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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Scienze

Cosa è successo ai 560 volontari a cui è stato iniettato il vaccino AstraZeneca

Risultati promettenti: stimola una forte risposta immunitaria negli anziani, secondo quanto emerge delle prime due fasi della sperimentazione

Il vaccino sperimentale contro il coronavirus dell’azienda farmaceutica britannica AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’Università di Oxford, ha dato risultati promettenti. I primi studi pubblicati sulla rivista medica Lancet indicano infatti che il vaccino produce una "forte risposta immunitaria negli anziani". La nota positiva arriva dai risultati delle prime due fasi della sperimentazione, i quali suggeriscono che uno dei gruppi più a rischio di morte o malattia grave da Covid-19 sia in grado di costruire l’immunità al virus.

I risultati promettenti del vaccino AstraZeneca

Durante i test di fase 2, a cui hanno preso parte 560 volontari adulti e in buone condizioni di salute, sono state somministrate a tutti i partecipanti due dosi del candidato vaccino, o un placebo. E non sono stati segnalati effetti collaterali gravi. Gli esperti spiegano su Lancet che i partecipanti ai test di età compresa tra i 56 e i 69 anni e con più di 70 anni hanno sviluppato una risposta immunitaria paragonabile a quella ottenuta nei volontari tra i 18 e i 55 anni in seguito alla somministrazione del vaccino.

Due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose, il 99% dei volontari ha sviluppato degli anticorpi in grado di neutralizzare il coronavirus. Il risultato è stato raggiunto a prescindere dall’età dei partecipanti. AstraZeneca sta terminando la propria fase 3 su un numero molto più ampio di pazienti, per avere maggiori dati sull’efficacia del proprio vaccino sperimentale.

Le prime dosi dovrebbero arrivare entro la prima metà del 2021

All’inizio del mese di novembre, l’azienda australiana Commonwealth Serum Laboratories (Csl) ha avviato la produzione a Melbourne di milioni di dosi del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford e da AstraZeneca. Le prime dosi dovrebbero arrivare entro la prima metà del 2021, anche se tutto dipenderà dall’esito delle sperimentazioni cliniche di fase tre. Come reso noto dal quotidiano australiano Sydney Morning Herald, Commonwealth Serum Laboratories ha contratti separati con Oxford-AstraZeneca e con il governo del Paese, per produrre circa trenta milioni di dosi del vaccino, che deve ancora ricevere l’approvazione della Therapeutic Goods Administration per il suo uso in Australia.

Questo vaccino è stato realizzato partendo da uno dei virus che causano il raffreddore comune negli scimpanzé: i ricercatori hanno trasferito il materiale genetico della proteina che il coronavirus utilizza per legarsi alle cellule e replicarsi, inserendola nel virus ottenuto dagli scimpanzé e reso innocuo per gli esseri umani. In questo modo, il sistema immunitario impara ad attaccare la proteina, così da potere anche affrontare le eventuali infezioni causate dal coronavirus vero e proprio.

Ecco il piano per il vaccino Pfizer a fine gennaio 2021 in Italia (senza obbligo, per ora) 

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