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Martedì, 23 Aprile 2024
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No, il vaccino non è dietro l'angolo

Quando arriva la nuova arma anti-Covid? Occhio agli annunci, ché si rischiano figuracce. Il luminare Gallo: "La mia impressione è che ci siano troppi candidati che fanno esattamente la stessa cosa. E per conoscere efficacia e sicurezza serve tempo". Crisanti: "Irrealistico mandare messaggi dicendo che avremo vaccini fra uno o due mesi"

Il vaccino prima o poi arriverà e sarà un'arma importante per contrastare la diffusione del SARS-CoV-2. Ma occhio ai proclami, ché si rischiano figuracce. Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, lo mette in chiaro: "Mandare messaggi dicendo che avremo il vaccino fra uno o due mesi sicuramente intercetta le aspettative di tutti quanti, ma lo vedo piuttosto irrealistico" dice a Buongiorno, su Sky TG24. "Forse - ha spiegato - fra due mesi qualcuno dirà che abbiamo un vaccino, ma tra dirlo e fare uno studio pilota e poi distribuirlo passano tanti mesi".

Quando arriverà il vaccino anti-Covid?

Ieri il premier Giuseppe Conte aveva azzardato ben altri scenari: "Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto 'rolling value') del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca ) saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all'inizio di dicembre". "Già all'inizio avremo i primi due o tre milioni di dosi - ha precisato Conte - Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astrazeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera".

"Credo che Conte abbia informazioni precise. Molta parte del mondo farmaceutico e della ricerca si sta muovendo e sta lavorando senza sosta", ha detto la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, aggiungendo: "Tutti sappiamo che il vaccino è ormai imminente e se il presidente del Consiglio parla di dicembre sicuramente ha ottime informazioni".

Vaccino Covid: è presto per cantare vittoria

Il luminare americano Robert Gallo, che ha scoperto il virus dell'Hiv, ha spiegato al quotidiano Il Giornale che la corsa al vaccino rischia di trasformarsi in un boomerang: non è ancora il caso di festeggiare, tutt'altro. Tutti i vaccini in questo momento in sperimentazione per combattere il virus Sars-Cov-2 sono "too much of the same thing" (troppo simili), rischiano di essere poco efficaci secondo lo scienziato. Inoltre già dopo 4-6 mesi si potrebbe aver bisogno di un'altra dose di vaccino, un richiamo come si suol dire, perché gli anticorpi "non dureranno a lungo".

Gallo è colui che per primo ha scoperto e dimostrato a inizio anni ottanta che la causa dell’Aids doveva essere attribuita ad un retrovirus successivamente chiamato HIV. Co-fondatore e direttore dell'Istituto di virologia umana presso l'Università del Maryland School of Medicine e co-fondatore e presidente del comitato direttivo scientifico internazionale del Global Virus Network. Non usa giri di parole: "Non hai un vaccino efficace fino a quando non hai un vaccino efficace: sono candidati, niente di più, niente di meno".

"La mia impressione è che ci siano troppi candidati che fanno esattamente la stessa cosa. La stragrande maggioranza dei vaccini sperimentali sta prendendo di mira la proteina spike del virus nella speranza di indurre anticorpi neutralizzanti. Questo può o non può funzionare".

"Abbiamo un candidato vaccino per altri virus che produce anticorpi neutralizzanti, ma questi non si sono rivelati efficaci nonostante l'induzione di quantità significative di anticorpi neutralizzanti" dice. Sempre a proposito dei potenziali vaccini in arrivo, non è pensabile fare le cose in fretta. Gli annunci sono una cosa, la scienza un'altra: "Per un po' di tempo non ne sapremo l'efficacia né la facilità di distribuzione in tutto il mondo - dice Gallo al Giornale - Non ne conosceremo la reale sicurezza finché non passeranno mesi e le persone saranno infettate dopo essere state vaccinate. È ancora ampiamente prematuro prevedere l'efficacia di questi vaccini e starei molto attento a come i media riportano i primi annunci senza analizzarli con esperti indipendenti dalle aziende. In conclusione sì, incoraggio a fare il vaccino una volta disponibile, ma no, non sono sicuro che questo risolverà il problema". Gallo non ha alcun dubbio che si tratti di un virus naturale e non di un virus nato in laboratorio: "Non ci sono prove del contrario. Dichiarazioni di altri che affermano diversamente mostrano che provengono da persone che non comprendono la struttura del genoma".

Quando Roberto Burioni aveva pubblicamente esultato per la notizia della prossima richiesta di autorizzazione di un vaccino, aveva specificato che era un passo importante ma non il traguardo raggiunto. Quando si passerà dalla sperimentazione alla distribuzione, si andrà da qualche decina di migliaia di persone vaccinate a decine di milioni nel mondo (nel giro di un certo numero di mesi): occorre dunque che la statistica sull'efficacia del vaccino, di qualunque vaccino, sia molto solida. Per ora non siamo a quel punto.

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