, dati biometrici che possono essere collegati ad altre immagini e foto al di fuori dell'app.
Nemmeno il sicurissimo smartphone della Apple è immune all'intrusione di TikTok, che può accedere all'app degli appunti sugli iPhone. Certo, TikTok informa tramite le politiche sulla privacy quali sono gli elementi (foto, contatti, microfono e telecamera del dispositivo) a cui può accedere per "migliorare l'esperienza dell'utente", ma non precisa che senza il consenso all'uso di alcuni dati, il singolo utente non può utilizzare con semplicità l'app.
Da qui si sono sollevati sono dubbi e speculazioni degli esecutivi occidentali, alimentati dai legami tra ByteDance e il Partito comunista. Come riportato dal Financial Times, il governo cinese avrebbe una "quota d'oro" dell'1% di Beijing Douyin Information Service, la sussidiaria di ByteDance che ne gestisce le attività in Cina. Quota utile a determinare il controllo statale sui contenuti su Douyin, la versione cinese di TikTok. Ed è qui che poi entrano in gioco le leggi nazionali, che impongono alle aziende cinesi di divulgare i dati allo Stato, nonché a limitare il trasferimento di dati sensibili oltre confine.
Tuttavia, l'azienda mette le mani in avanti, sostenendo di non aver mai fornito dati al governo cinese. Ma i fatti hanno smentito le dichiarazioni: il 22 dicembre del 2022, la società ha ammesso che il personale dell'azienda in Cina e negli Stati Uniti aveva avuto accesso in modo inappropriato ai dati degli utenti nell'estate dello stesso anno. Utenti che ricoprono posizioni rilevanti, come membri del governo statunitense, attivisti e giornalisti (proprio del FT). L'episodio - per cui TikTok ha licenziato i dipendenti responsabili - è avvenuto solo pochi mesi dopo le dichiarazioni della società che non avrebbe mai "preso di mira" membri del governo degli Stati Uniti, attivisti, personaggi pubblici o giornalisti.
Perché limitare TikTok
Diverse inchieste giornalistiche e report hanno aumentato le preoccupazioni dei governi su TikTok. Dei giornalisti di Forbes hanno scoperto di essere stati il bersaglio di attività simili allo spionaggio da parte di alcuni dipendenti della società ByteDance. Sulla base del materiale esaminato da Forbes emergeva che ByteDance avesse tracciato diversi giornalisti della stessa testata come parte di una "campagna di sorveglianza segreta", progettata per arrivare alla fonte delle fughe di notizie all'interno dell'azienda. Forbes aveva scritto in passato dei legami tra ByteDance e la Cina. In risposta, ByteDance ha licenziato diversi dipendenti e il dirigente cinese Song Ye.
Anche BuzzFeed ha pubblicato un'inchiesta basata su 80 riunioni interne di TikTok che sembravano confermare l'accesso ai dati TikTok statunitensi da parte di attori cinesi tramite ByteDance, che ha sede in Cina. In più, un rapporto dell'azienda australiana di cybersicurezza Internet 2.0 ha rivelato l'eccessiva raccolta di dati da parte di TikTok, che comunicherebbero con un server cinese appartenente a una delle prima cento aziende al mondo che si occupano di sicurezza informatica e dei dati, la Guizhou Baishan Technology Co.
"È la loro parola contro il loro codice sorgente"
Infatti, il problema non riguarda solo dove sono archiviati i dati, ma chi vi ha accesso.
TikTok si difende
Proprio al fine di ripristinare la fiducia degli utenti e delle istituzioni nei confronti della piattaforma, il CEO di TikTok chiedeva un incontro con Margrethe Vestager, commissario europeo per la Concorrenza, e altri esponenti europei al fine di raggiungere un punto d'incontro sugli adempimenti che dovrebbero essere adottati dalla società per garantire non soltanto il rispetto del GDPR ma anche delle nuove disposizioni contenute nel Digital Services Act e nel Digital Markets Act europeo.
Non è mancata la risposta di TikTok: "Siamo delusi da questa decisione, che riteniamo fuorviante e basata su malintesi fondamentali. Abbiamo contattato la Commissione per mettere le cose in chiaro e spiegare come proteggiamo i dati dei 125 milioni di persone in tutta l'UE che accedono a TikTok ogni mese", ha dichiarato a EURACTIV un portavoce dell'azienda.
Anche Giacomo Lev Mannheimer, responsabile delle relazioni istituzionali Sud Europa di TikTok, ha respinto le accuse di collaborazione dell'azienda con il governo di Pechino: "Siamo una piattaforma globale, TikTok non è presente in Cina, i nostri dati non sono in Cina, il management non è in Cina. Gli investitori non sono cinesi e abbiamo sempre dichiarato pubblicamente che il governo cinese non ci ha mai chiesto acceso ai dati e, se lo facesse, non glielo accorderemmo".
Le diverse analisi da parte di aziende di cybersicurezza e inchieste giornalistiche hanno fatto crescere i timori su TikTok, ma le reazioni dei governi occidentali sospettosi del coinvolgimento della Cina sembrano basarsi più sul sospetto che sui fatti. Almeno per ora.