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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"L'arrivo del vaccino è l'inizio della fine della pandemia, non è la fine"

"L'anno buono sarà il 2021", dice il direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco. A che punto siamo? E intanto YouTube rimuove migliaia di video fake

"È molto difficile, quasi impossibile, avere il vaccino entro il 2020. Direi che l’anno del vaccino sarà il 2021 e speriamo che sarà l’anno dei vaccini, più di uno". Così Guido Rasi, direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), ha parlato a Buongiorno su Skytg24 dei passi avanti che si stanno facendo nel settore della ricerca per contrastare la diffusione della pandemia di coronavirus. Rasi ha dichiarato che la speranza è di riuscire ad avere le prime dosi di vaccino nella primavera 2021 da distribuire alle popolazioni a rischio "con un inizio di vaccinazione importante". 

Vaccino anti coronavirus: a che punto siamo?

"È auspicabile e molto probabile che ci saranno più vaccini, è quello a cui stiamo lavorando, ne abbiamo già due in fase di preosservazione - ha aggiunto - quella che noi chiamiamo la rolling review, e probabilmente la prossima settimana ne arriverà un terzo. Si sta andando veloci". Rasi ha spiegato che "la disponibilità di dosi secondo me andrà aumentando molto rapidamente dopo l’approvazione. Credo che, se siamo fortunati, molti di quelli che vorranno essere vaccinati potrebbero esserlo per l’estate del 2021".

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Ma per il direttore dell'Ema l’arrivo del vaccino sarebbe solo "l’inizio della fine della pandemia, non è la fine". Una diminuzione significativa della pandemia si potrebbe vedere dopo un anno da quando le vaccinazioni inizieranno. Il distanziamento e l'uso delle mascherine sono misure che dovranno quindi perdurare anche nel primo periodo di diffusione del vaccino. Si potrà fare a meno di queste restrizioni solo dopo i primi dati sull'efficacia "cioè la composizione tra l’efficacia e la resa nella pratica reale, quando si vedrà quante persone rispondono al vaccino, quanto è intenso e quanto dura. Ci vorranno almeno sei mesi per capirlo".

Ci sono nove vaccini in fase 3

A che punto è la ricerca sul vaccino contro il coronavirus? Nel mondo sono 75 gli studi registrati su vaccini per Covid-19, con nove candidati arrivati alla fase 3, l'ultima prima della richiesta di autorizzazione. Lo afferma il monitoraggio periodico dell'Iss, secondo cui rispetto a un mese fa la cifra è salita di 17. Il 77% di queste sperimentazioni, si legge nell'infografica realizzata dal gruppo 'Trial Clinici', è di tipo randomizzato, e in totale gli studi prevedono di arruolare quasi 310mila pazienti. La Cina continua a guidare la 'classifica', con 23 test, quasi il doppio degli Usa che ne hanno in corso 12, mentre l'Italia ne ha uno. Più in generale nel mondo sono invece 1972 i test clinici in corso su terapie (79%), prevenzione (16%) e terapie di supporto contro Covid-19, di cui il 90% è randomizzato. anche in questo caso c'è un aumento, di 172 unità, rispetto al monitoraggio precedente. Per quanto riguarda l'Italia il 'censimento' vede invece 64 studi in corso, uno in più rispetto al 14 settembre, con circa 18mila partecipanti.

Perché i giovani potrebbero aspettare fino al 2022 per avere il vaccino anti coronavirus

In ogni caso, una persona giovane e in salute potrebbe non essere vaccinata contro il coronavirus prima del 2022: a dirlo è la ricercatrice capo dell'Oms, Soumya Swaminathan, avvertendo che non sarà possibile una vaccinazione di massa rapida contro Covid-19. In sostanza, se da un lato l'Organizzazione mondiale della Sanità spera di riuscire ad avere un vaccino efficare contro Sars-Cov-2 entro il prossimo anno, molte persone potrebbero aspettare ancora molti mesi prima di ottenerne una dose. E questo perché quando un vaccino arriverà, la priorità l'avranno gli operatori sanitari e gli anziani.

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Non sarà possibile, insomma, una vaccinazione di massa rapida contro Covid-19. "La gente tende a pensare che il primo gennaio o il primo aprile farà il vaccino e poi le cose torneranno alla normalità. Non andrà così", ha spiegato la ricercatrice dell'Oms. "La priorità l'avranno gli operatori sanitari e quelli in prima linea, su questo siamo tutti d'accordo. Ma anche in quei casi si dovrà stabilire chi corre i rischi più alti. Poi ci saranno gli anziani", ha aggiunto la ricercatrice, precisando appunto che "un giovane in salute potrebbe dover aspettare fino al 2022".

Vaccini e Covid-19: la linea dura di YouTube contro la disinformazione

E proprio in tema vaccini, YouTube ha già rimosso oltre 200mila filmati contenenti informazioni “pericolose o fuorvianti” sul coronavirus. Il numero stimato di rimozioni riguarda gli ultimi otto mesi, ovvero da quando il gigante del web, assieme alle altre grandi piattaforme, si è sentito chiamato in causa per il crescete numero di fake news e notizie inesatte che circolavano sul web già dalle prime settimane di diffusione della patologia virale. Ma una nuova minaccia ha ora convinto Alphabet, la società americana che controllo Google e YouTube, a intervenire in maniera più decisa contro una minaccia più specifica, quella della disinformazione legata ai vaccini.

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La nuova ‘guerra’ alle fake news è riportata dall’agenzia Reuters, alla quale la piattaforma video ha confermato che d’ora in avanti vieterà qualsiasi contenuto che includa affermazioni sui vaccini contro Covid-19 in contraddizione con le indicazioni delle autorità sanitarie locali o dell'Organizzazione mondiale della sanità. Affermazioni secondo cui il vaccino ucciderà i pazienti o causerà infertilità, o che i microchip saranno impiantati nelle persone che ricevono la dose, verranno semplicemente rimosse dalla piattaforma per evitare di offrire un palcoscenico alle teorie del complotto. YouTube afferma che rimuove già i contenuti che mettono in dubbio l'esistenza o la trasmissione del coronavirus, che promuovono metodi di trattamento non comprovati dal punto di vista medico, o che scoraggiano le persone a cercare cure mediche e a seguire le indicazioni delle autorità sanitarie sulla quarantena o il distanziamento sociale.

Le teorie del complotto e la disinformazione sui nuovi vaccini contro il coronavirus sono proliferate sui social media durante la pandemia, anche attraverso personalità anti-vaccino su YouTube e attraverso video poi diventati virali e condivisi su più piattaforme. Di qui l’annuncio che la piattaforma sta già limitando la diffusione della disinformazione relativa alla malattia virale, inclusi alcuni video con informazioni false “oltre i limiti” sui vaccini Covid-19.

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