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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Perché è importante parlare degli effetti collaterali del vaccino

Negli Usa preoccupazione di alcuni medici: i pazienti potrebbero decidere di non presentarsi per la seconda dose a causa degli effetti collaterali potenzialmente spiacevoli che potrebbero sperimentare dopo la prima somministrazione. E' un dovere di ciascun cittadino informarsi per prendere poi decisioni, per l'appunto, informate

Il vaccino per il Covid ha effetti collaterali. Tutti i vaccini li hanno. Il fatto che non siano effetti collaterali gravi quelli segnalati nei test dei vaccini in fase di approvazione in queste settimane, non significa che non bisogna parlarne. E' un dovere di ciascun cittadino informarsi per prendere poi decisioni, per l'appunto, informate. Non sono discorsi "da bar" quelli sugli effetti collaterali dei vaccini anti-coronavirus, anzi: ne hanno parlato di recente i medici dell'organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d'America. Secondo i dottori, i funzionari della sanità pubblica e i produttori di farmaci devono avvertire la popolazione che le dosi di vaccino contro il coronavirus possono avere alcuni effetti collaterali, in ​​modo che i citadini sappiano cosa aspettarsi e non siano spaventati e non ricevano poi la seconda dose.

Gli effetti collaterali del vaccino Covid

Il tema negli States è di strettissima attualità perché gli Usa si preparano a distribuire le vaccinazioni già da questo mese. Sandra Fryhofer della American Medical Association ha detto che sia per quel che riguarda il vaccino Pfizer sia quello di Moderna sono necessarie due dosi a intervalli di tempo variabili. Da medico, ha detto (e le sue parole sono state riportate con ampio spazio anche sulla Cnbc), di essere preoccupata che se i suoi pazienti possano decidere di non presentarsi per una seconda dose a causa degli effetti collaterali potenzialmente spiacevoli che potrebbero sperimentare dopo la prima somministrazione.

"Abbiamo davvero bisogno di rendere i pazienti consapevoli che questa non sarà una passeggiata nel parco ("a walk in the park” in inglese, ndr) , ha detto Fryhofer durante un incontro online con il Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione, un gruppo esterno di esperti medici che consigliano il CDC. "Sapranno di essere stati vaccinati. Probabilmente non si sentiranno meravigliosamente bene. Ma devono tornare per quella seconda dose". Ma di quali sintomi (lievi, non gravi) stiamo parlando? I partecipanti agli studi sul vaccino contro il coronavirus di Moderna e Pfizer hanno detto alla Cnbc a settembre di aver avuto una serie di sintomi traquelli elencati di seguito: febbre alta, dolori muscolari, forti mal di testa, stanchezza per tutto il giorno. Sebbene i sintomi fossero fastidiosi e talvolta intensi, non sono mai durata per più di 24 ore.

Entrambe le società hanno riconosciuto che i loro vaccini potrebbero indurre effetti collaterali simili ai sintomi associati a una firma lieve di Covid-19, come dolori muscolari, brividi e mal di testa. Si riporta a titolo di esempio il caso di una donna della Carolina del Nord, partecipante ai test del vaccino Moderna, che ha detto di non aver avuto la febbre, ma di aver sofferto di una brutta emicrania che l’ha lasciata prosciugata per un giorno e incapace di concentrarsi. Ha detto che si è svegliata il giorno successivo sentendosi meglio dopo aver assunto un normale farmaco per il mal di testa.

Secondo i medici potrebbe esserci bisogno di dire alle persone di prendersi un giorno libero soprattutto dopo la seconda dose del vaccino. Moderna ha comunicato alcuni effetti collaterali “severi” fra i partecipanti, in grado di impedire loro le normali attività lavorative quotidiane. Dopo la prima dose dolore al sito dell’iniezione, dopo la seconda dose a volte affaticamento, dolore muscolare e alle articolazioni e mal di testa.

La dott.ssa Nancy Messonnier, direttrice del Centro nazionale per l’immunizzazione e le malattie respiratorie del CDC, nel medesimo incontro ha spiegato che l’agenzia lavorerà per mettere nero su bianco una guida per spiegare cosa deve fare un operatore sanitario se il giorno dopo il vaccino si sentisse poco bene: "Come influisce sulla pianificazione a livello ospedaliero in termini di quale personale viene vaccinato in quale giorno?”, si è domandata.

Secondo altre voci critiche. i produttori di farmaci potrebbero provare a parlare degli effetti collaterali in modo più positivo, utilizzando termini come “risposta” del sistema immunitario  invece di “reazione avversa”. Gli scienziati contattati dalla Cnbc ricordano ad esempio che è normale avere un po ’di dolore alle braccia o un senso di affaticamento, alcuni dolori muscolari e forse anche la febbre. Gli effetti collaterali non sono però così diffusi, al punto che - come racconta un'un’infermiera professionista del Minnesota - alcune persone coinvolte nei test sono sono rimaste "deluse" quando non hanno sofferto degli effetti collaterali segnalati da altri, pensando di aver ricevuto il placebo.

Covid: "Sono vaccini reattogenici" 

"Parliamo di questi vaccini come reattogenici, che è solo una parola grossa che spiega il modo in cui funzionano" ha detto al Washington Post Kelly Moore della Immunization Action Coalition, che lavora come consulente esterno per Pfizer - quindi daranno una reazione, e quella reazione potrebbe essere un braccio dolorante o un arrossamento nel punto in cui è stata praticata l'iniezione. Oppure potresti anche sentire qualcosa di simile all'influenza, potresti avere mal di testa o dolori muscolari per un giorno o giù di lì, ed è assolutamente normale. Non c'è niente di pericoloso o di brutto in queste reazioni”. La reattogenicità è effettivamente la proprietà di un vaccino di produrre reazioni avverse comuni e previste.

Gli scienziati chiedono che venga portata avanti una strategia di comunicazione trasparente e dettagliata, perché se le persone decidono di non tornare per la seconda dose prevista, la campagna vaccinale risulterebbe inefficace. I rischi legati a testimonianze aneddotiche o dichiarazioni "orientate al marketing" delle case farmaceutiche esistono. Informarsi, essere consapevoli, e prendere decisioni. Fra chi oggi non è favorevole a vaccinarsi, i timori per gli effetti collaterali sono un fattore a volte decisivo.

Tornando in Italia, Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano e professore emerito dell’Humanitas University, ha spiegato che la logistica è solo parte del problema: "Se si pensa solo a disporre spazi e frigoriferi si sta sbagliando. Mi auguro che gli aspetti organizzativi siano accompagnati da una campagna di formazione e informazione".

"Non c'è farmaco e non c'è vaccino su cui possiamo dire a priori 'non mi farà male tra 10 anni'. La penicillina ha molte più probabilità di avere effetti collaterali rispetto ad un vaccino" ha detto il professor Massimo Galli. Se ne parlerà ancora a lungo.

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