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Martedì, 23 Aprile 2024
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Il vaccino "italiano" entro fine anno in 30 milioni di dosi: "Tutto procede nel migliore dei modi"

"Alla fine di novembre sarà conclusa la fase tre della sperimentazione clinica". Lo spiega Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm di Pomezia che collabora con l'università di Oxford e AstraZeneca

Il vaccino anti-Covid prodotto dall'università di Oxford e AstraZeneca grazie alla collaborazione dell'Irbm Pomezia potrebbe concludere la fase di sperimentazione clinica alla fine di novembre. "Allo stato attuale tutto procede nel migliore dei modi" spiega Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'è desta' su Radio Cusano Campus.

"Noi ci aspettiamo che alla fine di novembre possa essere conclusa la fase tre della sperimentazione clinica, a quel punto la parola passerà alle agenzie regolatorie - ha affermato Di Lorenzo- I tempi normale potrebbero essere 6-8 mesi, ma in una situazione così importante penso che le agenzie regolatorie cercheranno di ridurre i tempi per dare una risposta nel giro di qualche settimana".

"Questo non vuol dire che il vaccino non sarà sicuro. I tempi che possono essere accorciati infatti sono quelli della burocrazia, della normale pratica dell'iter burocratico. Mentre tutti i tempi dovuti ai controlli scientifici saranno mantenuti in maniera severa".

Vaccino, 30 milioni di dosi all'Unione Europea entro fine anno

"Non esiste una multinazionale disposta a mettere in gioco la propria credibilità - spiega Di Lorenzo - e la propria reputazione scientifica per accorciare oltre il consentito i termini di una valutazione, sarebbe assurdo. Per questo è un argomento su cui si può essere più che sicuri. Il comune buonsenso lo porta a capire facilmente, solo che il comune buonsenso non è comune a tutti, quindi c'è sempre qualcuno che fa retro pensieri. Il problema è riuscire ad arrivare alla fine dei test senza che si verifichino eventi avversi. Se così sarà, le agenzie regolatorie impiegheranno 3-4 settimane e si arriverà ad una consegna delle prime 20-30 milioni di dosi all'Unione Europea entro fine anno. Se anziché prendere 4 settimane se ne prenderanno il doppio allora si arriverà a gennaio. Attaccarsi al discorso se sarà fine anno o inizio gennaio, la vedo piu' una questione teorica che con risvolti pratici. La gente vuole capire se in tempi certi potremo avere tutti a disposizione uno strumento per contrastare la pandemia e per tornare ad un minimo di vita normale dal punto di vista sociale, ma soprattutto economico".

Sull'indiscrezione del Financial Times riguardo la robusta risposta immunitaria nelle persone anziane. "Questa è un'indiscrezione perché sulla fase tre non è stato ancora pubblicato nulla. Eviterei di commentare le indiscrezioni. Posso dire che allo stato attuale tutto procede nel migliore dei modi e non ci sono evidenze che facciano pensare a controindicazioni dal punto di vista delle età e delle patologie. È vero che nella pubblicazione dei dati di fase 1 su Lancet era stato messo un accento proprio sulla capacità del candidato vaccino di immunizzare in maniera importante", ha concluso Di Lorenzo.

Il contratto tra la Commissione Europea e Astrazeneca

Il contratto ufficiale tra AstraZeneca e la Commissione Ue è stato firmato lo scorso agosto e negoziato per conto degli Stati membri dell'UE con una società farmaceutica. Il contratto permetterà di acquistare un vaccino contro la COVID-19 per tutti gli Stati membri dell'UE, oltre che di donarlo ai paesi a reddito medio-basso o ridistribuirlo ad altri paesi europei.

Nel contratto c'è scritto che le prime dosi - se il vaccino dovesse essere confermato come sicuro - saranno già disponibili entro la fine del 2020.

La Commissione ha stretto accordi simili con altri produttori di vaccini: le società Sanofi-GSKJohnson & JohnsonCureVac e Moderna.

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