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Domenica, 3 Dicembre 2023
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Giallo quarta dose, cosa è successo e come stanno le cose: "Meglio una lunga pausa"

Non ci sono prove sufficienti dai trial clinici o da dati real world che possano supportare una raccomandazione per la popolazione generale: cosa sanno per ora gli scienziati

I richiami dei vaccini anti-Covid perdono la loro efficacia immunitaria dopo circa quattro mesi. Lo ha annunciato nella serata di ieri il Center for Disease Control degli Stati Uniti, rafforzando così la probabilità che alcune persone possano aver bisogno di una quarta dose. I dati rilasciati venerdì - scrive il New York Times - rappresentano la prima prova non in laboratorio negli Stati Uniti dell'efficacia calante delle inoculazioni di RNA messaggero nel contrastare la malattia nei casi da moderati a gravi. Ma siamo nel campo delle ipotesi sulle quarte dosi, e la chiarezza non c'è. Al momento non ci sono prove sufficienti dai trial clinici o da dati real world che possano supportare una raccomandazione di quarta dose per la popolazione generale.

Il cortocircuito sulla quarta dose

In Italia infatti fa notizia lo stop del Ministero della Salute alla Regione Piemonte, a stretto giro di posta, dopo che quest'ultima aveva annunciato ieri l'avvio della somministrazione della dose booster per gli oltre 58mila immunodepressi della Regione: "La quarta dose, esclusivamente per gli immunocompromessi, è oggetto di valutazione da parte della nostra comunità scientifica. Solo dopo il pronunciamento di AIFA potrà eventualmente essere autorizzata".

Però il comunicato diffuso dalla Regione Piemonte parlava chiaro, non c'erano verbi al condizionale: "I soggetti immunodepressi possono ricevere la quarta dose di vaccino anti Covid. Lo ha precisato in una nota il Ministero della Salute rispondendo a una richiesta di chiarimento della Regione Piemonte. In particolare gli immunodepressi che, dopo almeno 28 giorni dal completamento del ciclo primario con doppia dose, hanno ricevuto una terza somministrazione (cosiddetta "addizionale") possono ricevere anche la quarta somministrazione (cosiddetta "booster") una volta che siano trascorsi almeno 120 giorni dalla dose addizionale. L'Unità di crisi ha dato quindi indicazione alle Aziende sanitarie di procedere con la convocazione di tutti gli oltre 58 mila immunodepressi che in Piemonte hanno già maturato i tempi previsti".

Cortocircuito. In realtà non c'era nessun via libera dal ministero alla Regione dopo che quest’ultima aveva interrogato Roma sull’eventualità di una quarta dose per gli immunodepressi. "E’ stata solo un’interlocuzione tecnica informale" ha dichiarato il ministero. Se ne saprà di più nei prossimi giorni. Il dibattito di certo non finisce qui. "Le indicazioni ricevute dal ministero della Salute sulla quarta dose da somministrare agli immunodepressi - replica la Regione Piemonte - erano chiare. Tuttavia, alla luce dell'ulteriore comunicazione arrivata oggi dalla Direzione generale prevenzione del ministero della Salute che subordina la validità della somministrazione in oggetto all'approvazione da parte di Aifa, stiamo dando alle aziende sanitarie indicazione di sospenderla, temporaneamente e in via precauzionale, in attesa di nuovi chiarimenti".

Gli scienziati sono molto cauti

Il punto critico è che non tutti gli esperti ritengono sensata una quarta dose con il vaccino pensato e studiato contro il ceppo di Wuhan. Sull'ipotesi di una quarta dose,  Sergio Abrignani, immunologo della Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico, di recente ricordava che "la maggior parte dei vaccini contro altre malattie infettive richiede tre dosi per innescare una protezione valida negli anni. E' la schedula classica. Abbiamo visto il governo israeliano somministrare la quarta dose a due mesi dall'ultima. Non è servita a nulla sul piano del rafforzamento dell'immunità. Ecco perchè la validità del green pass è stata prorogata senza scadenza. Anche se più avanti dovessimo avere l'evidenza di un nuovo calo di protezione nei vaccinati tre volte, penso sia improbabile insistere con lo stesso vaccino. Avrebbe poco senso". "Diverso è - ha poi detto in un'altra intervista Abrignani - se si farà un vaccino specifico contro una variante e allora non sarà una quarta dose, ma come quello contro l'influenza sarà un vaccino nuovo e si farà ogni anno".

Uno degli ultimi esperti a parlare della quarta dose è stato Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco. "Dovremo forse fraternizzare anche con quello, ma non sarà una quarta dose, sarà un richiamo, magari auspichiamo annuale", ha detto in un'intervista a Elisir rispondendo a una domanda sulla protezione data dai vaccini.

Il virologo Francesco Broccolo ha commentato l'eventualità di somministrare un richiamo annuale. "Nella storia della vaccinazione non si era mai arrivati a dare quattro dosi così ravvicinate fra loro; il massimo erano state tre, con le prime due ravvicinate e la terza distanziata", ha spiegato l'esperto scienziato. "Probabilmente è opportuno prendere una lunga pausa, anche per vedere come si evolve il virus, se ci saranno nuovi sviluppi, mentre i casi nel nostro Paese sono in calo e si va verso l'endemia".

"La variante Omicron è molto meno severa della Delta - dice al Manifesto Alessandro Vespignani, scienziato dell’università Northeastern di Boston - ma senza la protezione vaccinale ci avrebbe comunque messo in ginocchio. Anche per questo motivo bisognerà studiare la durata di questa protezione e stabilire se, specialmente per gli individui a rischio, ci possa essere bisogno di ulteriori richiami vaccinali".

Al momento sono sei i Paesi che hanno dato il via libera, con differenze nazionali, alla quarta dose. Dopo Israele si sono via via aggiunti all'elenco Danimarca, Stati Uniti, Ungheria, Spagna e Germania.

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