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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Vaccino AstraZeneca: il rischio trombosi del seno cerebrale e le limitazioni in arrivo. Cosa succede al richiamo?

Oggi il nuovo verdetto dell'Ema sul siero anglo-svedese. Secondo le indiscrezioni potrebbe essere confermato il legame con l'evento avverso. Ma l'Agenzia del Farmaco raccomanderà comunque di continuare a immunizzare. E chi ha fatto la prima dose cosa deve fare?

L'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) darà oggi un nuovo parere sul vaccino AstraZeneca. Ma a prescindere dalle sue decisioni il siero va verso lo stop. O meglio: verso una limitazione all'utilizzo. Dalla quale verrebbero escluse alcune categorie per età e sesso. Mentre chi ha già fatto la prima dose potrà completare lo stesso il richiamo. 

Vaccino AstraZeneca: il rischio trombosi e le limitazioni in arrivo 

Il rischio è sempre quello della trombosi del seno cerebrale ma la novità è che oggi Ema ammette che sono "probabilmente" legate al vaccino AstraZeneca. Scrive Repubblica che fino a ieri sera  era questo l’orientamento al quale erano giunti i sessanta esperti del Prac, il Comitato sulla valutazione dei rischi dell’Ema. Il verdetto dovrebbe essere reso pubblico oggi, ma non si esclude uno slittamento. L'incidenza statistica della malattia è superiore a quella nella popolazione non vaccinata. Per questo probabilmente a breve verrà di nuovo cambiato il "bugiardino" del siero. 

Ma, e questa è un'altra novità, nonostante l'ammissione sulla trombosi l'Ema non dovrebbe porre limitazioni all'inoculazione del vaccino. Questa è una scelta che dovrà essere fatta a livello nazionale, è il ragionamento. Perché il rapporto rischi-benefici, nonostante tutto, continua a restare positivo. 

La conseguenza è che l’Ema cambierà ancora il bugiardino di AstraZeneca, indicando appunto la probabilità (“likely”) che il nesso esista nel punto 4.8 del foglio sulle caratteristiche del prodotto. Tuttavia al momento l’Agenzia Ue non dispone di dati sufficienti per bloccare il vaccino a determinate categorie della popolazione, come le donne sotto i 50 anni, visto che le trombosi hanno colpito anche uomini e altre fasce di età.

Ma gli esperti non hanno ancora capito in che modo la somministrazione del vaccino scateni la trombosi. Sotto la lente c'è l'adenovirus, uno dei componenti del vaccino, ma per ora si tratta soltanto di ipotesi. Ma se questo fosse il motivo, allora il problema potrebbe essere riscontrato anche in altri vaccini come quello di Johnson & Johnson e Sputnik, che usano la stessa tecnologia. 

La decisione dell'Italia su AstraZeneca

Dopo le parole di Ema sarà la volta dei governi nazionali. Che dovranno decidere cosa fare in base al pronunciamento e anche dopo la tempesta di brutte notizie e la psicosi che due settimane fa aveva portato molti a rifiutare l'inoculazione. E alle notizie di cronaca che continuano a sommarsi. Proprio ieri un'insegnante quarantenne dell'Istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Cernusco Sul Naviglio è ricoverata da diversi giorni in ospedale, inizialmente nel milanese e ora in un istituto di cura nel pavese, dopo essere stata colpita da trombosi cerebrale. A quanto si è potuto apprendere risulta che la donna, a metà marzo scorso, si fosse sottoposta a vaccinazione contro il Covid-19 di marca Astrazeneca. "Alla vaccinazione tutti noi ci siamo sottoposti autonomamente - spiega la sua dirigente scolastica Mariacristina Costanzo. - Come preside auguro alla famiglia che si possa risolvere presto la situazione. Siamo una comunità che, da un anno a questa parte, ha sviluppato sempre più un forte senso di appartenenza. Il covid in questo ha unito tanto. Quindi è una situazione in cui si soffre insieme".

Cosa farà l'Italia? Sul tavolo del ministro della Salute Roberto Speranza ci sono più opzioni, ma quella più gettonata è che arrivi una limitazione per età e, probabilmente, per sesso. E questo perché l'incidenza della trombosi nella popolazione vaccinata riguarda in massima parte donne al di sotto dei 65 anni. Quindi il piano del governo sulle vaccinazioni potrebbe subire una modifica sostanziale: AstraZeneca agli ultrasessantacinquenni, Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson a tutti gli altri. D'altro canto anche altri paesi europei stanno imponendo limitazioni.

In Francia il vaccino è somministrato solo a chi ha più di 55 anni, in Germania a chi ha più di 60 anni. Olanda, Danimarca e Norvegia ne hanno sospeso l’uso. E persino Boris Johnson, il premier del paese in cui il vaccino è nato e quello che ci ha scommesso di più, potrebbe muoversi a breve. Detto questo, bisogna tener conto anche di un altro fattore. Ovvero che il divieto di AstraZeneca per gli under 65 anni avrà molto probabilmente ulteriori conseguenze nefaste su chi deve immunizzarsi con il vaccino. E sulla fiducia nei confronti del farmaco di Oxford. Anche se secondo i sondaggi di Ipsos presentati ieri da Nando Pagnoncelli a DiMartedì per ora la popolazione sembra avere grande fiducia nei confronti della vaccinazione. 

Cosa succede a chi deve fare il richiamo dopo la prima dose di AstraZeneca

Ma cosa succede a chi deve fare il richiamo, ovvero la seconda dose di AstraZeneca dopo la prima? I test sul vaccino hanno coinvolto circa 30mila volontari. L’Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha stimato che le trombosi si verifichino in un caso circa su 100mila fra i vaccinati al di sotto dei 60 anni. Il presidente della Società italiana di ematologia, Paolo Corradini, ha fatto notare che gli effetti collaterali di AstraZeneca sono più rari di quelli dell’aspirina.

E proprio ieri l'azienda ha annunciato una sospensione della sperimentazione in corso per la somministrazione del suo vaccino anti-covid a bambini e adolescenti in attesa che l'ente regolatorio britannico verifichi il possibile legame con casi di trombosi negli adulti. Il professor Andrew Pollard dell'Università di Oxford ha detto alla Bbc che non ci sono problemi di sicurezza con la prova stessa, ma i suoi scienziati erano in attesa di ulteriori informazioni. 

Ciò nonostante, per ora l'orientamento dell'Aifa è quello di far concludere l'immunizzazione con AstraZeneca a chi ha fatto la prima dose. Un po' perché non ci sono studi o certezze sulla validità della vaccinazione in caso di seconda dose con un altro siero. Un po' perché di solito gli effetti collaterali arrivano dopo la prima dose e non la seconda. 

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Andrea Crisanti: il vaccino anti Covid di AstraZeneca è "tra i più sicuri al mondo"

Il vaccino anti Covid di AstraZeneca è "tra i più sicuri al mondo". È quanto ha dichiarato Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, intervenuto a SkyTG24, sottolineando anche che "il problema della disponibilità delle dosi si risolverà a breve". Sulla situazione della pandemia in Italia, Crisanti afferma che "l'elevata mortalità che stiamo vedendo è la conseguenza di scelte sbagliate, è l'effetto della priorità data nelle vaccinazioni a categorie non prioritarie".

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