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Giovedì, 28 Marzo 2024
Truffe

Un solo sms e il conto si svuota, "Poste dovrà rimborsare quasi 10 mila euro"

L’Arbitro bancario e finanziario ha riconosciuto il diritto all'indennizzo di una consumatrice vittima di “sms spoofing”. Confconsumatori: "Consiste nella manipolazione di un messaggio apparentemente genuino". Come funziona e come difendersi

Un sms da un mittente credibile e affidabile, ma che in realtà arriva da un truffatore e in pochi secondi l'ignaro destinatario si ritrova con il conto alleggerito. Si chiama "sms spoofing" ed è una delle truffe più diffuse. Una delle ultime vittime, in ordine di tempo, è una donna di Roma che si è rivolta all'Arbitro bancario e finanziario e alla quale è stato riconosciuto il diritto al rimborso di 9.950 euro. Il caso è portato alla luce da Confconsumatori. "Ha riconosciuto – dice l’avvocato Barbara d’Agostino, presidente Confconsumatori Lazio – che il ricorrente è stato tratto in inganno dal cosiddetto 'sms spoofing', trattandosi di una modalità particolarmente insidiosa consistente nella manipolazione di un messaggio che rende l’sms apparentemente genuino poiché visualizzato negli smartphone insieme ai messaggi legittimi, condannando quindi Poste Italiane al rimborso delle somme illegittimamente sottratte dal conto corrente".

La truffa

Confconsumatori racconta che nel 2020 la donna ha ricevuto un sms da numero riconducibile a Poste Italiane, società presso la quale la donna è titolare di un conto corrente. L’sms spoofing è appunto una truffa informatica che consiste nell’invio di messaggi da un mittente apparentemente affidabile e reale – come, in questo caso, l’intermediario Poste Italiane. Leggendolo, la malcapitata è caduta nella trappola, inserendo i dati richiesti. Ha poi ritrovato suo malgrado addebitata un’operazione – mai richiesta – di bonifico pari a 10.000 euro. Non essendo riuscita a definire la controversia attraverso il reclamo, ha promosso una procedura davanti all’Arbitro Bancario Finanziario.

Il rimborso

L’Arbitro, secondo quanto spiega Confconsumatori, ha accertato che il messaggio ricevuto dalla consumatrice "si era effettivamente insinuato all’interno di messaggi genuini ricevuti dall’intermediario tramite la tecnica dello spoofing, e per questo ha riconosciuto alla consumatrice romana il diritto al rimborso di 9.950 euro da parte di Poste Italiane. Il Collegio ha anche rilevato che il bonifico non autorizzato era stato disposto durante la telefonata con la quale la donna richiedeva il blocco della propria carta. Una maggiore tempestività dell’intermediario nell’eseguire la richiesta della cliente avrebbe potuto impedire la truffa. Il sistema di autenticazione e di protezione adottato da Poste Italiane, inoltre, non risulta conforme allo Strong Customer Authentication, altrimenti il danno in questione si sarebbe potuto evitare".

Raggiri sempre più diffusi

Già nei mesi scorsi, Confconsumatori, insieme ad Abi e ad altre associazioni dei consumatori, aveva inviato una lettera all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per sollecitare un maggiore coordinamento nel contrasto alle frodi informatiche, a fronte dell’aumento rilevante di fenomeni di frode sui canali mobili.  consumatori che necessitano di assistenza possono rivolgersi a Confconsumatori tramite le sedi territoriali. (L'elenco delle sedi)

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