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Venerdì, 29 Marzo 2024
I numeri del cancro

Tumori in aumento in Italia: in due anni 14mila casi in più

Secondo il censimento dell'Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), rispetto al 2020 le diagnosi sono passate da 376.600 a 390.700, con il carcinoma della mammella che si conferma il più frequente. L'allarme degli esperti: "È necessario agire sugli stili di vita"

Nel 2022 sono state 390.700 le nuove diagnosi di cancro stimate in Italia, 205mila negli uomini e 185mila nelle donne. Un numero in forte aumento rispetto a due anni fa, quando i casi erano 376.600, con un incremento di 14.100 casi dal 2020 ad oggi. Un dato preoccupante contenuto nel 12esimo censimento "I numeri del cancro in Italia nel 2022" dell'Aiom, l'Associazione italiana di oncologia medica, presentato oggi, lunedì 19 dicembre, al ministero della Salute con l'intervento del ministro Orazio Schillaci. 

I tumori più frequenti

Il carcinoma della mammella, il tumore più frequentemente diagnosticato nel 2022, è seguito dai tumori a colon-retto (48.100 casi quest'anno, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne), si legge nel volume, un censimento ufficiale curato oltre che dall'Aiom da Airtum (Associazione italiana registri tumori), Fondazione Aiom, Ons (Osservatorio nazionale screening), Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d'argento e Siapec-Iap (Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica).

L'aumento dei casi in Italia

"L'aumento a 390.700 del numero assoluto dei casi nel 2022 pone interrogativi per i quali attualmente non ci sono risposte esaurienti - afferma Saverio Cinieri, presidente Aiom - Queste stime per l'Italia per il 2022 sembrano indicare un aumento del numero assoluto dei tumori, in gran parte legato all'invecchiamento della popolazione, in apparente contrasto con l'andamento decrescente dei tassi di incidenza osservato se, ipoteticamente, si considera invariata l'età dei cittadini. Questi dati aggiornati invitano sempre di più a rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico e per favorire la prevenzione secondaria e soprattutto primaria, agendo sul controllo dei fattori di rischio a partire dal fumo di tabacco, dall'obesità, dalla sedentarietà, dall'abuso di alcol e dalla necessità di favorire le vaccinazioni contro le infezioni note per causare il cancro, come quella contro l'Hpv".

Come emerge dall'indagine che ha coinvolto 10 anatomie patologiche per i tumori della mammella e 12 per il colon-retto, il numero di carcinomi della mammella operati nel 2020 è risultato inferiore del 4,7% (-151 casi) rispetto al 2019, per poi risalire nel 2021 (+441 casi, +14,5%). Nel 2020, il numero di carcinomi del colon-retto operati è risultato inferiore del 10,8% (-238 casi) rispetto al 2019, mentre è cresciuto di 233 casi (+11,9%) nel 2021 rispetto al 2020.

"Questa edizione contiene l'aggiornamento al 2021 dell'indagine contenuta nella scorsa edizione sull'impatto dell'infezione da Sars-CoV-2 sugli interventi chirurgici dei tumori della mammella e del colon-retto - evidenzia Guido Mazzoleni, Azienda sanitaria di Bolzano, Registro tumori di Bolzano, Referente Siapec-Iap - I risultati aggiornati fanno emergere, in generale e per entrambi i tumori, un aumento dei casi operati nel 2021 rispetto al 2020 e un incremento della percentuale dei tumori pTis, cioè in stadio iniziale, nel 2021 rispetto agli anni precedenti, sia nella mammella che nel colon-retto, a conferma di una ripresa degli screening oncologici. Va inoltre segnalato un aumento in entrambe le neoplasie delle categorie N0 e N1a, verosimile indicatore di una presa in carico più precoce dei tumori diagnosticati".

Il ritorno ai dati pre-pandemia

Nel 2021 - si rileva nel volume - si osserva un ritorno ai dati prepandemici anche per quanto riguarda la copertura dei programmi di prevenzione secondaria. Per la mammografia il valore medio italiano, che nel 2020 si era attestato al 30%, nel 2021 ritorna in linea (46,3%) con i valori di copertura (cioè la proporzione di donne che hanno effettuato la mammografia sul totale della popolazione avente diritto) del periodo 2018-2019. Per lo screening colorettale (ricerca del sangue occulto nelle feci) il valore complessivo si attestava intorno al 30%, per ridursi al 17% nel 2020 e risalire al 30% nel 2021. Lo screening cervicale presentava valori prepandemici intorno al 38-39%, un calo al 23% nel 2020 e un livello di copertura del 35% nel 2021. 

