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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Regno Unito

Come sui vaccini il Regno Unito ha messo sotto scacco l'Ue

L’approvazione in tempi record e la priorità sul farmaco Astrazeneca. Se nel resto d'Europa le dosi scarseggiano, in Uk la campagna vaccinale procede spedita

Mentre nei Paesi dell’Ue le dosi arrivano a singhiozzo, nel Regno Unito la campagna vaccinale procede spedita. Al 25 gennaio erano state vaccinate con una dose 6,85 milioni di persone, pari al 10,1% della popolazione (fonte: Our World in Data). Un numero notevole se pensiamo che in Italia le vaccinazioni sono state finora circa un milione e mezzo e il nostro è tra i Paesi europei più virtuosi. L’Uk deve parte del suo vantaggio al fatto che l’ente regolatorio Mhra ha approvato primo fra tutti i vaccini Pfizer-BioNTech (il 3 dicembre) ed Astrazeneca (il 30 dicembre) col risultato che la campagna vaccinale è partita una ventina di giorni prima rispetto al resto d’Europa. Un azzardo che ora sta pagando.

La campagna vaccinale nel Regno Unito

Secondo i giornali d’oltremanica l’obiettivo del governo e delle autorità sanitarie è quella di vaccinare almeno 15 milioni di persone entro metà febbraio. E vale a dire:

  • Ospiti e dipendenti delle case di cura;
  • Persone di età superiore agli 80 anni e operatori sanitari;
  • Anziani con più di 75 anni;
  • Tutti i cittadini di età pari o superiore a 70 anni clinicamente vulnerabili;

Il Regno Unito ha finora adottato una strategia che molti esperti definiscono rischiosa, ovvero quella di distanziare le due dosi aspettando in alcuni casi fino a 12 settimane tra la prima e la seconda somministrazione, per poter immunizzare quante più persone possibili. Ad oggi solo 472mila persone hanno ricevuto la seconda dose. È ancora presto per capire se questo altro azzardo si rivelerà vincente. Pfizer ha fatto sapere che la seconda dose del suo farmaco, se necessario, può essere somministrata anche fino a 42 giorni dopo la prima dose, pur precisando che il richiamo deve avvenire “secondo i dati di efficacia” e non oltre i 42 giorni. Resta il fatto che nel Regno Unito si vaccina a più non posso. Lo scorso venerdì, in un solo giorno sono state somministrate 343mila dosi. Pascal Soriot, 61 anni, amministratore delegeto di Astrazeneca, ha detto oggi a ‘Repubblica’ che l’Uk “sta vaccinando molto rapidamente: 2,5 milioni di persone a settimana, fino a 500mila al giorno” e che “appena si sarà raggiunto un numero di vaccinazioni sufficienti in Regno Unito, allora potremo utilizzare gli stabilimenti britannici anche per la fornitura all’Unione europea”.

Come sui vaccini il Regno Unito ha messo sotto scacco l'Ue

E qui veniamo all’altro nodo della questione. Se il Regno Unito sta vaccinando molto più di noi, è anche perché oltremanica i vaccini non mancano, mentre da noi scarseggiano. Soriot ha spiegato a “Repubblica” che “il contratto con i britannici è stato firmato prima, il governo Johnson ci ha chiesto ‘di rifornire prima noi’ e questo è comprensibile”. Insomma l'Uk ha la precedenza. E i termini del contratto? “Non c’è alcun obbligo verso l’Ue” ha detto ancora Soriot. “Nel contratto con gli europei c’è scritto chiaramente: ‘Best effort’. Ossia: ‘faremo del nostro meglio’. Lo scorso agosto, l’Ue voleva avere la stessa capacità produttiva del Regno Unito, nonostante il contratto firmato tre mesi dopo Londra. Noi di AstraZeneca abbiamo risposto: ‘Ok, faremo del nostro meglio. Ma non possiamo impegnarci contrattualmente perché abbiamo tre mesi di ritardo rispetto al Regno Unito’”.

La querelle è solo all’inizio. Nei giorni scorsi  la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides ha ricordato ad Astrazeneca che l’Ue “ha prefinanziato lo sviluppo del vaccino e la sua produzione e vuole vedere il ritorno”. “L’Unione europea vuole sapere esattamente quali dosi sono state prodotte finora, e dove, da AstraZeneca e, se sono state consegnate, a chi” ha detto ancora in tono minaccioso Stella Kyriakides. Ma cosa prevede il contratto firmato con Astrazeneca? Secondo un funzionario della Commissione citato da Politico, la casa farmaceutica ha in effetti un accordo per "fare il meglio possibile" in termini di consegne, ma avrebbe anche sottoscritto un accordo preventivo che comprende l'obbligo per l'azienda di avere la capacità produttiva per consegnare le dosi previste.

Secondo fonti Ue, citate dalla giornalista Shona Murray di Euronews il contratto prevede che Astrazeneca faccia il massimo possibile per produrre le dosi di vaccino previste nell'accordo con la Ue. Questo significa anche l'utilizzo degli impianti che si trovano al di fuori dell'Unione europea per adempiere agli obblighi previsti. Resta il fatto che ad oggi il Regno Unito sta vaccinando a tappeto, mentre in Ue le prime dosi arriveranno solo a metà febbraio. L’approvazione del vaccino Oxford-Astrazeneca da parte dell’Ema dovrebbe arrivare tra oggi e venerdì. L’efficacia riportata è pari al 62% contro il 95% del vaccino Pfizer-BioNTech.

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