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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Quando inizieranno le vaccinazioni per i più giovani

Con l’accordo raggiunto con le Regioni per l’utilizzo delle rete delle farmacie, secondo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese tra qualche mese “dovremmo iniziare a vaccinare anche le classi di età dei più giovani”

L’Italia si prepara alla seconda Pasqua in lockdown e il Viminale è pronto a schierare 70mila agenti per vigilare sul rispetto delle norme anti covid in quei giorni, con un occhio attento alle aree più esposte al rischio assembramenti come ad esempio parchi e litorali frequentati.

La ministra dell’Interno Lamorgese, lo ripete da giorni, è ben consapevole del “senso di stanchezza diffuso” vissuto da gran parte degli italiani dopo più di un anno di emergenza sanitaria e a farne le spese sono soprattutto i giovani, tra le categorie per certi versi più sacrificate in questa situazione.

Lamorgese: "Tra maggio e giugno vaccino alle classi di età dei più giovani"

Se la Pasqua sarà necessariamente in zona rossa nazionale, gli occhi sono già puntati sull’estate 2021, che si spera porterà con sé meno restrizioni e una campagna vaccinale in fase avanzata. E proprio pensando all’estate, per limitare il più possibile la diffusione del coronavirus e l’aumento dei contagi, “c’è bisogno di uno sforzo straordinario”, ha ribadito oggi la ministra Lamorgese: “Ora che è stato raggiunto l'accordo con le Regioni per l'utilizzo della rete delle farmacie, tra maggio e giugno dovremmo iniziare a vaccinare anche le classi di età dei più giovani che, notoriamente, si spostano e socializzano più delle altre”. I giovani che scalpitano e vogliono tornare il prima possibile a una vita fatta di incontri, viaggi e studio potrebbero dover stringere i denti anche per qualche mese, quando anche per loro saranno disponibili i vaccini. 

Il sondaggio: 3 giovani su 4 disposti a vaccinarsi

Secondo un recente sondaggio realizzato dal portale Skuola.net, assieme al Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell'Università "Sapienza" di Roma, condotto nelle scorse settimane su un campione di 5.313 ragazzi, tre giovani su quattro sono favorevoli al vaccino. 

Circa il 75% dei giovani tra gli 11 e i 30 anni si dichiara a favore del vaccino antiCovid, dando la propria disponibilità a sottoporsi alla vaccinazione. Una volontà espressa dal 54,6% dei ragazzi intervistati, mentre un altro 19,8% dichiara di essere sostanzialmente favorevole (pur manifestando qualche dubbio). Il 10,1% per il momento propende per il “no” ma non esclude in futuro di cambiare idea. L'8,7% dice di non essersi ancora fatto un'opinione a riguardo. Alla fine, dunque, appena il 6,7% mostra l'assoluta intenzione di non sottoporsi al vaccino

Tra le considerazione che spingono i ragazzi a volersi vaccinare ci sono al primo posto la consapevolezza della gravità della situazione (38%) e la percezione che i benefici prodotti dai vari vaccini sin qui autorizzati superino di gran lunga i rischi (23%). Per molti la spinta arriva anche dalla volontà di avere una garanzia in più che i propri cari non si ammalino di Covid-19 (21,5%). "Tre quarti dei giovani vorrebbero vaccinarsi contro il Covid. E la percentuale sfiora l'80% nella fascia d'età 11-17 anni. Un risultato che evidenzia quanto la tematica della prevenzione primaria attraverso l'immunizzazione interessi anche questa fascia di popolazione”, è il commento del professor Giuseppe La Torre del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della Sapienza.

Vaccinazioni, a che punto siamo

“Siamo di fronte ad un cambio di passo nella campagna vaccinale che sta portando i primi risultati: le forniture complessive di vaccini nel solo mese di marzo ammontano a oltre 7,6 milioni di dosi, sul totale di 14,2 milioni realizzato nel primo trimestre”, ha detto il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, ascoltato nelle commissioni Affari Sociali riunite di Senato e Camera. L'obiettivo è "conseguire la vaccinazione dell'80% della popolazione entro il 30 settembre di questo anno, dando subito priorità alle persone più vulnerabili”. Per ottenere l’immunità di gregge “entro la fine di settembre” sono necessarie “almeno 500mila somministrazioni al giorno”. Oltre all’arrivo di nuove dosi di vaccino (“oltre 8 milioni” in tutto, “400mila delle quali del tipo Johnson&Johnson), si punta a incrementare anche le categorie di chi potrà somministrare i vaccini. “Le stiamo pensando tutte col ministro Speranza, se vogliamo esser pragmatici, si accettano piccoli rischi a beneficio do un bene supremo".

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