I numeri del cancro in Italia nel 2022: il report in versione integrale

"Questi dati ci consegnano un Paese a due, se non a tre velocità, ma anche con notevoli capacità di rispondere alle emergenze - rimarca Paola Mantellini, direttrice Ons - La maggior parte delle attività di screening non è stata ferma durante la pandemia, ma Covid-19 ha messo in risalto ancora di più le fragilità di questi programmi, già evidenti in epoca prepandemica. L'obiettivo non è recuperare i ritardi indotti dall'emergenza sanitaria, ma ottenere livelli di copertura ottimali che, in determinate aree del Paese e per alcuni programmi, non si sono raggiunti nemmeno prima della pandemia. Perché più i livelli di copertura saranno elevati, maggiore sarà la nostra capacità di diagnosticare la malattia in fase precoce. E' infatti importante segnalae che, all'interno di ogni singola macro-area, ci sono Regioni con maggiore capacità di ripresa e altre in evidente difficoltà anche nel 2021".

L'allarme sugli stili di vita

Gli esperti hanno poi voluto lanciare l'allarme sugli stili di vita: "La pandemia di Covid-19 ha determinato nel 2020 un calo delle nuove diagnosi di cancro, legato in parte all'interruzione degli screening oncologici e al rallentamento delle attività diagnostiche, ma oggi si assiste alla ripresa dei casi di come in altri Paesi europei. Un trend che "rischia di peggiorare se non si pone un argine agli stili di vita scorretti: il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021". 

"I dati Passi sugli stili di vita confermano la non ottimale aderenza dei cittadini a uno stile di vita sano - afferma Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi d'argento, coordinati dall'Istituto superiore di sanità - Dall'analisi delle serie storiche dei fattori di rischio comportamentali, emerge che non ci sono stati grandi miglioramenti negli ultimi 15 anni e, ad eccezione dell'abitudine al fumo di sigaretta che continua la sua lenta riduzione da oltre un trentennio, il consumo di alcol a rischio, la sedentarietà e l'eccesso ponderale, complessivamente, peggiorano o restano stabili. Non solo. In piena pandemia, durante il biennio 2020-2021, questi trend hanno subito modifiche per lo più in senso peggiorativo. L'impatto della pandemia sugli stili di vita è più visibile nel 2020 e sembra, in parte, rientrare nel 2021. Ma gli sforzi per sensibilizzare i cittadini sull'importanza della prevenzione primaria non devono fermarsi".

Schillaci: "La lotta contro il cancro è la priorità"

"Una leva su cui agire nella lotta al cancro è quella degli stili di vita - ha commentato Schillaci - per quanto riguarda i fattori di rischio comportamentali dati dal Covid, che sono "peggiorati durante il biennio pandemico e segnano un momento di accelerazione per lo più in senso peggiorativo. Elemento che non può non destare preoccupazione, se si considera che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevedibili, soprattutto sugli stili di vita. La pandemia ha messo in ulteriore risalto la fragilità dell'offerta sanitaria in alcune aree dell'Italia - ha aggiunto - rendendo anche più evidente la necessità di intervenire e superare le tante diseguaglianze".

"I numeri sono sempre importati e sono alla base di ciò che si deve fare - ha aggiunto il ministro della Salute - Capire i numeri e interpretarli è dal mio punto di vista fondamentale. Il volume rappresenta uno strumento prezioso per monitorare la malattia oncologia e per valutarne l'impatto e soprattutto le strategie di prevenzione dei tumori e dei sistemi diagnostici-terapeutici nazionali. Ho dedicato molto anni della mia attività allo studio dei tumori e come ministro della Salute oggi considero questo aspetto dell'oncologia e della prevenzione prioritario per le politiche sanitarie della nostra nazione, specie in questo momento". 

"Stiamo superando finalmente la fase emergenziale del Covid-19 e possiamo tracciare un bilancio complessivo della situazione e degli effetti collaterali importanti della pandemia - ha aggiunto Schillaci - Tra questi, sicuramente uno dei più dannosi è stato rappresentato dal forte rallentamento e in alcuni casi della sospensione degli screening oncologici specie nei momenti più difficili dell'emergenza, penso soprattutto alla prima ondata. Queste interruzioni hanno determinato mancate diagnosi, e un aumento dell'incidenza e della severità delle malattie oncologiche, che credo sconteremo negli anni a venire".

"Secondo il rapporto - ha osservato il ministro - nel 2022 in Italia ci sono state 390.700 nuove diagnosi di cancro, e rispetto al 2020 c'è un incremento di 14.100 diagnosi. Segno che dobbiamo recuperare in fretta i ritardi diagnostici, e rafforzare la prevenzione primaria e secondaria. Per quando riguarda i livelli di screening, nel 2021 - ha rimarcato Schillaci - sono tornati ai livelli prepandemici. L'aumento nel 2021 degli interventi chirurgici per i tumori di mammella e colon retto, e della percentuale di tumori nello stadio iniziale, conferma una ripresa dell'attività dello screening oncologico e verosimilmente della presa in carico più precoce di queste neoplasie".

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