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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La luce in fondo al tunnel

"Normalità fra 7-15 mesi" ma per il ministero della salute solo con 240mila vaccinazioni al giorno

Le indicazioni di Gianni Rezza direttore generale della Prevenzione. "Così l'Italia vedrebbe la luce in fondo al tunnel dell'incubo da Coronavirus"

Chiudere tutto, praticamente lockdown, e poi partire a raffica con i vaccini. Sembrano d'accordo sia politici che tecnici su cosa serva in questo momento in Italia per la lotta al Coronavirus. Sì, perché, se il bollettino di oggi ci conferma come i contagi siano in costante aumento, facendo un numero minimo di vaccinazioni al giorno, forse fra qualche mese, potremmo davvero superare in velocità la propagazione del Coronavirus e vedere una luce in fondo al tunnel.

In un motto, "contieni e vaccina". Il termine lo ha usato proprio il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha dato anche un numero preciso: 240mila pesone vaccinate ogni giorno per arrivare a "normalità" in 7, massimo 15 mesi. Dunque non chiudere solo per impedire il contagio, ma chiudere per vaccinare a raffica e poi “riaprire sì, ma una volta per tutte” citando il governatore della Campania De Luca. "Se facessimo solo contenimento non daremmo speranza ai cittadini e se vaccinassimo senza contenere non riusciremmo probabilmente a portare a termine la campagna vaccinale con successo" ha ribadito Rezza. A quel punto gli italiani tornerebbero a sacrificarsi "ma almeno, con una speranza concreta" di superare questa maledetta pandemia

Sicuramente la parte più facile sarebbe quella di chiudere, ma i vaccini ci sono? “Forse serve un’azione comunitaria ancora più forte nel reperire altri vaccini che magari provengono da altri mercati, penso al vaccino russo e a quello cinese e penso anche alla produzione di questi vaccini”. Lo dice Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute a Sky TG24, ospite di Timeline. Anche lui rimarca come adesso sia il momento di non mollare. Non adesso che stanno arrivando i vaccini, non ora che la variante inglese ci ha fatto capire che “deve essere fatto, e in alcune Regioni è stato già fatto, un passo indietro sulle riaperture". E’ la strada giusta per Sileri, anche per arrivare al così detto “panvaccino”, che possa garantire un futuro più sicuro nei prossimi anni. Resta forse un po' di rammarico per la pesantezza con cui si continua a procedere in Europa, soprattutto se si guarda a paesi come Stati Uniti, Inghilterra e Israele, ma c’è anche spazio per l’ottimismo di chi guarda all’arrivo di più vaccini.

A partire dallo “Sputnik V”, che potrebbe essere prodotto in Italia a partire da luglio. Ma attenzione al vaccino in arrivo dall’Europa orientale perché i russi non hanno chiesto la “rolling review”. Che significa? Su 3 passaggi necessari per avere la certezza che sia efficace, manca il terzo e lo conferma anche Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema e docente di Microbiologia all’università di Roma Tor Vergata di Roma, che mette in guardia dalle telecamere di Sky Tg24: “E’ necessario andare a vedere gli stabilimenti  dove viene prodotto lo Sputnik. Se sarà prodotto da noi in Italia, l'Aifa verificherà e non ci sarà problema. Non hanno fatto la fase tre, non si capisce perché l’abbiamo imposta a tutti e loro potrebbero non farla. Sulla sicurezza non ho grandi dubbi ma sull’efficacia non sappiamo nulla” conclude Rasi, che, tornando su Pfizer, invita a non ritardare la seconda dose. “Sarebbe un grosso errore e rischia di favorire le varianti”.

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