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Giovedì, 25 Aprile 2024

Antonio Piccirilli

Giornalista

Quelle dosi di AstraZeneca avanzate: cosa aspettiamo ad essere generosi?

"L'Italia farà la sua parte e donerà 15 milioni di dosi" ai paesi poveri. A dirlo è stato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni in aula alla Camera in vista della riunione del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno, confermando la promessa fatta un mese fa al Global Health Summit. Si tratta di un impegno da onorare "entro la fine dell'anno" perché "migliorare l'accesso ai vaccini nei paesi più poveri non è soltanto una questione etica, ma anche una priorità sanitaria". E in effetti è proprio così. Man mano che i Paesi ricchi vanno avanti nelle vaccinazioni, gli Stati con meno risorse restano soli in balia del Covid. Per questo il tema non può più essere rimandato. Secondo le elaborazioni di 'Our World in Data', un progetto internazionale a cui collabora l'Università di Oxford, nei Paesi ad alto reddito sono stati somministrati 63 vaccini ogni 100 abitanti, nei Paesi a basso reddito meno di uno.

Parlando alla Camera, il presidente del consiglio ha fatto presente che "più a lungo dura la pandemia, più possibilità ci sono che il virus muti in varianti particolarmente contagiose e che possono sfuggire alla copertura del vaccino". Proprio perché in molti Paesi il virus può continuare ad agire indisturbato sarebbe il caso di agire con tempestività. Tanto più che ora possiamo farlo.

I Paesi Ue hanno già scorte di AstraZeneca che non riescono a 'smaltire' dopo i vari 'stop' delle agenzie regolatorie e nei prossimi mesi arriveranno altre forniture che non sapremo come utilizzare. In Italia il vaccino di Oxford sarà usato quasi solo per i richiami degli over 60 e dunque si presume che milioni di dosi resteranno nei frigo dei centri di stoccaggio. Perché non donarle ai Paesi poveri? E perché non farlo adesso? Sappiamo quanto il tempo sia un fattore cruciale in una pandemia, indugiare ancora sarebbe insensato.

Non si tratta neppure di altruismo, bensì di una necessità oggettiva per scongiurare il rischio di nuove mutazioni potenzialmente pericolose. In questo caso, ha sintetizzato il virologo Roberto Burioni, "il modo più efficace per essere egoista è essere generoso". Certo a salvare il mondo non saranno le (tutto sommato) poche dosi regalate dall'Ue, ma non dimentichiamoci che ogni vaccino somministrato è potenzialmente una vita messa al sicuro. Cosa aspettiamo a fare la nostra parte? 

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