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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso

L'impennata dei ricoveri Covid a Trieste: non vaccinati 9 pazienti su 10

L'ospedale Maggiore aumenta i posti letto. Il prefetto: "Rischiamo la zona gialla"

Dopo il boom di contagi registrato nei giorni scorsi l'Ospedale Maggiore di Trieste ha dovuto aumentare i posti letto dedicati ai pazienti Covid. Per far fronte all'emergenza Covid-19, ha spiegato il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, "da oggi la SC (struttura complessa, ndr) Malattie Infettive ha dovuto riattivare i posti letto di degenza che si trovano al terzo piano della Palazzina infettivi dell'Ospedale Maggiore di Trieste. Qui saranno curati 4 nuovi pazienti colpiti dal virus, mentre altri 15 si trovano già ricoverati al primo piano della struttura rimasto sempre aperto". 

Sono decine i casi di Covid legati alle manifestazioni dei giorni scorsi. Ieri se ne contavano 46. Già prima di questa impennata Trieste era la città italiana con la peggiore incidenza di contagi ogni 100.000 abitanti, ben 137 contro una media nazionale inferiore a 50. 

Il 90% dei ricoverati non è vaccinato

"Purtroppo il virus ha ripreso a correre e le notizie che giungono dal Pronto soccorso non sono certo confortanti. Da questa mattina - aggiunge Riccardi - una decina di persone si trova in lista di attesa e nelle prossime ore una parte sarà sicuramente accolta all'interno del reparto. Dalle informazioni che ci giungono dal SC Malattie Infettive oltre il 90 per cento dei pazienti ricoverati non risulta vaccinato. Il rimanente - conclude il vicegovernatore - è composto da persone molto anziane o fragili che sono ancora in attesa della terza dose del vaccino o l'hanno fatta da poco tempo".

Ieri a lanciare l'allarme era stato Franco Cominotto, direttore del Pronto Soccorso e Medicina d'Urgenza di Cattinara e Maggiore. "Il numero dei ricoveri dal pronto soccorso verso i reparti Covid è raddoppiato nell'ultima settimana: se a inizio ottobre noi si faceva uno o due ricoveri al giorno causa Covid, in questo momento i ricoveri sono quattro o cinque al giorno, poi distribuiti secondo intensità".

Per questo, aveva aggiunto, "Nell'ultima settimana l'area Covid è stata raddoppiata, sia in superficie che in posti letto, che in personale in assistenza dato all'area covid. Questo significa che a parità di personale,  stiamo dedicando una buona parte delle nostre risorse all'assistenza di pazienti Covid, nonostante la numerosità degli accessi in pronto soccorso".

Il prefetto: "Il rischio di una zona gialla è alle porte"

Secondo il prefetto del capoluogo regionale Valerio Valenti "il rischio di una zona gialla per Trieste è alle porte". "Qualcuno evocava il divieto di svolgere manifestazioni ma preferisco non esprimere valutazioni in merito" ha detto oggi Valenti in confernza stampa. "Quello che vedo è che le proteste si stanno dimostrando un veicolo di proliferazione della pandemia. Detto questo da uomo di Stato penso che se c'è un diritto a manifestare non sarà certo un prefetto a stabilire la manifestazione si può fare oppure no. Tuttavia le scene viste in piazza Unità e al porto portano con sé il propagarsi di una pandemia". 

Sul fronte delle manifestazioni e dei cortei, il prefetto ha rivolto una riflessione sul momento che la città sta vivendo. "Non mi spiego cosa sta succedendo in questi giorni. I triestini sono stati molto osservanti delle norme, dei limiti e delle compressioni delle libertà individuali vissute durante i periodi in cui vigevano le restrizioni. Oggi, invece, una parte di loro sembra completamente avulsa dallo stesso contesto". 
 

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