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Giovedì, 18 Aprile 2024
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La variante inglese allarma gli esperti, ma c'è una buona notizia

Per ora i numeri dell'epidemia sono (o sembrano) sotto controllo: stabili i nuovi casi, in calo decessi e ospedalizzati. I prossimi giorni saranno decisivi per capire l'impatto delle nuove mutazioni. L'analisi del bollettino

Sono 10.386 i nuovi casi di coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Italia su 274.019 tamponi processati (circa 95mila in piu di ieri) di cui 140.154 molecolari. Il tasso di positività scende dal 4,1% al 3,8% ma se prendiamo solo i test Pcr si attesta al 7,4%. Ieri erano stati registrati 7.351 contagi. Come ogni martedì, esaurito "l'effetto week end", la curva sembra di nuovo impennarsi, ma in realtà se paragoniamo i casi registrati tra ieri e oggi con quelli delle precedenti settimane ci accorgiamo che le così non stanno così. Si osserva una sostanziale stabilità dei nuovi positivi che rispetto alla settimana precedente sono anzi in leggero calo.

Casi registrati tra lunedì e martedì

  • questa settimana: 17.737
  • scorsa settimana: 18.600
  • due settimane fa: 17.585
  • tre settimane fa: 19.155
  • quattro settimane fa: 19.322

La variazione rispetto alla media delle ultime 4 settimane è pari al -5%, mentre il numero dei tamponi molecolari è cresciuto del 6% (fonte Lorenzo Ruffino, Twitter).

È invece piuttosto evidente il calo dei decessi (oggi 336). In questo caso la variazione delle vittime registrate tra lunedì e martedì rispetto alla media delle ultime quattro settimane  è pari al -32 % (fonte Davide Torlo).

Decessi tra lunedì e martedì

  • questa settimana: 594 -
  • scorsa settimana: 729
  •  due settimane fa: 827
  • tre settimane fa: 961
  • quattro settimane fa: 980
  • cinque settimane fa: 1.064

Ancora in calo i ricoverati con sintomi, -52 rispetto a ieri. In totale sono 18.436 i pazienti Covid nei reparti di area non critica. Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno possiamo osservare che si tratta del numero più basso dallo scorso 1° novembre. Ma come è evidente dal grafico in basso, mentre la salita è stata repentina la discesa, iniziata lo scorso 24 novembre, è purtroppo molto graduale.

Scendono anche le terapie intensive (-15 il saldo tra ingressi e uscite). I pazienti ricoverati in condizioni critiche sono 2074, il dato più basso dal 2 novembre. Secondo Agenas i pazienti Covid occupano il 24% dei posti letto di area critica e il 30% dell'area non critica. 

Se guardiamo al numero degli ingressi in terapia intensiva, il dato di oggi (154) è sostanzialmente in linea con quelli dei giorni scorsi. Da un paio di settimane la curva è sostanzialmente stabile. 

Il fatto che il numero di positivi ed ospedalizzati non sia in aumento non deve però illuderci. Come ha sottolineato oggi Andrea Crisanti, microbiologo dell'Universita di Padova, "la variante inglese in 15 giorni passa dal 10% tranquillamente al 60-70%, con le conseguenze che abbiamo visto in Inghilterra con più di 2mila morti al giorno". Secondo uno studio dell'Iss attualmente circa il 18% dei casi sarebbe da rincodurre a questa variante ritenuta più contagiosa e forse anche più letale. Ma una ricerca realizzata su 204 campioni raccolti il 4 e 5 febbraio scorsi, ha mostrato che in una regione come l'Emilia Romagna sono riconducibili alla variante inglese il 27,9% del totale dei casi. 

Oggi il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto tappa in Umbria, una delle regioni in cui le varianti sono arrivate prima. "Dobbiamo monitorare con grande attenzione quanto sta accadendo in Umbria, qui le varianti hanno condizionato la curva del contagio prima che altrove. Capire quanto sta avvenendo è importante per valutare l'impatto delle misure assunte". I dati dei prossimi giorni saranno fondamentali per capire quanto e in che modo la mutazione inglese del virus impatterà sulla curva del contagio. L'estate è ancora lontata e la campagna vaccinale è ancora in alto mare. 

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