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Giovedì, 25 Aprile 2024
La mutazione del virus / Cremona

I 10 casi di variante inglese in Lombardia

Si tratta di persone rientrate dal Regno Unito: tre mantovani e sette cremonesi. Tutti sono stati messi in isolamento e sottoposti a sorveglianza sanitaria

A Mantova e a Cremona sono stati registrati dieci contagi della variante inglese del coronavirus. Si tratta di persone rientrate dal Regno Unito: tre mantovani e sette cremonesi. I contagi sono il risultato del lavoro di tracciamento eseguito dall'Ats Val Padana, che dal 14 dicembre ha rintracciato tutti i mantovani e i cremonesi rientrati dalla Gran Bretagna: in totale 250 persone.

I 10 casi di variante inglese a Mantova e Cremona

Dai tamponi sono emerse 22 positività ma solo in dieci casi è stata riscontrata la variante inglese. Tutti sono stati messi in isolamento e sottoposti a sorveglianza sanitaria. La notizia è stata trasmessa all'Ats di Dosso del Corso dal policlinico San Matteo di Pavia, al quale sono stati inviati i tamponi con carica virale sospetta. Altri 18 tamponi positivi rilevati su sedici mantovani e due cremonesi sono attualmente sotto esame per scoprire se la positività è associabile alla variante brasiliana.

I focolai della variante inglese del coronavirus in Italia

La variante inglese del coronavirus, caratterizzata secondo quanto evidenziato dal Regno Unito da una maggiore trasmissibilità, desta non poca preoccupazione tra gli esperti. "Cominciano a esserci segni della presenza della variante inglese di Sars-Cov-2 in Italia. Cominciamo a vedere alcune situazioni, dei Comuni con focolai significativi. Anche per noi la tempistica di diffusione potrebbe essere quella prevista dalle proiezioni in Francia" dove, secondo un report firmato fra gli altri dalla scienziata italiana Vittoria Colizza, si ipotizza che la variante inglese possa diventare dominante entro fine febbraio-metà marzo. "E potrebbe succedere anche da noi così". A esprimere preoccupazione per la velocità di diffusione della variante inglese e delle prospettive che anche in Italia possa correre è il virologo dell'università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco.

I focolai nascono in maniera isolata ma sempre più frequente. Qual è la situazione in Italia "non è perfettamente chiaro, sicuramente qui non c'è al momento un'attività di sequenziamento" sui campioni positivi "sistematica e massiccia come per esempio sembra esserci in Francia", ha spiegato all'Adnkronos Salute. Ma casi come quello di Guardiagrele, in Abruzzo, dove sono stati rilevati diverse decine di contagi correlati alla variante inglese, "sono un segnale da non sottovalutare". "Anche perché in questo caso - prosegue Pregliasco - non è stato trovato un link con la Gran Bretagna o viaggi all'estero, manca ancora una volta il paziente zero. Considerata, come dicevamo, l'assenza di sistematicità dell'attività di sequenziamento nel Paese, può anche essere che la variante stia circolando indisturbata e non ne abbiamo contezza".

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