Un anno col vaccino anti covid: come va rispetto a 12 mesi fa
Dal vaccine day del 27 dicembre 2020 alla terza dose oggi. Le tappe della campagna e un confronto con i dati di un anno fa
È passato esattamente un anno dal cosiddetto "vaccine day", il primo giorno di somministrazioni anti covid che dava il via a una campagna vaccinale destinata a mostrare una luce in fondo al tunnel della pandemia di coronavirus. Era il 27 dicembre 2020. Il giorno prima, 9.750 dosi del vaccino Pfizer-BioNtech, il primo e all’epoca unico approvato in Europa, erano arrivate dal Belgio all’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma per poi essere distribuite in tutte le altre regioni. L’avvio vero e proprio della campagna di vaccinazione contro Covid-19 è però il 28 dicembre 2020: la prima fascia a ricevere le iniezioni è quella degli operatori sanitari, insieme al personale delle Rsa. Il vaccino disponibile in quel momento è solo quello di Pfizer, approvato il 21 dicembre dall’Ema, l'Agenzia europea per i medicinali, e il giorno successivo dall’Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco.
Come va oggi rispetto a 12 mesi fa? Ecco un confronto tra numero di contagi e ricoveri in terapie intensive e aree mediche nel 2020 e nel 2021 - ossia tra prima e dopo l’inizio delle vaccinazioni anti Covid-19 -, prima di ripercorrere le tappe della campagna vaccinale in Italia. Dal confronto emergono alcuni numeri significativi. A fine dicembre 2021, per esempio, si è registrata una media giornaliera nella settimana di 29.836 nuovi casi (complice l'elevata contagiosità della nuova variante Omicron), a fronte dei 15.193 dello stesso periodo nel 2020. Per contro, però, i ricoveri quest’anno sono stati solo 8.722, contro i 24.546 dell’anno prima.
Per quanto riguarda i decessi, prendendo in considerazione sempre il periodo finale di dicembre, si evidenzia come nel 2021 la media giornaliera nella settimana sia di 135 decessi contro i 551 del 2020. La media giornaliera delle terapie intensive a fine dicembre 2021 è di 1.023, contro i 2.624 dello stesso periodo dell’anno precedente. Guardando i numeri tra 2020 e 2021, emerge con chiarezza che la campagna vaccinale sta funzionando nel ridurre il numero delle vittime e il sovraccarico degli ospedali, con conseguente riduzione dell’occupazione dei posti letto in area medica e intensiva.
L'inizio della campagna vaccinale
Dopo le prime inoculazioni, il piano nel 2020 prevede l’arrivo in Italia di circa 470mila dosi ogni settimana. Tra gennaio e febbraio, poi, si aprono due nuovi canali di vaccinazione: agli over 80 con i farmaci di Pfizer e di Moderna, quest’ultimo approvato il 6 gennaio dall’Ema e il 7 gennaio dall’Aifa; agli under 55 del personale scolastico, docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti con il vaccino di AstraZeneca, approvato dall’Ema il 29 gennaio 2021 e il 30 dall’Aifa.
I vaccini Pfizer e Moderna utilizzano la tecnologia mRna, ossia vengono utilizzate delle molecole di Rna messaggero (mRna) modificato che consegnano alla cellula un “messaggio” per sintetizzare, nel caso specifico, la proteina spike del Covid-19. AstraZeneca, e in seguito anche Johnson&Johnson, si basa invece sul vettore virale che utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, non più in grado di replicarsi, come vettore Dna per fornire le istruzioni per sintetizzare nel nucleo delle cellule umane la proteina spike di Sars-CoV-2. Nel corso dei primi mesi dall’avvio della campagna anti Covid-19, le consegne dei vaccini subiscono ritardi e riduzioni dei numeri di dosi stabilite con conseguente rallentamento della velocità delle somministrazioni. Intanto cambia anche il governo: a seguito delle dimissioni dell’esecutivo Conte bis, il 3 febbraio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferisce l’incarico a Mario Draghi, l’ex presidente della Bce, che giura con i suoi ministri il 13 febbraio.
Il 6 febbraio arrivano all'aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma) le prime 249.600 dosi del vaccino AstraZeneca. A poco più di un mese dal V-day, i farmaci disponibili per contrastare il coronavirus sono tre: Pfizer-BioNTech/Comirnaty, Moderna/Spikevax e AstraZeneca/Vaxzevria. A un mese dall’insediamento a Palazzo Chigi del governo Draghi, cambia anche il commissario straordinario per l’emergenza sanitaria. Domenico Arcuri viene sostituito dal generale Francesco Paolo Figliuolo, comandante logistico dell’esercito. La comunicazione ufficiale è del 1° marzo 2021.
