Vaiolo delle scimmie in Italia, c’è anche l’isolamento di 21 giorni per i contatti stretti
Ci sono delle misure da prendere per il vaiolo delle scimmie in Italia e delle linee guida per farlo, che vanno dall’identificazione dei casi all’isolamento dei contatti, fino alla vaccinazione: i dettagli
Il vaiolo delle scimmie è arrivato anche in Italia, con i casi confermati che sono saliti a 6. Il Ministero della Salute ha pubblicato una circolare per dare maggiori indicazioni circa la segnalazione, il tracciamento dei contatti e la gestione dei casi, a partire dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Trattandosi di un virus, sarà decisiva la rapidità nell’identificazione dei casi e della costruzione della catena di contagio, per isolare i casi positivi e prevenire un’ulteriore diffusione del vaiolo delle scimmie (anche se ci sono delle buone notizie a riguardo). Ma c’è anche dell’altro, come la possibilità di vaccinazione per personale sanitario e i soggetti a rischio, oltre alle misure di isolamento dei contatti stretti.
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La situazione del vaiolo delle scimmie in Europa e nel mondo
Dopo il primo caso di vaiolo delle scimmie del 7 maggio 2022 segnalato dal Regno Unito in una persona proveniente dalla Nigeria, i casi nel paese sono aumentati fino a 20. Successivamente, a partire dal 18 maggio, diversi stati membri dell’Unione Europea hanno confermato diversi casi di positività. La più colpita è la penisola iberica, con Spagna e Portogallo che hanno segnalato oltre 60 casi. Belgio, Germania, Francia, Svezia e Paesi Bassi hanno segnalato dei casi, ma in maniera minore. In Italia il computo è di 6 casi.
Al di fuori dell’Ue, Israele ha segnalato un caso confermato e altri casi sospetti, mentre in Africa occidentale e centrale continuano ad esserci segnalati focolai, soprattutto in Camerun (dove è stata segnalata un’epidemia vera e propria) e nella Repubblica democratica del Congo (RDC), che tra il 1° gennaio e il 17 aprile 2022 ha riportato 1.152 casi sospetti di vaiolo delle scimmie, compresi 55 decessi (tasso di letalità del 4,8%). Il virus del vaiolo delle scimmie che circola nella RDC appartiene alla variante più virulenta del bacino del Congo (CB). Infine la Nigeria ha riportato 46 casi sospetti (di cui 15 confermati) tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2022. Tra il 2017-2022 la Nigeria ha riportato 241 casi confermati e nell’epidemia del 2017, i casi con infezione concomitante da Hiv hanno presentato una morbilità più grave, con un maggior numero di lesioni cutanee e di ulcere genitali rispetto ai soggetti negativi all’HIV.
Le situazioni di contagio (anche dagli animali)
I contatti stretti dei casi di vaiolo delle scimmie comprendono principalmente i partner sessuali e le persone che vivono nella stessa famiglia o chiunque condivida la stessa biancheria da letto o gli stessi indumenti. In ambito sanitario, la prevenzione della trasmissione si basa su adeguate misure di sicurezza e controllo delle infezioni. Si ritiene che il vaiolo delle scimmie si trasmetta principalmente attraverso droplet e il contatto diretto con i fluidi corporei o il materiale delle lesioni.
Secondo il Ministero della Salute, la probabilità di trasmissione dell’infezione agli operatori sanitari che indossino dispositivi di protezione individuale appropriati (camice monouso, guanti monouso, copriscarpe o stivali monouso, protezione respiratoria tipo FFP2, e protezione degli occhi con occhiali o visiera) è molto bassa. Sono anche stati riportati casi di trasmissione del virus da madre a figlio durante la gravidanza e studi su animali mostrano la presenza del virus nel sangue, nei tessuti e negli organi di animali infetti.
Attualmente, si conosce poco sull'idoneità delle specie animali europee da compagnia (mammiferi, come cani, gatti, conigli e simili) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, si sospetta che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli), siano ospiti idonei, più dell'uomo, e la trasmissione dall'uomo agli animali (da compagnia) è quindi teoricamente possibile. Un tale evento di spillover potrebbe in ultima analisi portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e la malattia a diventare una zoonosi endemica.
I casi sospetti e probabili
Il Ministero della Salute considera un caso sospetto (rispetto al "caso probabile") una persona di qualsiasi età che presenti un'eruzione cutanea acuta da causa sconosciuta e uno o più dei seguenti segni o sintomi, dal 15 marzo 2022: mal di testa, insorgenza acuta di febbre (>38,5°C), linfoadenopatia, mialgia, mal di schiena, astenia. In presenza di un quadro clinico riconducibile al vaiolo delle scimmie non è necessario attendere i risultati di laboratorio negativi.
Il "caso probabile" è invece una persona che soddisfi la definizione di caso sospetto e uno o più dei seguenti elementi: − ha un legame epidemiologico (esposizione diretta, compresi gli operatori sanitari senza protezione degli occhi e delle vie respiratorie); contatto fisico diretto con la pelle o con lesioni cutanee, compreso il contatto sessuale; o contatto con materiali contaminati come indumenti, lenzuola o utensili con un caso probabile o confermato di vaiolo delle scimmie nei 21 giorni precedenti l'insorgenza dei sintomi:
- Ha dichiarato di aver viaggiato in un paese endemico per il vaiolo delle scimmie nei 21 giorni precedenti la comparsa dei sintomi;
- Ha avuto partner sessuali multipli o anonimi nei 21 giorni precedenti la comparsa dei sintomi;
- Ha un risultato positivo di un test sierologico per orthopoxvirus, in assenza di vaccinazione contro il vaiolo o altra esposizione nota agli orthopoxvirus.
Per il Ministero della Salute “Gli obiettivi chiave della sorveglianza e dell'indagine sui casi per il vaiolo delle scimmie nel contesto attuale consistono nell'identificare rapidamente i casi, i cluster e le fonti di infezione il prima possibile al fine di fornire un'assistenza clinica ottimale, isolare i casi per prevenire un'ulteriore trasmissione, identificare e gestire i contatti e adottare metodi efficaci di controllo e prevenzione basati sulle vie di trasmissione più comunemente identificate”. I casi sospetti dovranno essere segnalati immediatamente alle autorità sanitarie regionali e nazionali
Il vaccino
Terapia e profilassi vaccinale L'adozione di contromisure di tipo medico farmacologico, inclusi specifici antivirali, può essere presa in considerazione, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse. La vaccinazione post-esposizione (idealmente entro quattro giorni dall'esposizione) può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici.
I contatti stretti e l'isolamento
Il tracciamento dei contatti permette la rapida identificazione di nuovi casi, di interrompere la trasmissione del virus e contenere l’epidemia. Permette inoltre di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia gra ve. Nella ricerca dei contatti vanno considerati diversi contesti, tra cui famiglia, posto di lavoro, scuola/asilo nido, contatti sessuali, assistenza sanitaria, trasporti, sport, incontri sociali e qualsiasi altra interazione ricordata. Gli elenchi delle presenze, le liste passeggeri, ecc. possono essere ulteriormente utilizzati per identificare i contatti.
I contatti devono essere monitorati almeno quotidianamente per l'insorgenza di segni/sintomi riferibili al vaiolo delle scimmie per un periodo di 21 giorni dall'ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. Segni/sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, mialgia, mal di schiena, eruzione cutanea e linfoa denopatia. I contatti devono monitorare la loro temperatura due volte al giorno. I contatti asintomatici non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza. Durante i 21 giorni di sorveglianza i contatti di devono evitare immunodepressi, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni.