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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'infezione

Vaiolo delle scimmie: scatta la quarantena per i contatti?

Oltre 500 i casi in Italia. Il Ministero della Salute ha emanato le linee guida, si potrà essere messi in isolamento "in specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie": cosa vuol dire. Bassetti: "In Italia non è ancora possibile fare il vaccino"

Sono arrivati a 505 in tutto i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. L'infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi riscontrati fra donne, secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute. Che di fronte alla crescita costante dei casi ieri ha firmato una circolare che indica la possibilità, per i contatti stretti, del ricorso alla quarantena: "In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie", si legge nella circolare che fornisce anche l’identikit dei contatti stretti: partner sessuali, familiari conviventi, operatori sanitari che hanno trattato il caso senza dispositivi di protezione e chi è venuto a contatto in maniera prolungata: "I contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l'infezione". Per i contatti con esposizioni a basso rischio "è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia".

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"I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria)", specifica ancora il ministero della Salute nella circolare. Per i contatti stretti è indicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza. L'auto-monitoraggio prevede il controllo della febbre (almeno due volte al giorno) o di altri sintomi come il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall'ultima esposizione. Indicato anche di astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l'ultima esposizione, igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l'ultima esposizione; evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l'ultima esposizione.

"Le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo". Nella circolare, firmata dal direttore generale per la prevenzione Gianni Rezza, si specifica infine che "apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia contro il vaiolo delle scimmie saranno fornite con successiva pubblicazione".

Il vaccino per il vaiolo delle scimmie

Il vaccino del vaiolo per monkeypox prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. Dovrà essere il Ministero a definire i criteri di definizione della platea, ovvero norme per il reclutamento e indicazione delle fasce di età. Nel Lazio lo Spallanzani ha offerto la propria disponibilità ad essere centro regionale di riferimento per la vaccinazione ma anche per una corretta campagna di informazione.

"Se si parte con un programma di vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie deve essere offerto a tutti gli italiani che rientrano nelle categorie potenzialmente a rischio. Bisogna partire con una campagna nazionale, disponibile in tutte le regioni italiane e bisogna farlo rapidamente, perché l'Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi pur essendo al decimo posto per numero di casi". Così Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, dopo l'annuncio dell'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato ("lo Spallanzani di Roma è pronto a partire con il vaccino"). "Anche noi riceviamo tantissime richieste ma dobbiamo rispondere che in Italia, in questo momento, non è ancora possibile fare il vaccino", commenta Bassetti all'Adnkronos Salute, aggiungendo che l'annuncio sullo Spallanzani "è una buona notizia ma non può essere l'unico centro a vaccinare". Sul vaiolo delle scimmie "credo che abbia influito molto l'aspetto ideologico - sostiene Bassetti - perché ormai due mesi fa avevo allertato sul fatto che contagio riguarda prioritariamente maschi di età compresa fra 20 e i 40 anni omosessuali, e questo era. Oggi abbiamo quasi 25mila casi nel mondo, e oltre il 95% riguarda questa categoria di persone, alla quale sarebbe bene offrire la vaccinazione. Ma bisogna correre - è il monito - siamo sempre in ritardo".

La regione italiana che conta il maggior numero di casi è la Lombardia con 232, seguita dal Lazio a 104. Poi Emilia-Romagna, 57, Veneto, 33, Piemonte, 18, e Toscana, 17. 5 regioni non ne hanno segnalato nessuno: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. In tutta Europa, l’ultimo bilancio (26 luglio) parla di 12.761 casi segnalati. Negli Stati Uniti, invece, se ne contano 1.345 solo a New York. Negli Usa il presidente Joe Biden ha annunciato ieri la creazione di un team medico che seguirà l'evolversi dell'epidemia da vaiolo delle scimmie in tutti gli Stati Uniti. Il governatore Gavin Newsom, ha dichiarato lo stato di emergenza in California per la diffusione del vaiolo delle scimmie. La decisione è stata adottata per rendere più facile la distribuzione rapida del vaccino contro la malattia. Lo stato di emergenza, riferiscono i media locali, consente a molti altri operatori sanitari, come paramedici e personale di emergenza, di somministrare vaccini. In California sono stati registrati quasi 800 casi di vaiolo delle scimmie di cui circa un terzo nella sola San Francisco.

Cosa deve fare chi ha il vaiolo delle scimmie

I casi devono essere isolati fino alla caduta delle croste dell'eruzione cutanea, che indica la fine dell'infezione. In presenza di segni e sintomi che non richiedono ricovero, il caso confermato - se le condizioni abitative e igienico-sanitarie lo consentono - può essere seguito al domicilio secondo le procedure definite a livello locale, in regime di isolamento anche rispetto ai conviventi ed eventuali altre persone che prestano assistenza. Il soggetto dovrà essere informato circa il rispetto di tutte le misure igienico- comportamentali da attuare al fine di prevenire la diffusione della malattia ad altre persone. Un caso di MPX deve essere monitorato quotidianamente dal Dipartimento di prevenzione territorialmente competente (tramite telefonate).

I casi devono:

  • rimanere in isolamento in stanza dedicata, quando sono a casa;
  • utilizzare oggetti domestici dedicati (vestiti, lenzuola, asciugamani, utensili per mangiare, piatti, bicchieri), che non devono essere condivisi con altri membri della famiglia;
  • evitare il contatto con persone immunocompromesse fino alla guarigione dell'eruzione cutanea;
  • evitare contatti stretti o intimi (abbracci, baci, contatti prolungati faccia a faccia in spazi chiusi) con altre persone fino alla completa guarigione dell'eruzione cutanea;
  • provvedere ad un'accurata igiene delle mani e respiratoria (per il caso e per tutti i membri della famiglia);
  • utilizzare una mascherina chirurgica in caso di contatto con altre persone;
  • astenersi dall'attività sessuale fino alla caduta delle croste. I casi devono essere consapevoli che l'uso del preservativo da solo non può fornire una protezione completa contro l'infezione da MPXV, poiché per la sua trasmissione è necessario il contatto con le lesioni cutanee; lasciare la propria abitazione solo temporaneamente (per recarsi a visite mediche e per effettuare esercizio fisico necessario per la propria stabilità mentale), a condizione che si indossi una mascherina chirurgica e che l'eruzione cutanea sia coperta (vestiti con maniche e pantaloni lunghi);
  • evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare con i roditori e lagomorfi da compagnia (topi, ratti, criceti, gerbilli, porcellini d'India, scoiattoli, conigli, ecc.). Eventuali contatti recenti con questi animali domestici devono essere registrati e riportati alle autorità veterinarie al fine di garantire la possibilità di mettere in quarantena e testare animali con sintomi potenzialmente riferibili a MPX (febbre, mancanza di appetito, tosse, secrezioni nasali o croste, congiuntivite, eruzioni cutanee come pustole e vescicole, in particolare sulle orecchie e intorno alle labbra).

Per la gestione dei rifiuti urbani (domestici) dei malati da vaiolo delle scimmie si raccomanda di interrompere la raccolta differenziata, indipendentemente dalla loro natura (vetro, metallo, rifiuti organici, plastica, carta, ecc.), con l’accortezza di confezionarli in modo da non danneggiare e/o contaminare esternamente i sacchi (utilizzando ad esempio guanti monouso). In presenza di oggetti taglienti, a punta o comunque in grado di provocare lacerazioni dell’involucro (oggetti o frammenti in vetro o metallo), si raccomanda di eseguirne il conferimento con particolare cura (es. avvolgendoli in carta) per evitare di produrre lacerazioni dei sacchi con conseguente rischio di fuoriuscita del loro contenuto.

È inoltre opportuno raccogliere tutti i rifiuti personali (come fazzoletti usati, bende/garze venute a contatto con i fluidi corporei o le lesioni cutanee) e i panni monouso utilizzati per la pulizia ed inserirli in una busta separata e chiusa, prima di essere introdotti nel sacco dei rifiuti indifferenziati. Infine, dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica. Tale scelta è indicata per limitare il più possibile errori nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti a salvaguardia della sicurezza in ambito domestico e della salute degli operatori ecologici addetti alla raccolta dei rifiuti.

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