Tra l’11 e il 12 marzo Ema e Aifa approvano anche il quarto vaccino anti Covid-19: Johnson&Johnson/Janssen, a vettore virale come l’AstraZeneca, ma unico farmaco da somministrare in un’unica dose. I precedenti tre seguono invece un ciclo di due iniezioni, la prima a qualche settimana di distanza dalla seconda (il tempo varia a seconda del tipo di vaccino e verrà poi allungato o abbreviato nel corso della campagna vaccinale in base alla disponibilità di dosi e dei risultati degli studi clinici). Agli inizi di aprile si aprono le prenotazioni per gli over 70: la data esatta varia a seconda delle decisioni di ogni singola regione.
Il caso AstraZeneca
Intanto già da marzo è scoppiato il caso AstraZeneca, con alcune segnalazioni di eventi di trombosi a circa due settimane dalla somministrazione. Il 7 aprile arriva la conferma dell’Ema sul rischio trombosi collegato al Vaxzevria. A seguito del parere dell’Ema e dell’Aifa, l’8 aprile una circolare del governo raccomanda, per il vaccino AstraZeneca, un uso "preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni", tenuto conto del "basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da Covid-19”. Chi è al di sotto dei 60 anni e ha già ricevuto la prima dose di Vaxzevria continuerà però con lo stesso vaccino anche per la seconda dose. Il 21 aprile la raccomandazione viene estesa anche al Johnson&Johnson, ossia a entrambi i prodotti a vettore virale.
Da metà aprile 2021 iniziano in Italia le vaccinazioni della fascia over 60 e dopo due/tre settimane, agli inizi di maggio, via anche per la fascia over 50. A metà maggio si aprono le prenotazioni per gli over 40 e senza limiti d’età per coloro che hanno alcune patologie, anche in forma lieve. Dagli inizi di giugno sì agli over 30 seguiti poco dopo da tutti coloro che hanno più di 12 anni. A sei mesi dall’inizio della campagna di vaccinazione, il piano del commissario per l’emergenza sanitaria procede rapido e a pieno ritmo. Sempre a giugno cambiano le raccomandazioni riguardo AstraZeneca: gli under 60 con prima dose di Vaxzevria avranno la seconda somministrazione con uno dei vaccini a mRna, in particolare i soggetti più a rischio trombosi come le donne. Inoltre la raccomandazione di non fare AstraZeneca agli under 60 diventa un divieto.
Il 20 settembre 2021 sono iniziate le terze dosi per circa 3 milioni di pazienti “fragili”. Dal 27 settembre è stata approvata anche la terza dose "booster" per over 80, Rsa e sanitari. Il 25 ottobre l’Ema ha dato il via libera alla somministrazione della terza dose del vaccino Moderna (Spikevax) dai 18 anni in su. Per il richiamo la dose di vaccino è pari alla metà di quella somministrata nelle precedenti due. Si apre la possibilità di prenotare il “booster” a partire da 5 mesi dopo la conclusione del primo ciclo vaccinale. A fine novembre uno studio dell’Istituto superiore di sanità (Iss) evidenzia che con l’avvio dlla campagna vaccinale, tra gennaio e settembre 2021, sono state evitate almeno 22mila morti, 445mila casi, 79mila ricoveri e quasi 10mila ammissioni nelle terapie intensive. A quasi un anno dall’avvio delle prime vaccinazioni, 11 mesi per l’esattezza, si è vaccinato l’87% della popolazione.
Il quinto vaccino anti Covid-19
E arriviamo al 16 dicembre, con il via alle vaccinazioni per la fascia 5-11 anni con dosi di Comirnaty di Pfizer/BioNTech nella specifica formulazione da 10 microgrammi. Il ciclo prevede anche per i più piccoli 2 dosi (da 0,2 ml ciascuna) da somministrare a distanza di 3 settimane (21 giorni) l’una dall’altra. Il 20-21 dicembre viene approvato il quinto vaccino anti Covid-19: Nuvaxovid di Novavax. Due studi evidenziano un’efficacia del 90% di protezione dal virus dopo la seconda dose, dati simili agli altri farmaci precedentemente approvati. La differenza è che non si basa su mRna o vettore virale, ma è un vaccino proteico, ovvero è composto da una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike e un “adiuvante”, una sostanza che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.
Il 23 dicembre una circolare del ministero della Salute ufficializza che l’intervallo di tempo tra seconda e terza dose passerà da 5 a 4 mesi, a partire dal 10 gennaio. Intanto tiene banco l'ulteriore riduzione della validità del green pass, già passato da 12 a 9 mesi. Il ministro della Salute Roberto Speranza conferma la riduzione della validità del green pass a sei mesi a partire dal 1° febbraio 2022.